GIGLI, Ottavio
Nacque a Roma il 13 apr. 1816 da Domenico e da Giuditta Troyse Barba. La famiglia paterna apparteneva alla nobiltà di Anagni ed era originaria di Sezze. Avviato agli studi letterari, fu allievo del filologo P. Dal Rio e frequentò il circolo letterario romano animato tra gli altri da mons. C.E. Muzzarelli, di cui il G. era segretario. P. Costa in una lettera del 1833 definiva il G. giovane di "meraviglioso ingegno e di ottimi studi" (Calò, 1951-52, p. 219). Non meno importanti per la sua formazione furono le riunioni del gruppo di giovani studiosi che dal 1837 s'incontravano settimanalmente in via delle Quattro Fontane presso il console degli Stati Uniti G.W. Greene, studioso di storia italiana. Qui, sfruttando la "neutralità" della sede, le conversazioni culturali potevano più liberamente tramutarsi in discussione politica. In questo ambiente nacquero la Società storica romana - che si riunì la prima volta il 2 apr. 1841 e di cui facevano parte, oltre al Greene e al G., A. Gennarelli, D. Pantaleoni, A. Saffi, F. Perfetti e altri - e l'esperienza de Il Saggiatore, primo giornale storico di Roma diretto dal Gennarelli e da P. Mazio.
I giovani studiosi romani strinsero rapporti con le società storiche sorte in altre città d'Italia e in particolare con la Società storica napoletana, fondata da C. Troya. Intenzionato a pubblicare in edizione critica i Rerum Italicarum Scriptores di L.A. Muratori, il G. andò a trovare il Troya a Napoli per discutere del suo progetto, mai peraltro realizzato. Pubblicò invece nel 1838 alcune lettere, donategli da mons. Muzzarelli, del gesuita D. Bartoli (Lettere inedite e rare del p. Daniello Bartoli raccolte e pubblicate per la prima volta insieme ad altre di celebri gesuiti al medesimo, Roma 1838). La sua principale iniziativa editoriale fu comunque la Biblioteca classica sacra o sia Raccolta di opere religiose edite ed inedite dal secolo XIV al XIX, avviata a Roma nel 1840, riprendendo un progetto di A. Cesari, e pubblicata fino al 1848. Fu lodata da P. Giordani in una lettera inviata al Gigli.
Nel corso degli anni Quaranta il G. collaborò a diversi giornali romani: Il Tiberino, L'Ape italiana delle belle arti, Il Panorama, Il Positivo. Agli interessi letterari e artistici si affiancarono sempre più quelli sociali, in particolare nel campo dell'educazione popolare. Nel nuovo clima di relativa libertà di stampa apertosi con l'elezione di Pio IX, il G. si fece promotore di alcune importanti iniziative e dal 20 nov. 1847 al 10 genn. 1848 diresse il foglio serale L'Unione. Giornale quotidiano politico letterario artistico, in cui si dava ampio spazio al dibattito politico contemporaneo prendendo posizione a favore dell'indipendenza italiana. Il G. vi polemizzava sia con le eccessive cautele della Bilancia, diretta da A. Cattabeni e F. Orioli, sia con l'estremismo della Pallade di G. Checchetelli, cui peraltro aveva collaborato nel primo anno di vita del giornale (1846). L'ammirazione per Pio IX spinse il G. a promuovere e curare la pubblicazione dell'opuscolo Le feste del popolo romano dal giorno 17 luglio del 1846 al 1° gennaio 1847, raccolta di scritti di diversi autori in cui si esaltava il nuovo corso pontificio. Dopo aver costituito con i principi C. Conti, T. Corsini e con M. Minghetti una Società nazionale per le strade ferrate dello Stato pontificio, nel 1847 fondò il giornale La Locomotiva, sostenendo con vigore l'auspicato programma di strade ferrate pontificie.
Il campo in cui l'azione del G. era destinata a dare i suoi frutti più maturi fu quello dell'educazione popolare. Influenzato dalle idee del sacerdote cremonese F. Aporti, creatore dei primi asili per l'infanzia, nel gennaio 1845 il G. fondò L'Artigianello. Letture morali, religiose ed istruttive per servire alle scuole notturne di religione e alle famiglie, che diresse fino al 1848.
L'Artigianello può essere considerato il primo periodico dello Stato pontificio rivolto alla scuola e all'educazione del popolo. L'iniziativa godeva dell'appoggio, anche economico, di mons. C.L. Morichini, presidente delle scuole notturne di religione per gli artigiani, fondate nel 1819 da G. Casoglio e potenziate nel corso degli anni Trenta dall'avvocato Michele Gigli, in passato indicato a torto come padre del G., con cui non v'era invece alcun rapporto di parentela. Numerosi altri erano i protettori del giornale: tra questi S. Anau, il card. L. Brignole e diversi membri dell'aristocrazia romana. Ciò ne permetteva la vendita al prezzo molto contenuto di 5 baiocchi. Nel secondo semestre del 1845 aveva già raggiunto una tiratura media di 3000 copie e nel 1846, grazie a una attiva rete di diffusori, giungeva in almeno 120 località dello Stato e poteva contare su circa 5000 lettori abituali. Oltre che nelle scuole notturne veniva letto nelle scuole primarie, adottato da un cospicuo numero di maestri regionari e parrocchiali al posto dei tradizionali libri di testo; numerose erano anche le famiglie che lo acquistavano. Si dovette così mutarne il sottotitolo che alla fine fu quello di Giornale morale, religioso ed istruttivo per l'educazione del popolo, che meglio ne indicava l'ampiezza degli obiettivi. Redatto in larga parte personalmente dal G., tra i collaboratori ebbe F. Aporti, P. Thouar, L. Masi, G. Marchetti e don P. Farini. Accanto ai racconti e ai dialoghi morali vi venivano pubblicati articoli di storia sacra e civile, tecnologia, igiene, storia naturale, aritmetica e geometria, costume e biografie di benefattori dell'umanità.
Nel 1848 il G. costituì insieme con il principe C. Conti la Società tipografica editrice romana, per la quale diresse la "Biblioteca delle famiglie" al fine di pubblicare libri utili per l'educazione morale del popolo. All'impegno giornalistico ed editoriale si accompagnò quello sul campo. Nel gennaio 1848 aprì nel popolare rione di Trastevere un asilo per l'infanzia, amministrato da una Società degli asili d'infanzia tra i cui promotori figurava egli stesso. Poi, passato a un più diretto impegno politico nel clima di entusiasmo seguito alla concessione della costituzione da parte del papa, il 23 marzo figurò tra i firmatari dell'indirizzo rivolto dal Circolo romano a Pio IX per la convocazione di un Parlamento nazionale italiano a Roma. Nel maggio pubblicò in due puntate sull'Artigianello il Catechismo costituzionale dei popoli pontifici, che spiegava in forma di dialogo il testo costituzionale al popolo. Ormai noto negli ambienti democratici romani, il G. fu inviato dal collegio di Sezze come suo rappresentante al Consiglio dei deputati, dove fin dalla seduta d'apertura del 3 giugno 1848 fu nominato segretario dell'Ufficio provvisorio di presidenza per poi essere confermato segretario dell'Assemblea. Nell'ottobre il primo ministro P. Rossi lo nominò direttore del neocostituito Ufficio centrale di statistica, creato all'interno del ministero del Commercio. Dopo l'assassinio del Rossi, la fuga del papa a Gaeta e la proclamazione della Repubblica Romana (9 febbr. 1849), il G. si schierò apertamente con il nuovo regime e conservò l'incarico pubblico (il suo ufficio era passato sotto il ministero dell'Interno). Questo atteggiamento e l'amicizia con il triumviro A. Saffi portarono dopo la caduta della Repubblica al suo arresto (24 ag. 1850). Condotto prima alle Carceri nuove e poi, nel settembre, a Castel Sant'Angelo, un mese dopo fu rilasciato. Contro il suo arresto aveva protestato pubblicamente, da Parigi, V. Gioberti, facendosi anche promotore di una sottoscrizione in suo favore.
Il G. restò a Roma fino alla fine del 1851 per poi trasferirsi a Firenze dove, deluso dalla politica, riprese i suoi studi letterari e artistici e la sua attività di curatore di pubblicazioni erudite. Dette alle stampe un'antologia di opere e le Novelle di F. Sacchetti per l'editore Le Monnier (1857 e 1860-61) e strinse amicizia con P. Fanfani. Nel 1861 si sposò con una nobildonna della famiglia Bartolini Salimbeni. Nel 1862 promosse l'Associazione nazionale per la fondazione degli asili rurali per l'infanzia, che aveva tra i suoi fondatori anche G. Capponi, B. Ricasoli e T. Mamiani, e iniziò a pubblicare la rivista Letture serali del popolo. Nel 1867 tornò per un momento alla politica, candidandosi, senza fortuna, alle elezioni.
A Firenze il G. si occupò anche della collezione d'arte ereditata dal padre, composta da pregevoli dipinti dal XIII al XV secolo provenienti dalle collezioni Gabrielli, Fesch e Torlonia, che egli arricchì con opere di scultura costituendo un Museo di sculture dal risorgimento alla decadenza dell'arte in Italia, che espose anche pubblicamente. Le spese affrontate per l'acquisto di opere d'arte e di una sontuosa villa nei pressi di Firenze lo costrinsero però a disfarsi di una parte della collezione e a impegnare il resto presso il marchese G.P. Campana, noto collezionista e direttore del Monte di pietà di Roma. La collezione fu così coinvolta nelle spregiudicate operazioni finanziarie del Campana, che portarono infine al clamoroso arresto del marchese. Interrogato come testimone al processo, il G. riuscì infine a riscattare la collezione e a riportarla a Firenze.
Scarse sono le notizie sugli ultimi anni di vita del G., gravemente malato. Morì a Firenze l'8 giugno 1876 e fu sepolto a Trespiano.
Altri scritti del G.: Alcuni monumenti d'arte della villa del duca Alessandro Torlonia, Roma 1840; Pio Stabilimento operaio di S. Maria della Misericordia diretto da Paolo Campa, ibid. 1842; Scuole per il povero fondate e mantenute dalla famiglia Borghese, ibid. 1845; Progetto nazionale della Società Principe Conti e C. per le strade ferrate nello Stato pontificio…, ibid. 1846; Dell'Officio centrale di statistica, rapporto del direttore O. Gigli all'Assemblea costituente romana, ibid. 1849; Rapporto letto dal socio O. Gigli all'adunanza della Società della Strada ferrata da Parma alla Spezia, Firenze 1860; Gli istituti di beneficenza e i beni ecclesiastici negli Stati romani. Studi con documenti inediti, ibid. 1862; L'asilo-scuola e la biblioteca circolante gratuita. Lettera a Carlo Matteucci, ibid. 1868; L'infanzia e l'avvenire d'Italia, ibid. 1868; Il progresso dell'Associazione nazionale degli asili rurali per l'infanzia nel suo primo quinquennio…, ibid. 1873; Documenti relativi al bozzetto in cera della Pietà di Michelangelo Buonarroti che ne provano l'autenticità, posseduto dal cav. O. G., ibid. 1873.
Fonti e Bibl.: Prolifico scrittore di lettere, il G. fu in rapporti epistolari con numerosi protagonisti della vita culturale e politica del suo tempo. Il fitto carteggio con F. Aporti tra il 1845 e il 1858 è stato in parte pubblicato (v. infra). Numerose lettere inviategli da P. Giordani sono conservate presso la Biblioteca Moreniana di Firenze (Autografi, Raccolta Frullani, 728-888); i carteggi con G. Capponi, R. Lambruschini, F. Le Monnier e G.P. Vieusseux sono tra gli autografi della Biblioteca nazionale di Firenze. Al Museo centr. del Risorgimento di Roma vi sono 16 lettere scritte dal G. tra il 1843 e il 1873, tra cui due inviate a G. Garibaldi.
R. Giovagnoli, Ciceruacchio e Don Pirlone, Roma 1894, pp. 409, 412, 444; E. Formiggini Santamaria, L'istruzione popolare nello Stato pontificio (1824-70), Bologna-Modena 1909, pp. 101-108, 188-196; A. Gambaro, Ferrante Aporti e gli asili nel Risorgimento. Documenti, memorie, carteggi, Torino 1937 (carteggio Gigli - Aporti, pp. 543 ss.); Id., Ferrante Aporti e gli asili nel Risorgimento, Torino 1937, pp. 473-558 (carteggio Gigli - Aporti); G. Ferretti, Le lettere di Pietro Giordani a O. G., in Il Libro italiano. Rass. bibliografica italiana, III (1939), 1, pp. 155-161; Ferrante Aporti. Scritti pedagogici editi e inediti, a cura di A. Gambaro, II, Torino 1945, pp. 7, 54, 96; E. Re, L'Artigianello, in Strenna dei romanisti, VIII (1947), pp. 246-254; G. Calò, O. G. e i suoi corrispondenti toscani, in Atti del IV Congresso della Soc. toscana per la storia del Risorgimento italiano, Siena… 1951, in Bull. senese di storia patria, LVIII-LIX (1951-52), pp. 218-231 (si cita l'archivio privato della famiglia Gigli a Firenze, con i carteggi tra il G. e circa 125 corrispondenti), poi in Id., Pedagogia del Risorgimento, Firenze 1965, pp. 616-630; A. De Angelis, O. G. collezionista, letterato e patriota, in Capitolium, XXVIII (1953), 11, pp. 347-352 (con la riproduz. di un ritratto del G. opera di F. Podesti); A. Gambaro - G. Calò - A. Agazzi, Ferrante Aporti nel primo centenario della morte, con documenti e carteggi inediti illustrati da A. Gambaro e bibliogr. ragionata…, Brescia 1962 (in part. A. Gambaro, Carteggio inedito F. Aporti - O. Gigli, pp. 169-195); O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, I-II, Roma 1963, ad indicem; G. Forlini, Problemi filologici nelle lettere di Pietro Giordani a O. G. e di O. G. ad Angelo Pezzana, in Arch. stor. per le province parmensi, XXVIII (1976), pp. 413-456; L. Volpicelli, Prima storia degli asili infantili a Roma, Roma 1977, pp. 31-74; F. Bartoccini, Roma nell'Ottocento, II, Roma-Bologna 1988, pp. 56, 291, 317; R. Sani, I periodici scolastico-educativi e il dibattito sull'istruzione nello Stato pontificio, in Scuola e stampa nel Risorgimento. Giornali e riviste per l'educazione prima dell'Unità, a cura di G. Chiosso, Milano 1989, pp. 147-170; C. Sideri, Ferrante Aporti. Sacerdote, italiano, educatore, Milano 1999, ad indicem; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", E. Codignola, Pedagogisti ed educatori, p. 237; Enc. pedagogica, V, coll. 8927, 9100; VI, col. 11127.