PALATINATO (Plalz o Rheinpfalz, Palatinato Renano; A. T., 56-57)
Regione della Germania occidentale sulla sinistra del Reno, la quale confina con l'Alsazia, la Lorena, il Baden, l'Assia e la Renania prussiana, e dipende dalla Baviera.
Essa copre un'estensione di 5503,9 kmq., e conta (1933) 931.755 abitanti, con una densità media di 169 abitanti per kmq. La sua struttura appare piuttosto complicata data l'età diversissima dei terreni, e accanto a regioni molto fertili se ne trovano altre piuttosto povere e scarsamente abitate. A oriente il Palatinato si affaccia al Reno Superiore con una lunga striscia di territorio (Vorderpfalz), larga una trentina di km. e alta 90 m. s. m., fertile e ricca di abitanti e di officine, avente una densità media di oltre 200 ab. per kmq. Verso occidente questa è limitata dalla Hardt, che è l'orlo della Selva del Palatinato, coperta da foreste secolari, in prevalenza di latifoglie, ottimamente curate e conservate, che però poco si presta all'insediamento. Qui si vedono i resti del corrugamento erciniano portati a varie altezze (fino a poco più di 600 metri nel punto più alto), molto trasformati dai movimenti tettonici e dall'erosione che incide il rilievo, nell'insieme molto tormentato, fino al Permico; allo sbocco delle valli nella pianura renana hanno trovato condizioni favorevoli di sviluppo numerosi centri abitati, come Neustadt e Landau. Le terrazze di löss e le pendici solatie si prestano bene alla coltura della vite e del tabacco. Verso SO., in direzione della Saar, il rilievo è meno mosso e succede un tavolato frastagliato (Westrich), dove vengono alla luce i calcari conchigliari e le arenarie triassiche e dove il bosco cede il posto alle colture agrarie. Verso N. la Hardt è invece continuata, in direzione del massiccio scistoso renano, dalle colline del Palatinato settentrionale (Bergisches Bergland), larghe circa 40 km. e lunghe 100, le quali constano di scisti del Carbonico tra i quali si intercalano rocce eruttive (melafiri); la cima più alta è il Donnersberg, un rilievo vulcanico porfirico. A occidente di Kaiserslautern si estende poi un'ampia bassura paludosa e torbosa, diretta da SO. a NE., percorsa dal Glan, importante per le comunicazioni (linea Mannheim-Metz), ma poco popolata. Le città principali del Palatinato, oltre a Spira (v.) che è la capitale, sono Ludwigshafen (1933: ab. 105.198), di fronte a Mannheim, sul Reno, e Kaiserslautern (ab. 62.578) al centro della regione.
Storia. - Il Palatinato si formò da un certo numero di possedimenti della casa di Franconia, disseminati lungo il corso medio e sulle due rive del Reno. Li ereditarono poi gli Svevi. Dopo la divisione del 1147, Corrado, fratello di Federico I, divenne nel 1155 principe dell'Impero e "conte palatino sul Reno", con sede in Aquisgrana: da ciò il nome di Palatinato attribuito alle sue possessioni ed estesosi gradatamente a tutto il territorio del Palatinato storico. A Corrado, protettore di varî territorî vescovili e feudatario di Treviri e Colonia, successe il genero, Enrico, della casa guelfa di Brunswick, cui seguì un altro Enrico. Nel 1214 Federico II conferì la dignità di conti palatini ai Wittelsbach, nella persona di Ludovico I. Il figlio di questo, Ottone II, sposando nel 1222 Agnese, figlia ed erede dell'ultimo conte guelfo del Palatinato, poté formarsi un compatto organismo territoriale, appoggiato alla potenza della casa di Baviera, il quale venne gradatamente accrescendosi per matrimonî, permute, acquisti (1288: Heidelberg). Il Palatinato restò unito alla Baviera, in quanto possesso personale dei Wittelsbach, fino al 1329, quando, dopo lunghe contese familiari, col patto di famiglia di Pavia, Lodovico il Bavaro lasciò che il Palatinato e l'Alto Palatinato costituissero un dominio autonomo del maggiore tra i figli di Ludovico II, Rodolfo I, e della sua discendenza. La dignità elettorale sarebbe stata esercitata alternativamente dalla casa di Baviera e da quella dei conti Palatini. La figlia di Rodolfo II, Anna, sposò nel 1349 Carlo IV di Lussemburgo e gli portò in dote parte dell'Alto Palatinato; altra parte se ne annetté l'imperatore, il quale, in compenso, riconobbe nella Bolla d'oro la dignità elettorale ai soli conti del Palatinato, a scapito dei loro cugini bavaresi. Roberto I, fratello di Rodolfo II, morto senza figli maschi, sancì l'indivisibilità del Palatinato, come territorio cui era connessa la dignità elettorale (Kurland). Egli fu un buon principe, che fondò l'università di Heidelberg (1386) e accrebbe notevolmente i proprî dominî (contea di Zweibrücken, 1385). Nel 1410, alla morte di Roberto III, il Palatinato si divise tra i quattro figli, che fondarono altrettante linee: 1. il Palatinato elettorale (Kurpfalz), con parte dell'Alto Palatinato (Heidelberg e Amberg); 2. l'Alto Palatinato con Neumarkt; 3. la linea palatina di Simmern-Zweibrücken; 4. la linea di Mosbach. Ebbero diversa durata. La linea dell'Alto PalatinatoNeumarkt si estinse nel 1448 con Cristoforo, re di Danimarca, e il suo territorio fu diviso tra la linea principale e quella di Mosbach; questa si estinse a sua volta nel 1499 e venne assorbita dalla principale, che ebbe lunga durata, al pari della linea di Zweibrücken, della quale furono molti i rami secondarî. Infatti alla morte del fondatore della linea, Stefano (1459), si formarono i rami di Simmern (estinto nel 1674) e di Zweibrücken: questo, verso la fine del sec. XVI, si tripartì nei rami di Neuburg (da cui proviene il ramo di Sulzbach), di Zweibrücken (più tardi spartito nei rami di Zweibrücken, Landsberg e Kleeburg) e di Birkenfeld, ancora esistente col nome di linea del Palatinato-Birkenfeld-Zweibrücken.
La linea del Palatinato elettorale, iniziata da Lodovico III (1410-1436), s'accrebbe continuamente in estensione e potenza. Filippo (1476-1508), protesse gli umanisti Agricola e Celtes. NeI 1503 si trovò impigliato nella guerra di successione del Palatinato. Ottone il Ricco di Baviera-Landshut, suo suocero, aveva destinato al nipote Roberto la Bassa Baviera, al che fecero opposizione i duchi di Baviera-Monaco e l'imperatore, che pose Roberto al bando dell'Impero. Ne seguì una guerra che terminò nel 1505 col lodo di Colonia, per il quale la parte maggiore del territorio in questione fu assegnata ad Alberto di Baviera-Monaco, altra parte si prese l'imperatore e per i figli di Roberto venne formata la Junge Pfalz ("giovane Palatinato") che più tardi si divise nei ducati di Neuburg e di Sulzbach. L'estinzione della linea di Mosbach, nel 1499, accrebbe il dominio del Palatinato elettorale. Ludovico V (1508-1544) contribuì a debellare Franz von Sickingen e si annetté parte delle sue terre; vinse anche la rivolta dei contadini. Egli non si oppose alla diffusione della Riforma, al pari del fratello e successore Federico II (1544-1556) che però accettò l'"interim" d'Augusta (1548).
Ottone Enrico (1556-1559), figlio di Ludovico V, che già, come signore della Junge Pfalz, aveva favorito la nuova confessione, poi l'abbracciò apertamente, prese parte alla lega di Smalcalda, e introdusse la riforma nell'università di Heidelberg (1556). Con lui nel 1559 si spegne la linea principale e la dignità elettorale passa a Federico III (1559-1576) della linea di Simmern, sotto il quale viene introdotto nel Palatinato il calvinismo, ripudiato poi dal figlio Ludovico VI (1576-1583), ma nuovamente favorito da Giovanni Casimiro, tutore di Federico (1583-1610), il quale ultimo si adoperò molto per l'Unione evangelica. Federico V accettando nel 1619 l'effimera corona di Boemia ("il re di un inverno") perdette la dignità elettorale e il Palatinato, che passò a Massimiliano di Baviera ed ebbe molto a soffrire durante la guerra dei Trent'anni. Il figlio di Federico, Carlo Ludovico, riottenne col trattato di Vestfalia il dominio avito, ma senza l'Alto Palatinato, che rimase alla Baviera insieme al quinto posto nel collegio elettorale; in compenso per il Palatinato fu creato un ottavo posto e nel 1652 venne conservata la carica di tesoriere dell'Impero. Col figlio Carlo si spense nel 1685 anche questa linea del Palatinato. Restava la figlia Elisabetta Carlotta (detta Liselotte del Palatinato) maritata a Filippo d'Orléans, fratello di Luigi XIV. Ciò diede alla Francia il pretesto per la guerra devastatrice del Palatinato; tuttavia il dominio su questa regione restò a Filippo Guglielmo della linea di Zweibrücken-Neuburg, uno dei "possidenti" del ducato di Jülich-Kleve (v.), cattolico ma tollerante verso i protestanti. Invece il figlio Giovanni Guglielmo si dovette impegnare con la pace di Rijswijk (1697) a favorire il culto cattolico, introdotto dai Francesi; egli riottenne anche per un certo tempo l'Alto Palatinato. Il fratello Carlo III Filippo (1716-1742) riordinò le finanze dello stato e ne trasferì la capitale dalla devastata Heidelberg a Mannheim (1720). Con la sua morte (1742) si spense anche questa linea e seguì quella di Sulzbach con Carlo Teodoro. Morto nel 1777 Massimiliano di Baviera, il principe elettore palatino riunì di nuovo sotto di sé tutti i possessi della famiglia, oltre a Jülich e Berg; egli riottenne per il Palatinato anche il quinto posto nel collegio elettorale. La parte del Palatinato sulla simistra del Reno venne invasa dai Francesi nel 1792-1794, spartita nel 1797 in tre dipartimenti, annessa nel 1801 alla Francia (mentre il resto del Palatinato veniva suddiviso tra il Baden e l'Assia); nel 1815 il Palatinato ritornò alla Germania con l'antico nome, fu però spartito fra Baviera, Assia e Prussia. Il nome Palatinato restò poi limitato alla porzione bavarese, sulla sinistra del Reno. Dal 1918 al 1930 fu occupato dai Francesi. Il tentativo di costituire il Palatinato in repubblica autonoma non riuscì. Una parte del Palatinato, attigua al territorio della Saar, fu nel 1919 annessa a tale regione, per seguirne le sorti.
Bibl.: Regesten d. Pfalzgrafen am Rhein 1214-1508, a cura di A. Koch, J. Wille e L. Oberndorff, I, Innsbruck 1894; II, ivi 1912-19; Urkunden zur pfälz. Kirchengesch. im Mittelalter, a cura di F. X. Glasschröder, Monaco 1903; C. F. Nebenius, Gesch. d. Pfalz, Heidelberg 1874; H. Weigel, Franken, Kurpfalz u. d. böhm. Aufstand 1618-1620, Erlangen 1932.