paciata
s. f. Pacificazione, riappacificazione.
• [tit.] La «paciata» dei pm divisi da [Massimo] Ciancimino rovinata dall’indagine del Csm [testo] Nel pomeriggio di ieri, alla direzione nazionale antimafia, le procure di Palermo e Caltanissetta, si erano messe d’accordo, dopo cinque ore di riunione. A Palermo vertici come quello tenuto ieri si chiamano «paciate». A Roma preferiscono dire che «era una normale discussione tra due uffici che si occupano dello stesso argomento», come ha ribadito il procuratore capo di Palermo, F[rancesco] M[essineo]. (M. P., Foglio, 29 aprile 2011, p. 2) • La legge diceva, allora, all’articolo 544 del codice penale, che il matrimonio avrebbe estinto il reato di sequestro di persona e violenza carnale. Reato estinto per la legge, onore riparato per la società. Doveva sposare Melodia, insomma: era scritto. Ma Franca non volle. Fu la prima donna in Italia ‒ in Sicilia ‒ a dire di no alla «paciata», la pacificazione fra famiglie, e al matrimonio riparatore. (Concita De Gregorio, Repubblica, 27 dicembre 2015, p. 21).
- Dal siciliano paciata.
- Già attestato nella Stampa del 15 gennaio 1967, p. 9 (Gigi Ghirotti).