PADOVA (XXV, p. 887)
La città è situata a 14 m. s. m. In questi ultimi anni è proseguita intensa l'opera di rinnovamento della città con la creazione di nuove piazze fra le quali importanti quella IX maggio, davanti al Palazzo del Governo, e Spalato nel nuovo centro cittadino; con la costruzione dei nuovi quartieri universitarî. Sono stati inoltre costruiti due fori boarî per i fiorenti mercati del bestiame, i mercati generali, nuovi campi sportivi, piscine, palestre per la G. I. L. Le officine, in cui si esplica l'attività industriale della città, hanno trovato posto, oltreché fuori delle barriere Codalunga e Vittorio Emanuele, nel maggior quartiere industriale moderno a NE. della città.
L'università (p. 893). - Già la Repubblica veneta cominciò a dotare l'università di istituti speciali fuori dalla sede centrale. Fra questi, oltre alle scuole mediche, sono da ricordare: l'orto botanico, il più antico d'Europa, fondato con decreto del 1545 per iniziativa di Fr. Bonafede e costruito su disegno di Andrea Moroni da Bergamo; la biblioteca universitaria decretata nel 1629; l'orto agrario e l'osservatorio astronomico istituiti ambedue con decreto del 1761. L'osservatorio trovò sede per quei tempi assai conveniente nel maschio dell'antico castello di Ezzelino III. Un geniale progetto di rinnovamento edilizio ideato nel sec. XIX dell'architetto G. Japelli (v., XVIII, p. 634) non ebbe corso.
Oggi nell'antico palazzo universitario, in corso di completamento su progetto di E. Fagiuoli, restano solo il rettorato, gli uffici, le facoltà di giurisprudenza e di scienze politiche e il seminario matematico.
Le altre facoltà con i loro istituti costituiscono varî quartieri disseminati nella città: quartiere di S. Sofia con gl'istituti sperimentali, il politecnico e la Casa dello studente; quartiere di S. Mattia con gl'istituti anatomici e le cliniche; quartieri del centro con gl'istituti per le scienze della terra e per la facoltà di lettere e filosofia.
Sono in costruzione: un nuovo osservatorio astronomico (ad Asiago) con rifrattore da metri 1,20 di diametro e quattro nuove grandi cliniche.
L' università comprende sette facoltà (giurisprudenza, scienze politiche, lettere e filosofia, medicina e chirurgia, farmacia, scienze fis. matem. e naturali, ingegneria) e nell'anno accademico 1936-1937 contava 4581 iscritti.
Altri importanti istituti scientifici della città, al difuori dell'università, sono la R. stazione sperimentale di bacologia, il R. Istituto zooprofilattico e l'osservatorio meteorologico del magistrato alle acque.
Arte della stampa (p. 896). Va ricordata la celebre tipografia del Seminario fondata nel 1684 dal card. Gregorio Barbarigo e tuttora fiorente. Essa fu soprattutto strumento nella lotta culturale per la Controriforma, ma anche valida officina per la cultura umanistica padovana: si ricordi per tutte le infinite opere uscite dai torchi del Seminario, il Lessico del Forcellini.
(p. 889). - La via diretta ad Adria passava su due ponti romani: il Ponte di S. Lorenzo e il Pontecorvo.
(p. 891). - Il duomo (e non la basilica del Santo) sorge sul luogo di un'antica chiesa protoromanica dedicata a S. Maria Mater Domini.
(p. 897). - L'autonomia decurionale fu ristretta dal tempo di Diocleziano e Massimiano.
La provincia (p. 898).
La quota rappresentata dal terreno improduttivo nella provincia di Padova è fra le più basse d'Italia. Tra le colture cerealicole hanno la prevalenza il frumento (nel 1936: superficie 617,2 kmq.; produzione 1.018.000 q.) e il mais (nel 1936: superficie 373,6 kmq.; produzione 1.029.000 q.). Il patrimonio zootecnico è rappresentato dalle cifre seguenti: bovini, 148.000; equini, 23.620; suini, 48.000; caprini, 9000; ovini 4000. La popolazione relativa della provincia (312 ab. per kmq., nel 1936) è più che doppia di quella generale. Il forte aumento è dovuto in gran parte all'elevata natalità.
Condizioni idrauliche della provincia. - La provincia di Padova è attraversata dai fiumi Brenta e Bacchiglione e loro affluenti, e da varî canali rispettivamente derivati, alcuni dei quali di notevole importanza. Lo sviluppo delle vie d'acqua navigabili è di circa 230 km., compreso il tratto del fiume Adige che ne segna il confine meridionale. L'estensione dei comprensorî di bonifica e irrigazione oltrepassa 150.000 ettari.
I corsi d'acqua più importanti sono per gran parte arginati; particolarmente notevoli sono le grandi arginature dell'Adige. Sono in corso importanti lavori di bonifica e di sistemazione delle vie d'acqua, allo scopo di difendere la città dalle piene del Bacchiglione.
Le condizioni idriche del sottosuolo nella provincia di Padova sono assai varie. Nella zona settentrionale si hanno abbondanti falde acquifere facilmente utilizzabili; così dal margine nord-orientale del territorio (S. Ambrogio) si ha l'alimentazione dell'acquedotto di Venezia. Invece nella zona centrale e meridionale le acque del sottosuolo sono scarsamente utilizzabili per uso potabile; l'acquedotto della città di Padova (che ora serve anche Abano) è alimentato con una conduttura lunga 45 km. da falde di sottosuolo dipendenti dall'Astico (presso Dueville; Vicenza). Numerose ma piccole sorgenti si hanno nella zona dei Colli Euganei; da alcune di queste sono alimrntati gli acquedotti di Este, Galzignano, Battaglia Terme. Sono importantissime le acque termali della zona pedecollinare euganea di Abano Terme, Montegrotto, Battaglia Terme, scaturenti a temperature fino a 87° e utilizzate fino dall'antichità, ed ora in un gran numero di stabilimenti termali ed anche per floricoltura.
Sanità ed igiene. - Nella provincia oltre alle cliniche universitarie e a moltissime case di cura private, funzionano otto ospedali civili (Padova, Camposampiero, Cittadella, Conselve, Este, Monselice, Montagnana e Piove di Sacco) e un ospedale militare (Padova).
In Padova v'è inoltre un ospedale psichiatrico provinciale che ha quattro sezioni di alienati di forma tranquilla nei mandamenti provinciali di Cittadella, Piove di Sacco, Conselve e Camposampiero; un ospedale comunale d'isolamento per le malattie infettive. Locali d'isolamento esistono anche in molti comuni della provincia.
Alla lotta antitubercolare presiede il Consorzio provinciale antitubercolare che possiede un dispensario centrale in Padova, e sette sezioni nei sette capoluoghi di mandamento. Il Consorzio possiede e gestisce in comune di Galzignano, un preventorio per fanciulli dai 2 ai 12 anni.
Ulteriore assistenza sanitaria viene praticata all'infanzia: col preventorio "Giorgio Cini" in Monselice di proprietà della Federazione provinciale del P. N. F.; con la colonia fluviale "Nazario Sauro" in campo San Martino; con i "solarî" in atto nei varî comuni della provincia, con preventorî e colonie anche fuori del territorio provinciale. È, infine, da ricordare, per l'assistenza infantile, la creazione del brefotrofio provinciale, di varie scuole all'aperto e di numerosi consultorî pediatrici.
Sempre nel campo dell'assistenza antitubercolare, l'Istituto nazionale fascista della previdenza sociale gestisce, per i suoi assicurati, due sanatorî, uno a Padova e l'altro a Galliera Veneta.
Esplicano anche la loro attività in materia di sanità e di igiene le seguenti istituzioni: il Laboratorio provinciale d'igiene e profilassi; il Comitato provinciale antimalarico la cui azione, in seguito alle bonifiche compiutesi e alle realizzazioni in questi ultimi anni conseguite, resta ora limitata a pochi comuni della bassa padana e cioè ai comuni di Codevigo, Correzzola, Arzergrande, Anguillara, Piove di Sacco e Pontelongo dove d'altronde la malaria si presenta in modo assai parziale e sotto forma mite; il Dispensario governativo celtico, l'Istituto antirabbico "Achille De Giovanni", il Centro per la lotta contro i tumori maligni, ecc.
Per i tre importanti centri termali di fama mondiale, di Abano, Battaglia e Montegrotto v. sopra.