Paese-cicala
(Paese cicala), loc. s.le m. (iron.) Paese prodigo, che sperpera il denaro pubblico senza preoccuparsi del futuro.
• Insomma, il feticcio del tre per cento e la cura di austerità imposta a quelli che i tedeschi vedono come Paesi-cicala, viene riaffermata senza tentennamenti da Berlino. E non poteva che essere così, a pochi mesi da elezioni europee destinate a influire, per la prima volta, sulla guida della Commissione. (Renzo Guolo, Piccolo, 18 marzo 2014, p. 1, Prima pagina) • Va preso con grande rispetto il parere di chi sostiene che poiché siamo in fase di crescita dobbiamo approfittare per consolidare i conti pubblici. Ma quella fase è appena all’inizio, è molto incerta, e ha ancora uno straordinario bisogno di essere sostenuta e alimentata. C’è tanta crescita da dover creare e un deficit al 2,2 per cento non è esattamente quello di un Paese cicala. Tanto più se si rivelerà realistica la previsione di un debito in calo dal prossimo anno. (Fabrizio Forquet, Sole 24 Ore, 17 ottobre 2015, p. 1, Prima pagina) • la maggiore penetrazione delle importazioni dimostra come le aziende italiane siano sempre meno in grado di soddisfare la domanda interna. Le recenti scelte del governo di privilegiare la crescita dei consumi coi bonus fiscali, invece di tagliare con più forza il carico contributivo per le imprese, non aiutano. Il rischio è di diventare un Paese cicala che consuma in misura sempre maggiore quel che non produce ‒ finché dura. (Ferdinando Giugliano, Repubblica, 21 maggio 2016, p. 32, Commenti).
- Composto dal s. m. Paese e dal s. f. cicala.
- Già attestato nel Corriere della sera del 29 settembre 2003, p. 1, Prima pagina (Pier Ferdinando Casini riportato da Massimo Franco).