OURO PRETO (A. T., 155-156)
PRETO Città del Brasile, nello Stato di Minas Geraes di cui fu capitale fino al 1897.
Verso il 1700 Antonio Diaz di Taubaté scoperse l'oro nel luogo dove si trova ora la città, e vi piantò il primo accampamento minerario, che crebbe rapidamente, tanto che nel 1711 diventò "villa" e nel 1724 città e capitale della provincia di Minas col nome di Villa Rica de Ouro Preto. Sorge questa a 1200 m. s. m., sulle pendici di numerose colline che costituiscono l'estremità meridionale della Serra de Ouro Preto, contrafforte della Serra do Espinhaço, e che sono dominate dal Pico de Itacolumi (1763 m.). Il centro urbano, formatosi attorno al primitivo accampamento, s'è sviluppato come lo permettevano il terreno accidentato e lo spazio ristretto, in tanti gruppi isolati che s'inerpicano su per le varie colline e i varî sproni rocciosi, dominati ciascuno da una chiesa. Le strade, che strette e tortuose risalgono i pendii, non permettono la circolazione di veicoli, ma solo di pedoni e di cavalcature; le case aggrappate al monte conservano l'aspetto delle costruzioni dell'epoca coloniale, onde tutta la città presenta uno spettacolo caratteristico. Tra gli edifici pubblici meritano speciale menzione il Palazzo del Governo, ora sede della Escuela de Minas, la vecchia tesoreria o Casa dos Contos, le due chiese parrocchiali e quella di San Francesco d'Assisi, opera di Antonio Francisco Lisbõa (seconda metà del sec. XVIII). Importanti sono gl'istituti di educazione, comprendenti fra l'altro la ben nota Escuela de Minas.
Sebbene la città possegga alcune fabbriche di tessuti, di birra e di saponi, Ouro Preto è in decadenza. Infatti le industrie estrattive e in particolare le miniere aurifere dei dintorni immediati sono del tutto abbandonate, e solo a qualche distanza si svolge una modesta attività nelle concessioni di Lages, di Passagem, di Morro Santa Ana, ecc.
La perdita di ogni importanza politica conseguente al trasporto della capitale a Bello Horizonte ha aggravato la situazione, cui non poté porre rimedio il collegamento ferroviario che pure ha tolto Ouro Preto dal suo isolamento; una linea di una cinquantina di km., che si stacca dalla stazione di Miguel Burnier, mette in comunicazione la città con Rio de Janeiro e Bello Horizonte. La mancanza d'iniziative locali e di capitali ha reso impossibile lo sfruttamento dei giacimenti auriferi, giudicati ancora promettenti, e quello delle altre ricchezze minerarie (ferro, manganese, mercurio, grafite), di cui il territorio sembra ben provvisto. Così la città, che nei tempi migliori contava più di 60 mila ab., non ne aveva che 22 mila nel 1894 e 11 mila nel 1930.