CÉSPEDES, Pablo de
Pittore spagnolo, nato a Cordova da nobile famiglia nel 1538 e morto ivi nel 1608. Nell'università di Alcalá de Henares, dove si formò una buona cultura umanistica, si laureò in teologia. Insieme con il fiorentino Vincenzo Carducci, e con Francesco Pacheco, fu a capo di quella scuola andalusa che tanto risentì dell'influsso di maestri italiani, chiamati in Spagna da Carlo V e da Filippo II. Il C. fu a lungo in Italia, dal 1559 al 1566; vi tornò una seconda volta e risiedette in Roma fin verso il 1575, quando ne ripartì per prendere possesso del beneficio ecclesiastico ottenuto a Cordova, spenta ormai l'eco di un processo mossogli nel 1560 dall'inquisizione di Valladolid per certa sua lettera datata da Roma il 17 febbraio 1559 all'arcivescovo di Toledo Bartolomé Carranza. A Roma dovette conoscere, fra altri grandi artisti, Michelangelo, che nel suo Poema de la pintura proclama il più gran pittore. In Roma dipinse fra altro un affresco, Scene della vita della Vergine, nella chiesa della Trinità dei Monti. Altri suoi dipinti si ammirano nella cattedrale di Cordova e più ancora a Siviglia, sia nella cattedrale sia nel Museo provinciale e nell'Ospedale della carità del famoso Miguel de Mañara. Oltre il poema sulla pittura, in ottave, pervenutoci frammentario, se ne ha di lui un altro brevissimo, in lode del poeta Fernando de Herrera.
Bibl.: F. M. Tubino, P. de C., Madrid 1868; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912.