SCHOTT, Otto
Chimico e industriale, nato il 17 dicembre 1851 in Witten, Vestfalia, morto il 27 agosto 1935 a Jena. Presa pratica vetraria nell'industria paterna rivolse la sua attenzione ai vetri d'ottica dei quali il fisico E. Abbe confermava l'insufficienza qualitativa. Lo Sch. si propose di modificare sistematicamente le composizioni chimiche dei vetri fino a conseguire per qualsiasi applicazione di lenti l'assoluta nitidezza e l'acromatismo delle immagini. Nel 1879 comunicò ad Abbe i primi risultati; nel 1881 ebbe fra loro inizio una stretta collaborazione. Quasi tutti gli elementi chimici vetrificabili furono sperimentati in diverse proporzioni. Nel 1884, in associazione con i fratelli Zeiss, sorse a Jena la vetreria Schott und Genossen. In essa lo Sch. conseguì - senza mutare metodo di ricerche - notevoli successi anche in altri rami vetrarî, costituendo così quel gruppo di prodottì vetrarî che oggi si dice dei "vetri scientifici"; tolse al vetro da termometri il difetto dello spostamento dello zero, creò per laboratorî di chimica e per conservare e infialare medicamenti vetro d'alta resistenza chimica nonché, per usi diversi, vetri di elevata resistenza termica. Egli rese il vetro docile a ogni più delicata esigenza: per primo abbandonò con risolutezza l'empirismo e creò con le sue coordinate ricerche una "scienza del vetro" che ora ha numerosi cultori ed è la ragione prima della radicale evoluzione manifestatasi nella tecnica industriale vetraria.