OZENA (dal gr. ὄζω "odorare")
È una particolare affezione delle fosse nasali, caratterizzata da una profonda e diffusa atrofia della mucosa, con progressiva distruzione dello scheletro dei turbinati; da accumulo delle secrezioni in grosse masse crostose, verdastre, che riproducono lo stampo delle cavità nasali; da un fetore nauseabondo sui generis.
Per quanto i primi cenni sulla malattia si trovino nella medicina greco-romana e già Costantino Africano abbia distinta un'ozena con ulcerazioni da una decorrente senza lesione ulcerosa, tuttavia è certo che nell'era prerinoscopica si accomunavano sotto questa denominazione forme morbose disparatissime (lues, neoplasie). L'ozena vera ha una sua caratteristica peculiare, vale a dire che non dà mai luogo a ulcerazioni. Ad onta degli studî e delle ricerche assiduissime che sono state fatte intorno alla malattia in parola, non è ancora assodato in modo definitivo quale sia la genesi del morbo, che alcuni ritengono dovuto a un fattore morfologico (allargamento congenito delle fosse nasali e conseguente rallentamento della corrente aerea), mentre altri opinano che esso provenga da suppurazione dei seni paranasali (teoria sinusogena), e altri ancora avanzano l'ipotesi di un disturbo trofoneurotico. In questi ultimi anni è andato guadagnando terreno il concetto che si tratti di una forma infettiva, sia che si ammettano come germi causali dei microrganismi aspecifici, sia che ci si riferisca alla sifilide o alla tubercolosi, sia infine che si accetti come agente specifico il coccobacillo fetido di Perez, dai più denegato. La teoria infettiva induce come corollario la contagiosità (G. Perez), che è però ben lungi dall'essere dimostrata, e che, in qualunque ipotesi, non è mai assoluta, e pertanto non molto temibile (F. Bilancioni). Un'ultima ipotesi infine per spiegare la genesi dell'ozena è quella costituzionalista, quella cioè che considera la malattia come una complessa dismorfia cranio-facciale (Bilancioni) a carattere ereditario per lo più recessivo.
L'ozena colpisce a preferenza il sesso femminile e particolarmente gl'individui anemici, con tare scrofolose e tubercolari. Eccezionale nell'infanzia, offre la maggior frequenza nell'adolescenza e nella giovinezza. Il suo sintomo principale è il cattivo odore. Si tratta di un fetore affatto caratteristico, assai penetrante e diffusivo, che in pochissimo tempo appesta l'aria degli ambienti dove si trova il malato. Tale odore è dovuto a una particolare fermentazione delle secrezioni; esso infatti si attenua grandemente dopo l'allontanamento del secreto con lavaggi ed è meno sensibile nelle secrezioni recenti, anziché in quelle ristagnanti da tempo e rapprese in croste. Nella donna il fetore si accentua in modo notevole nelle ricorrenze del periodo mestruale. Se la lesione guadagna la regione olfattiva, si stabilisce un'anosmia completa; viceversa, se la malattia si limita alla parte bassa delle cavità nasali, l'apparecchio olfattivo continua a funzionare e l'infermo è molestato di continuo dal cattivo odore delle sue secrezioni nasali (cacosmia). La malattia si può diffondere alle cavità vicine (faringe, laringe; talora, più di rado, ai seni e all'orecchio), provocando disturbi di vario ordine e di differente importanza a seconda dell'estensione che assumono le lesioni. Lo stato generale risente spesso dell'incessante aspirazione di prodotti fetidi gassosi e dell'ingestione di secreto ricco di germi; molto frequentemente infatti gli ozenatosi hanno aspetto scadente e soffrono di anoressia, di dispepsia, di vomiti mattutini. Il decorso dell'infermità è eminentemente cronico; a periodi di peggioramento si alternano pause di apparente guarigione temporanea. Di solito nell'età adulta e nella vecchiaia i sintomi si attenuano.
La prognosi è sempre severa, però non così sfavorevole come in passato si riteneva. Si è visto infatti che la malattia tende spontaneamente a scomparire nell'età avanzata; con acconci provvedimenti terapeutici (cure generali iodiche; mare; cure locali di lavande e uso di balsamici in forte concentrazione) si può modificarne il decorso anche nei giovani, eliminando il cattivo odore, che è il sintomo più penoso e socialmente più importante.