PAC (Politica Agricola Comunitaria)
PAC (Politica Agricola Comunitaria) Politica comunitaria che consiste in una serie di norme che regolano la produzione, lo scambio e la lavorazione dei prodotti agricoli.
La PAC prese avvio negli anni 1960 come un mezzo per garantire agli agricoltori europei prezzi sufficientemente elevati e stabili. A tal fine vennero adoperati strumenti quali i sussidi alla produzione e l’acquisto delle eccedenze per sostenere i prezzi. L’Unione Europea passò nel contempo da importatrice di beni alimentari a esportatrice. Questo cambiamento rese estremamente costoso il sostegno ai prezzi agricoli attuato attraverso l’acquisto di massicce quantità in eccesso di beni alimentari (tali operazioni assorbivano più dell’80% del bilancio europeo negli anni 1970).
Gli stringenti vincoli di bilancio e le pressioni da parte dei partner commerciali europei, danneggiati dalle vendite a basso prezzo sul mercato mondiale delle eccedenze agricole dei Paesi dell’Unione, portarono negli anni 1990 a una importante riforma della PAC, denominata Riforma MacSharry, dal nome del commissario agricolo europeo responsabile. Venne adottata nella metà del 1992 e implicò un deciso taglio ai prezzi dei prodotti agricoli europei, avvicinando questi ultimi ai livelli del mercato mondiale. Per rendere questi tagli dei prezzi politicamente accettabili agli agricoltori, la UE cominciò a effettuare pagamenti diretti agli agricoltori, chiamati ‘pagamenti compensativi’, perché erano visti come una compensazione per i tagli dei prezzi dei beni alimentari.
Questo tipo di intervento, che prevedeva il taglio dei prezzi e la compensazione, venne portato avanti anche dalle riforme Agenda 2000 (➔) e da quelle del giugno 2003, con le quali furono ulteriormente ridotti i prezzi minimi e gli agricoltori vennero compensati di parte delle perdite mediante l’incremento dei pagamenti diretti. La riforma di Agenda 2000 impose per la prima volta alla UE anche il compito di fissare la spesa totale della PAC in termini reali. Negli ultimi anni la percentuale del bilancio europeo assorbita dalle spese agricole è scesa sensibilmente, da quasi il 70% negli anni 1970 al 34% nel periodo 2007-2013. Questo calo è dovuto sia all’estensione delle competenze della UE a nuovi settori, sia ai risparmi ottenuti con le riforme, che hanno permesso di integrare nell’Unione 12 nuovi Paesi membri a partire dal 2004 senza accrescere le spese agricole.
Anche se sono state realizzate significative riforme, altre saranno necessarie dopo la scadenza dell’attuale quadro finanziario nel 2013, dal momento che l’impatto economico della PAC continua a provocare forti distorsioni. Innanzitutto i dati mostrano chiaramente che molti degli aiuti vanno a una ristretta minoranza di agricoltori, i cui redditi sono di molto superiori alla media del settore, mentre le piccole aziende agricole, che sono circa la metà del totale delle imprese presenti nell’Unione Europea, ricevono una parte minoritaria dei sussidi. L’altro effetto distorsivo riguarda il commercio mondiale di prodotti agricoli, visto che la UE continua a tassare pesantemente le importazioni di beni alimentari e a sovvenzionare le esportazioni di altri beni. Nel ciclo di negoziati del Doha Round (➔) per la liberalizzazione degli scambi internazionali, l’Unione aveva proposto di sopprimere integralmente i sostegni all’esportazione entro il 2013 e di ridurre significativamente i dazi all’importazione dei prodotti agroalimentari. Ma il Doha Round si è arenato a causa dei contrasti tra i maggiori Paesi e così le misure a favore della liberalizzazione agricola in sede multilaterale. La UE continua a subire, tuttavia, forti pressioni internazionali per la realizzazione di ulteriori riforme. Tra i problemi da affrontare in futuro vi è l’esigenza di raddoppiare la produzione alimentare mondiale entro il 2050, per fare fronte alla crescita demografica e alla maggiore domanda di carne da parte dei consumatori il cui tenore di vita è migliorato, tenendo contemporaneamente conto dell’impatto dei cambiamenti climatici (diminuzione della biodiversità, deterioramento della qualità di suolo e acque) e della difesa dei territori.