PAIKULI
Porta questo nome la località dove sorge un monumento di età sassanide, a forma di torre, situato nell'odierno Kurdistan (Iran). La torre di P., di cui oggi rimangono solo poche rovine, fu costruita dal re sassanide Narsete (293-303 d. C.).
Essa sorgeva sul lato meridionale del monte Zarda Kiaw agli inizi della salita che conduce al valico della catena del Khoratan. La torre, edificata su uno zoccolo cubico formato da pietrame, misurava 9 m di altezza ed il suo corpo era costituito interamente di mattoni. Grandi lastre di pietra, accuratamente squadrate, ne formavano il rivestimento esterno. Su di esse, ai quattro angoli, erano scolpite semicolonne con base di derivazione ellenistica e con capitelli a campana. Coronava l'edificio una serie di merli a scalini, tagliati ad angolo retto, simili a quelli trovati nei palazzi sassanidi di Firūzābād e Sarvistan. Non sappiamo se la torre fosse piena o se nel suo interno si sviluppasse una scala per raggiungere la terrazza superiore, così come accadeva nei contemporanei monumenti funebri palmireni. È certo tuttavia che il suo significato non era né religioso (tempio del fuoco), né funerario. Essa rappresentava piuttosto un monumento commemorativo, il cui valore era, nella sostanza, identico a quello dei rilievi rupestri, così comuni in tutta la storia della civiltà iranica. Ciò è dimostrato chiaramente da quattro busti in altorilievo, rappresentanti il re Narsete, applicati originariamente uno su ogni lato dell'edificio.
Tali busti, rinvenuti tra le rovine in stato frammentario, erano composti con uno spiccato gusto decorativo, sottolineato da una rigida frontalità. Fedele ad una antichissima convenzione orientale, l'artista che li compose non si interessò ad una realistica riproduzione delle fattezze del sovrano. Egli si limitò ad addizionare analiticamente un certo numero di simboli esterni e convenzionali, in modo da mettere lo spettatore in grado di "leggere" agevolmente l'identità del personaggio rappresentato.
L'uso di applicare volti o busti frontali direttamente sulla liscia superficie di una facciata, deriva da un gusto decorativo che risale, probabilmente, al mondo semi-nomade da cui provenivano i Parthi. Si ricordano a questo proposito le maschere dell'iwān S di Hātra (v.), le maschere dei sarcofagi parthici della Babilonide, le teste di Quman ed i più tardi sarcofagi transoxiani (v. oxus).
Sui lati E ed O della torre, al disotto dei busti, correvano due lunghe iscrizioni in parsik e in pahlavi. Da esse sappiamo che il monumento fu costruito per ricordare la vittoria di Narsete sul rivale Bahram III (293 d. C.). La scelta della torre per questo scopo commemorativo fu influenzata senza dubbio dal ricordo dei monumenti funerarî di cui si è detto più in alto. Prototipi specifici, anche per i dettagli ellenizzanti, furono però i mausolei parthici di Hātra, a forma più o meno cubica, con semicolonne angolari.
Bibl.: E. Thomas, Early Sasanian Inscriptions, Londra 1868, p. 70 ss.; E. Herzfeld, in Abhandlungen der Kgl. Preussischen Akademie der Wissenschaften, Berlino 1914, p. i ss.; F. Sarre, Die Kunst des Alten Persien, Berlino 1923, p. 69; E. Herzfeld, Paikuli, Berlino 1924; O. Reuther, Sasanian Architecture. History, in Survey of Persian Art, Oxford 1938, pp. 522-568.