OTTONE (Marius Salvius Otho)
Imperatore romano. Nato a Ferentum da famiglia senatoria nel 32 d. C., fu marito di Poppea Sabina e compagno di bagordi di Nerone. Inviato da quest'ultimo a governare la Lusitania, vi rimase dieci anni. Nel 68 d. C. si uni a Galba nella rivolta, ma, dopo l'adozione di Pisone, prese parte alla congiura di lui e fu proclamato imperatore nel gennaio del 69; vinto a Bedriacum sul Po, si diede la morte nell'aprile dello stesso anno, all'età di trentasette anni.
Le fonti letterarie (Tac., Ann., xiii, 12; Suet., Otho, 12) accennano al suo bell'aspetto e alla sua ricercatezza effeminata. Le monete lo mostrano con un profilo caratteristico, le guance adipose, la pettinatura artificiosamente arricciata, simile a quella neroniana in gradus formata. L'iconografia di O., fra numerose attribuzioni, di cui talune anche autorevoli, rimane incerta. Tradizionalmente gli si attribuisce un gruppo di ritratti, costituito da una statua eroica da Frascati al Louvre, Sala di Augusto n. 1215, e da due busti, rispettivamente al Museo Capitolino, Sala Imperatori, e nella Gliptoteca di Monaco; questi ultimi rappresentano un personaggio, che porta la pettinatura suindicata con una serie di riccioletti sulla fronte. Si è pensato che si tratti di una parrucca imitante, secondo la moda, una foggia arcaica. Recentemente è stato identificato in una testa di proporzioni maggiori del vero, rinvenuta ad Aix-les-Bains, e in un'altra frammentaria a Nimes, Maison Carrée. Può essere di un certo interesse ricordare che a Ferentum fu rinvenuta una tomba della famiglia Salvia, la famiglia dalla quale discendeva O., con nove sarcofagi in nenfro (Viterbo, museo), di tipo etrusco, con cassa liscia e coperchio con recumbente di forme estremamente rozze e, negli esemplari più tardi, appena accennate sul rilievo dei cuscini e della testa. Due sarcofagi sono datati da iscrizioni consolari in latino, uno al 67 e l'altro al 23 a. C.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 2, Stoccarda 1894, p. 6 ss., tavv. III, IV; H. S. Jones, Catal. Mus. Capitolino, p. 192, n. 19, tav. 49; L. Curtius, Ikonographische Beiträge, in Röm. Mitt., XLVII, 1932, p. 244 ss., fig. 17, tavv. 66-67; E. Espérandieu, Réliefs de la Gaule romaine, XI, Parigi 1938, n. 7805; Encyclopédie photographique de l'art, Louvre, III, p. 286; R. West, Römische Porträt-Plastik, Monaco 1933, I, p. 243 s., tav. LXVI, 288; M. Giedesen, De tre Kejsere, in Meddelelser fra Ny Carlsberg Glyptotek, 16, 1959, p. 24 ss., figg. 12-15. Monete: H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the British Museum, I, Londra 1923, p. 364 ss. Sarcofagi del museo di Viterbo: Zei - Bendinelli, in Not. Scavi, 1921, p. 215; R. Herbig, Jüngeretrusk. Steinsarkophage, Berlino 1952, p. 84, nn. 253-259, tavv. 87, 88.