OVERIJSSEL
Provincia dei Paesi Bassi, situata a N del fiume IJssel, da cui deriva il nome, corrispondente in gran parte al territorio denominato nel Medioevo Oversticht.Le prime testimonianze di popolamento risalgono al principio dell'era cristiana. Dopo i tentativi del sec. 8°, la cristianizzazione della regione, operata da missionari anglosassoni, si completò solo dopo la conquista da parte di Carlo Magno, nel sec. 9°; s. Lebuino (m. ante 777) fondò la chiesa di Deventer, s. Plechelmo (m. nel 713) quella di Oldenzaal; più tardi s. Ludgero (m. nell'809) avviò la cristianizzazione del Salland, la zona intorno a Zwolle. Verso la metà del sec. 11° l'imperatore Enrico III (1039-1056) donò vasti territori al vescovo di Utrecht, s. Bernoldo (1027-1054). Il potere secolare dei vescovi di questa città si sarebbe consolidato in tutta la regione già entro il 12° secolo. L'autorità vescovile venne però avversata dai conti d'Olanda e da quelli di Gheldria, questi ultimi duchi dopo il 1339, il che rese l'O. teatro di conflitti regionali.La rotta commerciale sul fiume IJssel fu per l'O. di grande importanza: fino al sec. 13° Deventer costituì il principale scalo nei Paesi Bassi settentrionali per la pietra tufacea importata dal massiccio dell'Eifel. Il commercio delle città più importanti, Deventer, Zwolle e Kampen, si concentrò però sul mar Baltico, il che spiega la loro adesione alla Lega anseatica. Le altre città, fra cui Hasselt, Ommen, Oldenzaal, Ootmarsum, Steenwijk e Vollenhove, rimasero sempre molto più modeste. Dalla fine del sec. 13° si trovano testimonianze dell'attività degli Ordini mendicanti, mentre dalla metà del 14° soprattutto Deventer e Zwolle furono i centri del movimento laicale della Devotio moderna fondata da Gerardo Groote (1340-1384), figlio di un ricco mercante di Deventer.La costruzione più antica della provincia è la chiesa riformata, già S. Lamberto, a Wilsum. La parte più antica, del Mille ca., è costituita dalla navata e dalla zona inferiore del campanile. Costruita in tufo e completamente priva di decorazioni, la struttura fu inglobata nella chiesa tardogotica del 15° secolo. Una fase stilistica più avanzata è osservabile nella chiesa riformata di Hellendoorn, già dedicata a s. Sebastiano. La navata, in gran parte ricostruita in età tardogotica, risale infatti al sec. 12°, come appare dalle lesene, in origine collegate da teorie di archetti pensili.Alcune chiese gotiche hanno conservato il campanile romanico della costruzione precedente, come nel caso della parrocchiale di IJsselmuiden. Costruiti in tufo, tali campanili sono spesso decorati da lesene e archetti pensili, mentre il piano superiore è aperto da bifore; simile è la decorazione del campanile di Wijhe, sebbene in questo caso il materiale sia già il laterizio.La più importante chiesa romanica dell'O. è la collegiata di S. Lebuino a Deventer, fondata dopo il 1046 dal vescovo s. Bernoldo di Utrecht. Nell'edificio attuale, del sec. 15°, sono inglobate notevoli vestigia di quella prestigiosa costruzione, in tutto simile alle chiese fondate dallo stesso prelato, come S. Pietro e S. Giovanni a Utrecht e St. Martin a Emmerich (Renania settentrionale-Vestfalia), tutte fortemente influenzate dall'architettura romanica renana, come per es. St. Georg di Colonia. Il corpo longitudinale su colonne presentava terminazione bicefala e doppio transetto; il coro orientale era composto di un corpo rettangolare con abside tricora, affiancato da navate laterali con absidi simili. Al di là del transetto occidentale, suddiviso in due piani aperti sul corpo centrale da una bifora, si trovava un Westwerk a due campanili quadrati. La cripta orientale si è conservata integralmente. Le lastre del parapetto sopra l'accesso alla cripta provengono dal tramezzo dell'inizio del 13° secolo. Nella prima metà del sec. 13° il transetto orientale e il coro vennero coperti a volte, mentre dopo il 1235 ebbe inizio una completa ricostruzione che condusse, in diverse fasi, all'attuale chiesa tardogotica 'a sala', a tre navate con deambulatorio. Dei due campanili previsti per la facciata gotica, forse dipendenti dallo schema originario della chiesa fondata da s. Bernoldo, solo quello meridionale è stato parzialmente costruito.Anche S. Nicola (Bergkerk) a Deventer ha una facciata a due campanili già collegati all'interno da una galleria, forse a imitazione del S. Nicola a Utrecht. Risalente al 1200 ca., la facciata fa parte della primitiva basilica a croce latina con tre absidi, che venne completamente ricostruita, ancora con impianto basilicale, a partire dall'inizio del 15° secolo.La basilica di S. Plechelmo a Oldenzaal, nel Medioevo collegiata, ha conservato in buona parte l'assetto originario, risalente alla seconda metà del sec. 12°, caratterizzato dall'adozione del sistema alternato per il corpo longitudinale e dalle volte a crociera costolonate. L'intera struttura mostra forti influenze provenienti dalla Vestfalia, in particolare da St. Ludger di Münster e dalle cattedrali di Osnabrück e Paderborn. Nel Duecento fu aggiunta la massiccia torre, mentre coro, navata meridionale e sagrestia appartengono al Quattrocento.Tipica della transizione al Gotico è la chiesa dei Ss. Simone e Giuda a Ootmarsum, del 1250 circa. Tanto lo schema pseudobasilicale quanto i pesanti pilastri, composti da fasci di colonnine, e le volte cupoliformi, con costoloni a sezione circolare puramente decorativi, mostrano un forte influsso dell'architettura della Vestfalia (Billerbeck, Legden). Il capocroce fu rinnovato alla fine del Quattrocento.Nell'ambito dell'architettura sacra, l'espressione più imponente della prosperità economica nei secc. 14° e 15° delle città sull'IJssel è l'ambiziosa costruzione di S. Nicola (Bovenkerk) di Kampen. Cominciata nel 1345 ca., ebbe il progetto sostanzialmente mutato da Ruggero di Colonia, nominato capomastro nel 1369; la grandiosa chiesa non fu tuttavia compiuta prima del tardo Quattrocento. L'opera di Ruggero mostra caratteristiche del Gotico parleriano e del duomo di Colonia, cantiere in cui l'architetto si formò; sebbene lo stesso maestro risulti documentato anche in relazione alla chiesa della Vergine (Buitenkerk) nella stessa città di Kampen, tale costruzione è di interesse secondario.Fin dal tardo Trecento il tipo basilicale venne abbandonato in favore delle chiese con alzato 'a sala', la più prestigiosa fra le quali è quella dedicata a s. Michele Arcangelo a Zwolle, fondata nel 1350 ca., ma conclusa, secondo il progetto originale, solo intorno al 1460.Delle cinte e porte urbane medievali della regione ben poco si conserva. Kampen con le tre porte urbiche medievali costituisce un'eccezione.Recentemente si è rilevato che l'originaria casa della prepositura di S. Lebuino a Deventer conserva, dietro la facciata moderna, la primitiva costruzione con muri massicci in pietra tufacea e trachitica del 1130 ca., con una parte aggiunta nel 1200 ca.; essa ebbe origine come corpo di ingresso al complesso vescovile e capitolare, voluto dallo stesso s. Bernoldo e poi accresciuto. All'interno sono state riportate alla luce alcune bifore.Ricerche storico-architettoniche condotte negli ultimi due decenni hanno dimostrato che la ricostruzione in pietra degli edifici urbani, soprattutto nei centri maggiori lungo l'IJssel, fu avviata già nel Trecento.Della scultura dell'epoca medievale ben poco si è conservato, benché l'iconoclastia dal 1566 in poi non avesse toccato la regione. Il più antico documento è la lunetta duecentesca all'esterno della chiesa di S. Michele (Grote Kerk) a Zwolle, con una rara rappresentazione del Seno di Abramo.Regioni come la Twente, nell'E della provincia, con Oldenzaal come centro religioso, rimasero in gran parte fedeli al cattolicesimo. Nondimeno, una volta inglobato anche l'O. nella Rep. delle Sette Province, quasi ovunque l'allestimento liturgico fu rimosso dalle chiese. In S. Plechelmo a Oldenzaal due rilievi con leoni risalgono al 12° secolo.Nel Tardo Medioevo nelle città sull'IJssel fiorì la scultura in legno: indicativo è il fatto che il maestro Arnt, scultore attivo a Kleve, nella zona tedesca del basso Reno, si trasferì a Zwolle. Un notevole numero di sculture medievali dall'O. e dalla Gheldria è disperso fra vari musei (per es. Amsterdam, Rijksmus.; Utrecht, Rijksmus. Het Catharijneconvent) e alcune chiese, fra cui quella della Vergine a Zwolle, ma quasi mai è possibile stabilirne la provenienza. Tali opere sono prossime alla scultura di Kleve e della Vestfalia.Risultano scarse anche le testimonianze di pittura medievale, limitate a frammenti di pitture murali. Il più importante, risalente all'inizio del sec. 13°, si trova a S. Nicola a Deventer: in un'ampia nicchia del transetto settentrionale romanico, in parte inglobato in quello gotico, sono raffigurati un santo vescovo stante, sormontato da un volto di Cristo e, sulle pareti laterali, figure di angeli incluse in medaglioni. Lo stile si avvicina alla pittura renana dell'epoca.Del tesoro della chiesa di S. Lebuino a Deventer si sono conservati alcuni importanti oggetti di oreficeria, attualmente al Rijksmus. Het Catharijneconvent di Utrecht, tra cui il c.d. calice di Lebuino, eburneo e decorato a girali di acanto, eseguito all'inizio del sec. 9°, probabilmente dalle botteghe imperiali di Aquisgrana. Nello stesso museo sono custoditi anche tre codici: il più antico, l'Evangeliario di Lebuino, risale all'835 ca., ma il piatto anteriore di legatura, decorato con rilievi in avorio e con gemme, è del sec. 12°; l'Evangeliario di Ansfrido è databile agli anni 995-1010, termini dell'episcopato del vescovo di Utrecht, raffigurato come donatore; mentre la sua legatura data in parte al sec. 11° e in parte al Quattrocento; infine, l'Evangeliario del vescovo Bernoldo fu redatto nella Reichenau all'inizio del sec. 11° e la legatura, del sec. 11°-12°, è pervenuta in cattivo stato di conservazione.
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