Pablo Costales, Luís Alfonso de
Musicista spagnolo, nato a Bilbao il 28 gennaio 1930. La significativa promozione della musica novecentesca nel proprio Paese (animatore dei gruppi Tiempo y Música e Alea, organizzatore dei concerti delle Juventudes Musicales, fondatore del primo "Laboratorio de Música Electrónica de España", condirettore degli "Encuentros de Arte de Pamplona"), l'attività teoretica e didattica (ha pubblicato, nel 1968, Aproximación en una estética de la música contemporánea, e tenuto corsi di composizione e analisi in Spagna e all'estero) ma, soprattutto, la produzione compositiva, sulla cui importanza la critica è ormai unanime (tra i vari riconoscimenti, ha ottenuto il Grand prix du disque de l'Académie Charles Cros e, ancora in Francia, è stato insignito del titolo di Chevalier des arts et des lettres; in patria, oltre alla Medalla de Oro al Mérito en las Bellas Artes, gli sono stati conferiti la laurea honoris causa dalla Universidad Complutense di Madrid e il Premio de Música Fundación Guerrero, nel 2003), hanno attribuito a P. un prestigio indiscusso nel panorama musicale internazionale contemporaneo. Stabilitosi a Madrid al termine della Guerra civile, si laureò in giurisprudenza e intraprese la professione legale (presso la compagnia aerea Iberia), per abbandonarla tuttavia dopo breve tempo, in favore della musica.
Autodidatta nello studio della composizione, e ben conscio dell'isolamento culturale a cui il regime franchista aveva condotto la Spagna, P. si impegnò da subito nell'apprendere e diffondere il repertorio musicale europeo del secolo scorso. Il riferimento a talune tecniche compositive indagate è percepibile nella sua prima partitura pianistica, la Sonata del 1954, che peraltro, rivela, un tratto precipuo e costante della scrittura pabliana: la decontestualizzazione dei materiali assorbiti e la loro riproposta, di volta in volta modulata sulle istanze creative contingenti. Frequentando gli Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, P. strinse rapporti con musicisti quali B. Maderna (che diresse le prime esecuzioni di Polar e Imaginario ii), M. Deutsch (già allievo di A. Schönberg), D. Tudor (le cui proposte influirono probabilmente sulla stesura del Libro para el pianista), S. Gazzelloni (primo interprete di Condicionado). In breve tempo, P. conobbe una notorietà internazionale sancita, nel 1970, nei sei concerti che le Semaines internationales de musique di Parigi dedicano alla sua opera. Del medesimo anno è Comme d'habitude, "silloge sceltissima delle sue maniere espressive", per usare una definizione di M. Bortolotto (1991): i cinque pezzi che costituiscono la partitura, scritta per un pianista e due pianoforti, e contenente pagine di eccezionale difficoltà tecnica, attestano - persino con una certa dose di humour - tanto il superamento quantola storicizzazione di modi compositivi ai quali P. si era riferito nel corso degli anni Cinquanta del secolo scorso.
Nel ventennio successivo, nacquero importanti lavori sinfonici (Éléphants ivres i, iii e iv, Latidos, due concerti per pianoforte e orchestra) e numerose composizioni di cui si arricchì il catalogo cameristico (Éléphants ivres ii, Invitación a la memoria, Dibujos): non poche, tra queste ultime, confermarono l'interesse dell'autore verso gli strumenti a percussione: Vielleicht (1973), A modo de concerto (1976), Saturno (1983), Fiesta (1987). L'attenzione per il pianoforte è altresì attestata da altri titoli: Affettuoso (1973), Cuaderno (1982) e le quattro serie di Retratos y transcripciones (1984-2004). La prima opera lirica, Kiu (1979-1982), va intesa come tentativo di rinnovare radicalmente il teatro musicale spagnolo; a essa seguì El viajero indiscreto, incentrato sull'ornamentazione continua. Quale suo prologo, nel 1992, vide la luce La madre invita a comer, opera tragicomica improntata al grottesco; quarto titolo è La señorita Cristina, tratta dall'omonimo romanzo di M. Eliade, in cui la ricerca timbrica si accompagna a quella di una perfetta reciprocità tra testo e suoni. Ispirata a un dramma di Y. Mishima è stata la sua ultima composizione teatrale (rappresentata a Venezia nel 2005), Un parque: rilettura in chiave surrealista del binomio amore e morte.
bibliografia
Escritos sobre Luis de Pablo, a cura di J.L. García del Busto, Madrid 1987.
M. Bortolotto, Agudeza y Arte de Teclado. Sulle opere per pianoforte di Luis de Pablo, in Musica senza aggettivi: studi per Fedele d'Amico, a cura di A. Ziino, 2° vol., Firenze 1991, pp. 789-803.
P. De Volder, Encuentros con Luis de Pablo, Madrid 1998.
P. De Volder, Le théâtre musical de Luis de Pablo, Milano 2001.