OTTONARIO
. Verso di otto sillabe, che è un doppio quaternario, accentato normalmente sulla 3a e 7a con cesura dopo la 4a, e, presso i moderni, sulla 2a e 5a o sulla 4a. Largamente usato nella poesia romanza lirica ed epica, lo troviamo nei documenti più antichi dell'italiana, nei rimatori siciliani e in alcuni canti di Iacopone; poi, nel Tre e Quattrocento, nelle canzoni a ballo, nelle laudi e nei canti carnascialeschi; raro nel Cinquecento. Rifiorì nel Seicento rimato a coppie o intrecciato con altri versi nelle canzonette. L'usarono poi da solo, fra gli altri, il Parini e il Manzoni, e dei poeti più recenti il Carducci, il D'Annunzio e il Pascoli.
V. anche giambo; trocheo.
Bibl.: G. Carducci, Pariniana, in Opere, XIII, pp. 197-202.