Vedi PADOVA dell'anno: 1963 - 1996
PADOVA (v. vol. V, p. 813)
Dagli studi più recenti emerge un nuovo aspetto del centro paleoveneto, sorto all'interno di un'ansa e controansa del fiume Brenta (l'antico Meduacus) il quale, entrato a P. all'altezza dell'odierno osservatorio Astronomico, seguiva il tracciato delle attuali riviere Mussato, Mugnai, Ponti Romani, Tito Livio, Ruzzante e Businello, e del canale che passa sotto Ponte Corvo, per proseguire poi, diviso in due rami (Plin., Nat. hist., III, 121), verso gli sbocchi nella laguna. Nell'Alto Medioevo si costituirà l'attuale situazione idrografica, con il Bacchiglione che, con portata minore, subentra al Meduacus.
Le tracce più antiche di abitazioni (area ex Albergo Storione, Via 8 Febbraio) risalgono al Protovillanoviano arcaico (XII sec. a.C.) e non mancano sporadiche testimonianze per il X e il IX secolo. I rinvenimenti diventano più numerosi per il periodo seguente, fino alla romanizzazione, e comprovano la continuità dell'insediamento (VIII-II sec. a.C.), con abitazioni pavimentate in argilla e con alzato ligneo (area ex Pilsen, Piazza Insurrezione). Le suppellettili risultano piuttosto tipiche, rispetto alla coeva ceramica domestica atestina. A partire dal V sec. a.C. fu importata ceramica attica a figure rosse e successivamente a vernice nera dall'Etruria padana, e quelle apula e campana. È di produzione locale la ceramica cinerognola, che continua fino in età romana.
P. paleoveneta era probabilmente costituita da piccoli nuclei abitativi, disposti entro le aree delimitate da ansa e controansa del Meduacus e collegati alla via fluviale; nel tratto compreso tra i futuri ponti romani di S. Lorenzo e Altinate era forse situato il principale scalo commerciale dei Patavini, i quali controllavano un territorio che giungeva alla frangia lagunare e, con lo sbocco di Malamocco, al mare. Le necropoli (prevale il rito della cremazione e i corredi denotano una facies culturale tipicamente patavina) erano situate a E dell'abitato, prevalentemente lungo la riva sinistra della controansa del Meduacus, in posizione periferica rispetto all'area insediativa, che era divisa in due parti dal ramo discendente dell'ansa del fiume. «In flumine oppidi medio» si svolgevano le annuali naumachie con cui i Patavini celebravano la vittoria sul principe spartano Cleonimo, respinto dal territorio di P. nel 302 a.C. da una popolazione sempre in armi anche contro i Galli, e dopo che era andata distrutta la vetus aedes di Giunone, sulla quale erano stati affissi i trofei tolti ai vinti (Liv., X, 2). Giunge fino alle soglie dell'età romana la serie di stele figurate, le quali, insieme con i ciottoloni inscritti, costituiscono i documenti per la conoscenza della lingua venetico-patavina. Alla fine del IV sec. a.C., in contesti tombali femminili, appare l’aes rude, e cominciano a circolare le dracme venetiche, desunte da prototipi massalioti, seguite poi dai vittoriati e, intorno alla metà del II sec. a.C., dai denarii.
Il passaggio dalla fase protourbana paleoveneta a quella urbana di età romana avvenne gradualmente, per cui non si può parlare di un impianto urbanistico costruito ex novo. Probabilmente la stessa comunità patavina, in concomitanza con una politica tradizionalmente filoromana, assunse via via i modelli urbanistico-architettonici romani; lo comprova per la tipologia abitativa una piccola ma assai significativa serie di pavimenti in opus signinum, del I sec. a.C. Intorno alla metà dello stesso secolo vengono costruiti in tecnica lapidea i ponti S. Lorenzo e Altinate, con annessi mercati fluviali sulla riva destra del fiume, a potenziamento degli approdi paleoveneti. Quello rinvenuto nel 1938 (cortile nuovo del Palazzo Universitario del Bo') constava di un triportico a due navate che delimitava una piazza centrale, con banchine digradanti verso la sponda del fiume. Non sono stati individuati l'area del foro e i principali edifici pubblici del municipium; ma elementi architettonici in situ, emersi nel secolo scorso in Piazza Pedrocchi, sono stati ora interpretati come resti di una basilica forense. Il sistema viario, documentato sporadicamente, sembra subordinato all'andamento del fiume: lo attestano il tracciato del muro di arginatura (tratti rinvenuti in Riviera Mugnai e Via S. Pietro) e quello della strada corrispondente all'attuale Via S. Fermo, la quale proseguiva con direzione N-S lungo l'odierna Piazza Garibaldi e poi descriveva un'ampia curva per raccordarsi con la rampa di accesso al ponte Altinate e alla via che conduceva ad Aitino. Brevi strade in pendenza da O a E raccordavano questo asse viario e quello proveniente da S (Via Annia) alla sponda destra del fiume, almeno nel tratto mediano urbano del corso.
Il teatro era in posizione periferica, esterna alla controansa del fiume (nell'odierno Prato della Valle), in un settore di convergenza della Via Annia e di quella da Bologna-Este. Nessun resto è più visibile, ma da rilievi del 1775 e 1967 risulta che la parte inferiore della cavea era sorretta da una sostruzione compatta in opera cementizia, dalla quale si diramavano i muri radiali. L'anfiteatro era prossimo alla riva sinistra del fiume, in un'area semiperiferica; misurava m 134,26 x 97,31, con arena di m 76,40 x 39,45, ed era costituito da tre corridoî anulari, con raggiera di ottanta muri radiali. Le strutture erano in opera cementizia con paramento in blocchetti disposti in filari orizzontali, mentre pilastri, arcate e trabeazioni della facciata erano in opera quadrata di trachite euganea. La datazione dei due edifici è genericamente ascritta a età augustea o giulio-claudia. I pavimenti musivi di domus (di cui non sono ricostruibili le planimetrie), rinvenuti nei settori E e O dell'antica area urbana, sono datati dall'età augustea al IV sec. d.C., quando comincia qualche sporadica documentazione di arte musiva paleocristiana. Gli elementi di decorazione architettonica, custoditi nel Museo Civico, coprono un arco cronologico che si estende dall'età tardorepubblicana sino al tardoantico, e provengono da grandi edifici pubblici o privati, con gusto prevalente, nei capitelli, per il tuscanico, il corinzieggiante, il figurato, il corinzio asiatico.
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