Toynbee, Paget Jackson
Dantista inglese (Wimbledon 1855 - Londra 1932), amico e collaboratore di Edward Moore (v.) e, dopo la morte di questo, animatore della Oxford Dante Society (v.). Nel 1894 apparve la prima edizione del cosiddetto " Dante di Oxford " del Moore con aggiunto l'Indice dei nomi propri e delle cose notabili, compilato dal Toynbee. Questa collaborazione indusse il T. ad ampliare il lavoro di ricerca, e a pubblicare quattro anni dopo l'utilissimo Dictionary of Proper Names and Notable Matters in the works of D. (1898; seconda edizione riveduta da C. Singleton, 1968); del quale il T. stesso diede nel 1914 un'edizione ridotta, e in qualche particolare corretta: A Concise Dictionary of Proper Names and Notable Matters in the works of Dante.
Un'opera in due volumi di grande importanza nel campo della letteratura comparata apparve nel 1909: D. in English Literature from Chaucer to Cary, ove l'autore registra ogni sia pur breve menzione del poeta italiano nella letteratura inglese fino al 1840.
In questo lavoro, oltre ad antologizzare ampiamente opere di scrittori inglesi che citano il poeta italiano o che mostrano comunque di aver assimilato un influsso di D., il T. traccia commenti critici e profili biografici di buon livello informativo, offrendo un'opera praticamente indispensabile agli studiosi della fortuna di D. in Inghilterra.
Per più di trent'anni il T. continuò a scrivere numerosissimi articoli su problemi danteschi per periodici italiani e inglesi; molti di questi saggi furono raccolti nei volumi Dante Studies and Researches (1902, traduz. ital. Bologna 1899-1904, vol. 2) e Dante Studies (1921).
Per celebrare il sesto anniversario della morte di D. il T. pubblicò un repertorio: Britain's Tribute to D. in Literature and Art (Londra 1921), dove elencò tutte le opere inglesi d'interesse dantesco, tutte le citazioni, gli studi, le traduzioni di D. in lingua inglese, e segnalando inoltre il materiale illustrativo di argomento dantesco che gli fu possibile rintracciare.
Importante contributo agli studi danteschi fu inoltre la sua edizione delle epistole (1920), opera che fornì agli studiosi un testo filologicamente superiore a tutti gli altri stampati fino a quella data e che fu utilizzato dal Pistelli per la sua edizione critica preparata per la Società Dantesca Italiana (1921). Lo studio sul cursus, pubblicato in appendice all'edizione, servì per argomentare l'autenticità della Quaestio e per chiarire difficoltà testuali del De vulg. Eloquentia.