VISCONTI, Ottone
Arcivescovo di Milano e fondatore della signoria della sua famiglia. Dové nascere nel 1207 da Uberto; la sua prima dignità ecclesiastica fu di canonico a Desio; egli seguì con i nobili il profugo arcivescovo Leone da Perego, che lo inviò nel 1252 suo procuratore in Francia a Innocenzo IV di cui divenne cappellano; fu poi camerlengo del card. Ottaviano degli Ubaldini nella sua legazione, assicurandosene il prezioso favore. Era arcidiacono della chiesa milanese, quando, vacante già dal 1257 la sede arcivescovile, ed essendovi discordia fra i canonici, che sostenevano gli uni Raimondo della Torre, gli altri un candidato dei nobili profughi, la scelta passò al papa Urbano lV, che, il 22 luglio 1262, nominò Ottone. La nomina però provocò l'occupazione dei beni arcivescovili da parte dei della Torre, a cui seguì l'interdetto papale sulla città. Il gesto del papa fu decisivo nella formazione della signoria milanese, avendo messo la grande forza tradizionale e materiale dell'arcivescovato milanese al servizio delle ambizioni di una famiglia nobile modesta, ma che aveva uomini capaci di bastare a un così grave compito. Ottone dovette aspettare esule ben 15 anni prima di occupare la sua sede; Arona da lui occupata nel '63 fu subito assediata e distrutta; nella conciliazione tentata nel '67 dal nuovo papa Clemente IV la promessa fatta a Viterbo dai delegati milanesi di riceverlo non fu eseguita. Milano era sostenuta da Carlo d'Angiò e la venuta di Corradino in Italia in quei mesi non concedeva di favorire un arcivescovo di famiglia ghibellina. Ottone visse in strettezze, e la sua condizione peggiorò quando morì il card. Ubaldini e fu eletto papa Gregorio X che si mostrò amico dei Torriani (1272). Nel 1276 suo nipote Tebaldo era catturato ad Angera ed ucciso, e gli esuli nobili creavano loro capo Ottone, che invase più volte senza fortuna il Milanese. Le cose mutarono improvvisamente quando gli riuscì nella notte del 20-21 gennaio 1377 di sorprendere a Desio (ove egli aveva relazioni) parte dell'esercito milanese con Napo della Torre ed altri capi. Nella città si determinò un rivolgimento in favore della pace: i Torriani dovettero ritirarsi. Ottone, entrato in città il 22 gennaio, fu riconosciuto signore e designò il podestà, il capitano del popolo e il podestà dei mercanti; fece riformare gli statuti, togliendo misure ostili alle famiglie nobili di cui fece compilare l'elenco, avendo loro riservato, secondo la tradizione, i benefici maggiori. La situazione esterna grave per gli attacchi dei Torriani stabiliti a Lodi, lo costrinse a nominare signore di Milano per 10 anni Guglielmo marchese di Monferrato (1278), che da lui fu però privato della signoria nel dicembre del 1283, facendosene un nemico accanito. Nel dicembre 1287 faceva eleggere il pronipote Matteo capitano del popolo e da quel momento Ottone appare quasi ritirato dalla politica e occupato solo delle cose ecclesiastiche. Morì l'8 agosto 1295 nell'abbazia di Chiaravalle ove si era ritirato e fu sepolto nel Duomo.