Palau
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Oceania, situato nel Pacifico occidentale, costituito da quattro isole di origine vulcanica, quattro di origine corallina e da alcune centinaia di isole minori e isolotti disabitati che formano la sezione occidentale dell'arcipelago delle Caroline. Avendo ottenuto l'indipendenza dagli Stati Uniti solo nel 1994, P. è una della nazioni più giovani (e meno popolose) del mondo. Al censimento del 2000 gli abitanti sono risultati 19.129 (saliti a poco più di 20.500 a una stima del 2005), per oltre la metà concentrati nella capitale Koror.
Il principale gruppo etnico è costituito dai palauani (70%) di ceppo melanesiano, seguiti da minoranze di micronesiani, polinesiani, europei e asiatici (soprattutto filippini).
Il Paese, che dipende ancora fortemente dagli aiuti statunitensi, vanta uno dei livelli di vita più elevati del Pacifico e un reddito pro capite di 7.630 dollari (2005), di gran lunga superiore a quello della vicina Micronesia. L'economia, tradizionalmente fondata su agricoltura e pesca (i principali prodotti di esportazione sono la copra, ricavata dalla palma da cocco, e il tonno), vede una netta prevalenza dei servizi, che contribuiscono per circa l'80% alla formazione del PIL, dando occupazione ai tre quarti della popolazione attiva. In particolare ha registrato una notevole espansione il turismo, sul quale il Paese conta per poter far fronte alla fine del sostegno economico statunitense prevista per il 2009: infatti gli Stati Uniti, in base a un accordo di libera assistenza firmato nel 1994 e in cambio di un controllo sulla politica estera del Paese, hanno garantito un aiuto finanziario di 600 milioni di dollari, destinato a sostenere lo sviluppo dell'arcipelago. Nel 2004 sono stati registrati poco meno di 80.000 ingressi, ma l'industria turistica locale dovrebbe presto beneficiare dell'espansione del traffico aereo nel Pacifico e della crescente ricchezza di numerosi Paesi dell'Asia orientale.
Storia
di Paola Salvatori
Indipendente dal 1994, in seguito alla definitiva accettazione del Patto di libera associazione con gli Stati Uniti, il piccolo Stato oceanico era caratterizzato ancora all'inizio del 21° sec. dall'assenza di partiti politici organizzati e dalla conseguente gestione del potere da parte di una classe dirigente aggregata prevalentemente attorno a leader carismatici. Il principale terreno di confronto politico divenne in questi anni la lotta alla corruzione e il rilancio dell'economia, la cui debolezza rendeva il Paese in gran parte dipendente dagli aiuti statunitensi.
Il nuovo presidente, T. Remengesau, eletto nel novembre 2000 con il 52% dei voti, pose al centro del suo programma la creazione di infrastrutture per potenziare il settore turistico, la lotta alla corruzione e una maggiore trasparenza nella gestione delle finanze pubbliche, e creò un apposito organismo di controllo sull'attività dell'amministrazione statale, la cui azione portò alla denuncia di numerosi abusi. Avversato da molti esponenti del Parlamento, Remengesau riuscì comunque a ottenere un ampio sostegno dell'opinione pubblica e tornò così a essere nuovamente eletto nelle consultazioni presidenziali svoltesi nel novembre 2004, nelle quali conquistò il 65% dei consensi.
Contestualmente alle elezioni si tenne un referendum per l'approvazione di alcuni emendamenti costituzionali, già proposti nel 2001 da Remengesau al Parlamento, ma sui quali non si era riusciti a trovare un accordo. Venne approvata la proposta di consentire la duplice cittadinanza, di P. e degli Stati Uniti, e quella di ridurre il mandato dei deputati, i termini della loro rielezione e di porre un limite ai loro stipendi. Venne invece bocciata la proposta per la modifica del Parlamento in senso unicamerale, sostenuta dal presidente per ridurre la burocrazia.
Nel corso del 2005 e del 2006 i rapporti tra il Parlamento e Remengesau rimasero tesi e incontrarono forti ostacoli i tentativi di quest'ultimo di ampliare i poteri presidenziali.