RIDOLFI, Ottavio
Non conosciamo la sua data di nascita esatta: sappiamo solo che fu battezzato a Roma il 24 marzo 1582 nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini. Il padre Giovanni Francesco era un importante banchiere fiorentino attivo nell’Urbe con solidi rapporti con la Curia e la Camera apostolica.
La famiglia paterna vantava, fra l’altro, legami di parentela con il cardinale Alessandro de’ Medici (che divenne papa Leone XI nell’aprile 1605) e con Roberto Ubaldini, segretario di Stato, poi nunzio in Francia e infine cardinale sotto Paolo V. Ottavio ebbe due fratelli maggiori, Alessandro e Niccolò, futuro maestro generale dei frati predicatori, e uno minore Ludovico.
Dal 1596 studiò nel Collegio Clementino di Roma e si laureò in utroque iure, forse a Roma o a Perugia. Intrapresa la carriera curiale, ottenne da Clemente VIII la carica di referendario della Segnatura di giustizia, nel dicembre 1604. Il suo servizio al pontefice si concretò nell’assunzione di numerosi incarichi annuali di governo in diverse città dello Stato ecclesiastico: Cesena (1604), Foligno (1605), Rimini (1607), Faenza (1608) e Forlì (1610).
Nel 1611, alla morte del titolare della diocesi di Ariano, parte del giuspatronato regio nel Regno di Napoli, la scelta del successore conobbe varie rinunce da parte dei candidati proposti dal Consejo de Italia, sicché la nomina cadde su Ridolfi. In effetti, pur non essendo al primo posto nelle preferenze dell’organismo madrileno, egli poté contare sull’appoggio decisivo del fratello Alessandro, che, dopo aver comandato un reggimento al servizio del ramo austriaco degli Asburgo, dal 1608 era divenuto inviato diplomatico del re d’Ungheria Mattia d’Asburgo. Fra le missioni di Alessandro ve ne fu una nel 1609 alla corte spagnola e gli diede modo di far pervenire a Madrid sin dal 1610 la richiesta di concedere un vescovato a Ottavio. La richiesta fu anche caldeggiata nel 1611 dall’ambasciatore spagnolo alla corte imperiale, l’influente Baltasar de Zúñiga. Finalmente Filippo III presentò al papa il nome di Ridolfi per il vescovato di Ariano. Fu ordinato sacerdote il 14 agosto 1612 e il 1° ottobre fu nominato da Paolo V vescovo. Nella diocesi irpina Ridolfi ristabilì il seminario diocesano, restaurò il palazzo vescovile e abbellì la cattedrale. A riprova della costante convergenza di interessi con i fratelli, va sottolineato che Alessandro nel 1614 acquistò il feudo e il titolo marchionale di Baselice, distante solo una trentina di chilometri da Ariano.
Dopo alcuni anni, Ridolfi riprese la sua attività di governatore di città dello Stato pontificio: fu vicegovernatore di Benevento (1617) per conto di Marco Antonio Borghese e di Fermo (1621-22) per il cardinale Ludovico Ludovisi. Proprio il rapporto intessuto con il cardinale nipote di Gregorio XV spiega le successive vicende della sua carriera: i buoni rapporti con il porporato sono attestati dal fatto che Ridolfi, il 2 maggio 1621, fu uno dei due vescovi che coadiuvarono il prefetto del Palazzo apostolico Galeazzo Sanvitale nella consacrazione ad arcivescovo di Bologna del cardinale Ludovisi.
Nella promozione cardinalizia del 5 settembre 1622 Gregorio XV gli concesse la porpora: l’ambasciatore veneziano Renier Zeno lo definì un esito ottenuto «di sbalzo», a sottolineare come la decisione fu presa dal papa come mero capriccio, seppure a istanza dell’imperatore Ferdinando II. Il duro giudizio del diplomatico su Ridolfi - privo di «testa da negotijj grandi» (Relazione, 1877, p. 172) - era naturalmente connesso al fatto che questi apparteneva alla clientela romana degli Asburgo.Il desiderio di catturare la benevolenza del neocardinale (che prese il titolo di S. Agnese in Agone, passato poi a S. Agata) spiega probabilmente perché Filippo IV volle designarlo arcivescovo di Agrigento, sede che, come tutte quelle del Regno di Sicilia, rientrava nel giuspatronato regio. Nel marzo 1623, Gregorio XV lo nominò ufficialmente a tale arcivescovato.
Pochi mesi dopo, alla morte del pontefice, Ridolfi prese parte al conclave essendo ascritto alla fazione imperiale che contribuì all’elezione di Urbano VIII nell’agosto 1623. Questi lo nominò cardinale protettore della Congregazione di Montevergine.
Non sappiamo quale evoluzione avrebbe potuto avere la sua carriera, dal momento che Ridolfi morì ad Agrigento il 6 luglio 1624.
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