Paese-guida
(Paese guida, paese guida), loc. s.le m. Paese che si pone all’avanguardia, come modello degno di essere emulato.
• [Habib] Bourghiba ha fatto la storia della Tunisia moderna, nel segno di un progressismo laico respirato nelle università francesi e che negli anni della sua presidenza era riuscito a promuovere leggi senza precedenti per i paesi arabi musulmani: come l’abolizione della poligamia e la proibizione del ripudio della donna da parte del marito, facendo così della Tunisia un paese guida sul terreno dell’emancipazione femminile. (Giovanni Pons, Repubblica, 26 maggio 2008, Affari & Finanza, p. 9) • «Nell’immediato la Bce e il Fondo monetario devono spalleggiare il sistema bancario, soprattutto in Italia e Spagna, perché altrimenti si arriverebbe a un collasso generale. Andranno messe in campo risorse enormi, ma serve anche tanta credibilità. Per averla l’Europa ‒ e soprattutto il suo Paese-guida, la Germania ‒ deve avere il coraggio di tirare una riga tra chi è solvente e chi non può più esserlo. È difficile, ma solo così si può ripartire» (Kenneth Rogoff intervistato da Massimo Gaggi, Corriere della sera, 2 novembre 2011, p. 11, Primo Piano) • Sono soltanto quattro per ora i nuovi parametri che irrompono nello strategico Def, ma indicano già un cruciale cambiamento di rotta prendendo in considerazioni fattori sociali, lavorativi e ambientali. Proprio mentre un Paese «guida» come gli Stati Uniti sta invece decidendo di buttare al macero consolidati principi e valori sociali, solidaristici e ambientali. (Massimo Iondini, Avvenire, 12 aprile 2017, p. 9, Primo piano).
- Composto dal s. m. Paese e dal s. f. guida.
- Già attestato nella Nuova Stampa del 6 agosto 1954, p. 1, Prima pagina (Diego de Castro).