ozono
Un gas nocivo per noi, prezioso per la Terra
L’ozono è un gas le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. Sebbene la sua composizione chimica sia molto simile a quella dell’ossigeno che respiriamo, formato invece da molecole di due atomi, si tratta di un gas con proprietà molto diverse. L’ozono è fondamentale per la vita sulla Terra, ma può rivelarsi anche tossico
L’ozono, formato da tre atomi di ossigeno (O3), è un gas altamente tossico, a differenza dell’ossigeno presente nell’aria che respiriamo, le cui molecole contengono solo due atomi di ossigeno (O2). In condizioni ambientali l’ozono ha colore azzurrognolo e un odore pungente e irritante. Da qui il suo nome, che deriva dal verbo greco òzo, il cui significato è proprio «mandare odore».
L’ozono è presente nell’atmosfera terrestre in quantità che variano, specialmente al variare dell’altitudine. In particolare, l’ozono è presente in concentrazioni piuttosto elevate nella regione della stratosfera che si estende da circa 20 a circa 50 km di altitudine. Qui forma uno strato protettivo in grado di bloccare buona parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole. Se le radiazioni ultraviolette potessero raggiungere indisturbate la superficie terrestre, come accade invece alla radiazione visibile (la luce), causerebbero danni gravissimi alla salute dell’uomo oltreché di moltissimi animali e vegetali, rendendo addirittura impossibile la vita sulla Terra.
Lo spessore della fascia di ozono stratosferico varia per cause naturali a seconda della stagione e della zona. Tuttavia, a partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento si ebbero le prime avvisaglie di un progressivo assottigliamento della fascia di ozono, specialmente nelle regioni sovrastanti i Poli. Il fenomeno, chiamato buco nell’ozono, generò un grandissimo allarme e spinse i ricercatori di tutto il mondo a cercarne le cause. L’ipotesi più accreditata è ancora oggi quella che la distruzione dell’ozono sia dovuta al rilascio nell’atmosfera di alcune sostanze chimiche, i clorofluorocarburi (CFC), largamente impiegate come refrigeranti nei frigoriferi e nei condizionatori d’aria, nei solventi per la pulitura a secco o come propellenti negli spray (fluoro). Questi composti poco reattivi possono raggiungere intatti gli strati alti dell’atmosfera dove si alterano per azione della luce e reagiscono chimicamente con l’ozono distruggendone le molecole. Dalla fine degli anni Ottanta a oggi l’impiego di CFC è stato largamente ridotto secondo le direttive di un accordo firmato nel 1987 a Montreal, in Canada, da diversi paesi, tra i quali l’Italia.
In anni recenti si è cominciato a parlare dell’ozono anche in altri termini, ossia come di un pericoloso inquinante.
Negli strati bassi dell’atmosfera l’ozono è presente normalmente in concentrazioni molto piccole e si forma spesso per azione delle scariche elettriche durante i temporali: il caratteristico odore pungente che si sprigiona nell’aria in seguito a un temporale è dovuto proprio alla presenza di questo gas.
Tale concentrazione può aumentare notevolmente in presenza di alcuni inquinanti chimici, provenienti generalmente dalle emissioni delle auto. Dopo che è stata dimostrata l’elevata tossicità dell’ozono, la sua concentrazione è ormai costantemente monitorata in tutte le grandi città e costituisce uno dei principali indici per valutare il livello di inquinamento. È tuttavia molto difficile attuare provvedimenti in grado di ridurre l’inquinamento da ozono perché esso è un inquinante secondario, in quanto non ha una sorgente propria controllabile dall’uomo: viene infatti prodotto tramite reazioni chimiche complesse con altri inquinanti, in quantità non direttamente proporzionate alla loro concentrazione.
La presenza di ozono è anche influenzata da fattori climatici e meteorologici, ed è particolarmente elevata nei mesi estivi quando è maggiore l’intensità della radiazione solare, che svolge un ruolo fondamentale nelle reazioni fotochimiche che producono ozono. Per lo stesso motivo le ore calde della giornata sono quelle in cui si registra il picco nella concentrazione di tale gas ed è pertanto sconsigliato alle persone più a rischio, quali anziani e bambini, di svolgere attività fisiche all’aperto in quelle ore di maggiore esposizione.