La più esterna delle tre meningi, o dura madre, così detta per il suo spessore e in contrapposizione a leptomeninge. La pachimeningite distingue un processo infiammatorio, settico o granulomatoso a carico delle p., accompagnato o no da versamento – purulento, ematico o liquorale – negli spazi epidurali o in quelli subdurali. Vi rientrano: l’ascesso extradurale, il raro empiema subdurale, le raccolte purulente spirali (epiduriti), gli ematomi extradurali e quelli subdurali, le raccolte liquorali subdurali (igromi subdurali) e infine la pachimeningite spinale ipertrofica. La pachimeningite può instaurarsi per cause e con meccanismi patogenetici differenti: estensioni alla dura meninge di processi flogistici della teca ossea, traumi cranici, malattie o condizioni cachettizzanti. La sintomatologia è rappresentata da cefalea, nausea, vomito, segni di irritazione meningea, deficit funzionali in rapporto alle singole localizzazioni, sonnolenza, sopore, eventualmente coma. La pachimeningite spinale ipertrofica si sviluppa con iperplasia fibrosa laminare: determina fenomeni degenerativi e anche necrotici nel tessuto midollare, e si manifesta con parestesie, deficit motori e sensitivi e con atrofie muscolari. Quella emorragica del lattante colpisce i lattanti, specie nel primo semestre, e si manifesta con ingrandimento del cranio, tensione delle fontanelle, talora convulsioni ed emorragie retiniche incostanti.