Hasse, Otto Eduard
Attore cinematografico e teatrale tedesco, nato a Obersitzko (od. Obrzycko, Polonia) l'11 luglio 1903 e morto a Berlino il 12 settembre 1978. Giovandosi di una solida formazione teatrale, lavorò assiduamente nel cinema dove gli furono affidati soprattutto ruoli di personaggi rigidamente chiusi nella loro etichetta, come ufficiali, nobili, regnanti, ai quali sembrava destinarlo il volto severo dai caratteri tipicamente nordici. Molto apprezzato in patria, dagli anni Cinquanta collaborò anche con registi come Alfred Hitchcock, Anatole Litvak, Jean Renoir, interpretando con asciutta e rigorosa intensità ruoli di antagonista.
Aveva abbandonato gli studi di legge iniziati a Berlino per seguire i corsi di recitazione di Max Reinhardt presso il Deutsches Theater, dove debuttò nel 1925, abbracciando così una carriera fortunata quanto duratura. Parallelamente esordiva anche nel cinema, dove dal 1932 ricoprì ruoli marginali in numerosi film, per la maggior parte andati distrutti durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1948, ormai maturo e padrone dei propri mezzi espressivi, si vide affidare la prima parte da protagonista, quella di un borghese rovinato dalla guerra in Berliner ballade (Ballata berlinese) di Robert A. Stemmle, uno dei film da lui interpretati nel nascente genere del Trümmerfilm, il 'cinema delle macerie'. L'efficacia delle sue interpretazioni attirò l'attenzione dei produttori hollywoodiani. Lavorò così al fianco di Montgomery Clift in The big lift (1950; La città assediata) di George Seaton, nel ruolo di una ex guardia carceraria nazista; per Litvak fu un incisivo colonnello dell'esercito in Decision before dawn (1951; I dannati); quindi, nel 1953, chiamato da Hitchcock ad affiancare per la seconda volta Montgomery Clift in I confess (Io confesso), offrì una potente interpretazione del sagrestano assas-sino Otto Keller. Nel 1954 sostenne ancora due ruoli da militare in Betrayed (Controspionaggio) di Gottfried Reinhardt e in Canaris di Alfred Weidenmann, nella parte del protagonista. Per lo stesso regista interpretò, accanto a Romy Schneider, Kitty und die Grosse Welt (1956; Kitty). La crescente notorietà gli procurò molte offerte anche in Francia: impersonò l'imperatore Guglielmo II in Les aventures d'Arsène Lupin (1956; Le avventure di Arsenio Lupin) di Jacques Becker, e un barone ex nazista in Sait-on jamais? (1957; Un colpo da due miliardi) di Roger Vadim che lo volle anche in Le vice et la vertu (1963; Il vizio e la virtù), nel ruolo di un generale delle SS; nel 1957 apparve inoltre anche in Les espions (Le spie) di Henri-Georges Clouzot. Patetico ubriacone nell'ultimo film di Renoir, Le caporal épinglé (1962; Le strane licenze del caporale Dupont), impersonò in seguito uno spietato produttore televisivo in Trois chambres à Manhattan (1965; Tre camere a Manhattan) di Marcel Carné, da un romanzo di G. Simenon. In patria aveva intanto avuto un ruolo di spicco in Lulu (1962; Lulù l'amore primitivo) di Rolf Thiele, dal dramma di F. Wedekind. Nel 1972 lavorò a fianco di Yves Montand in État de siège (L'amerikano) di Constantin Costa-Gavras, nel ruolo del giornalista Carlos Ducas. Si congedò dal cinema con un bel film italiano, L'età della pace (1974) di Fabio Carpi, in cui disegnò con finezza la figura di un vecchio inerme e solo di fronte alla morte.