Bismarck, Ottone di
Uomo politico e statista tedesco
Ottone di Bismarck è stato una figura chiave della storia prussiana, tedesca ed europea della seconda metà del 19° secolo. Fu il principale artefice dell'unità della Germania e il primo cancelliere, ossia capo del governo, del neonato Stato tedesco dal 1871 al 1890. Diede un'impronta fortemente autoritaria alla Germania, alla quale cercò di attribuire un ruolo di arbitro in Europa.
Originario del Brandeburgo ‒ nacque a Schönhausen nel 1815 ‒, Bismarck fu un tipico esponente della grande e potente nobiltà fondiaria delle province orientali della Germania: gli Junker. Conservatore, più volte schierato su posizioni apertamente reazionarie, iniziò una brillante carriera politica e diplomatica al servizio della Prussia alla vigilia delle rivoluzioni del 1848-49. A partire da quell'esperienza e dagli sviluppi del decennio successivo, si convinse che la frammentazione del mondo tedesco costituiva un residuo del passato e che erano quindi maturi i tempi per unificare la Germania in un nuovo Stato nazionale. Egli riteneva che questo nuovo Stato avrebbe dovuto avere il suo nucleo centrale nella Prussia e che il processo di unificazione avrebbe dovuto avere i suoi protagonisti nella dinastia e nell'esercito prussiani: che l'unità della Germania dovesse cioè essere realizzata 'dall'alto' invece che 'dal basso', come avevano sperato, invano, i liberali e i democratici tedeschi protagonisti delle rivoluzioni del 1848-49.
Chiamato nel 1862 alla guida del governo dal re Guglielmo I, Bismarck entrò in contrasto con le opposizioni liberali in Parlamento e, contro la loro volontà, riformò e potenziò l'esercito. Si dedicò quindi a costruire una vasta trama politica e diplomatica per creare condizioni favorevoli al processo di unificazione. Furono tuttavia due guerre a rendere possibile quell'esito. La prima fu combattuta e vinta nel 1866 contro l'Austria, il più immediato ostacolo sulla strada dell'unificazione, e portò alla nascita del primo nucleo del futuro Stato tedesco, la Confederazione del Nord, una confederazione degli Stati tedeschi situati a nord del fiume Meno. La seconda fu combattuta e vinta nel 1870-71 contro la Francia di Napoleone III, che temeva la crescita della potenza prussiana in Europa.
Fu all'indomani di questo conflitto ‒ che rappresentò una profonda umiliazione per la Francia e portò alla caduta dell'Impero napoleonico ‒ che il 18 gennaio 1871 fu proclamato, con l'inglobamento degli Stati tedeschi meridionali, il Secondo Reich ("impero"). Il re di Prussia Guglielmo I ne divenne l'imperatore, e Bismarck, circondato di un immenso prestigio, il cancelliere.
Bismarck rimase alla guida della Germania dal 1871 al 1890. Sul piano della politica interna ‒ dove entrò in contrasto con i cattolici (1871-78) e poi con i socialisti (1878-90), dando peraltro avvio a un'assai avanzata politica sociale ‒ Bismarck si sforzò di mantenere il primato dell'elemento prussiano entro i confini del Reich, degli Junker rispetto ad altri gruppi sociali, della corona, dell'esercito e della burocrazia nei confronti del Parlamento, eletto, secondo la Costituzione del 1871, a suffragio universale. Egli in tal modo edificò uno Stato 'autoritario' profondamente diverso dagli Stati parlamentari del resto dell'Europa continentale e dalla Gran Bretagna.
In politica estera, Bismarck si sforzò di mantenere l'equilibrio europeo e di riservare alla Germania un ruolo di arbitro tra le grandi potenze. Poco sensibile ai richiami dell'espansionismo imperialistico e coloniale, che pure dovette assecondare sotto la spinta dei circoli militaristici e della grande industria, si sforzò di evitare che la Germania si trovasse accerchiata, a est e a ovest, da potenze ostili. Sul lungo periodo, e sullo sfondo della modernizzazione del paese, la sua politica andò incontro a un sostanziale fallimento. Entrato in contrasto con il nuovo imperatore Guglielmo II, salito al trono nel 1888, lasciò la carica di cancelliere, si ritirò a vita privata nel 1890 e morì nel 1898.