PALENQUE (A. T., 147)
Cittadina del Messico meridionale, nello stato di Chiapas, posta a 160 m. s. m nella valle del fiume Otolum. A circa 12 km. dal centro, il cui nome odierno è Santo Domingo di Palenque, si innalzano i resti del centro urbano dei Maya (v.) del vecchio impero.
Palenque (la palizzata), di cui s'ignora, il nome maya e che alcuni autori vorrebbero identificare con Na-Chan (la città dei serpenti) del mito votanide, viene considerata con ragione il maggiore centro artistico del vecchio impero maya. Fra gli edifici contenuti nella zona archeologica, la quale s'estende su una ventina di kmq., il più notevole è il cosiddetto Palazzo, complesso di costruzioni per lo più a un piano innalzate su una base tronco-piramidale. Fra queste è importantissimo un edificio a forma di torre di pianta rettangolare, che dai quattro piani originarî si trova ridotto attualmente a tre e che offre un tipo architettonico unico in tutta l'area maya.
Altri edifici notevoli sono il tempio delle Iscrizioni, il tempio del Leone, il tempio del Sole, il tempio della Croce e il tempio della Croce Fogliata, che sono per lo più sormontati dalla cosiddetta cresta, caratteristica delle costruzioni maya dell'epoca.
La prima iscrizione conosciuta di Palenque porta la data 9.10. 10.0.0 = 373 d. C., mentre la più moderna dà la data 9.13.0.0.0 = 432 d. C. Strano a dirsi, le iscrizioni con date sono scarsissime in Palenque, ma dai confronti stilistici si ha la prova che molti monumenti sono stati costruiti almeno verso 9.18.0.0.0.
Il più splendido esempio dei meravigliosi bassorilievi di stucco, per cui Palenque ha avuto celebrità, è contenuto in una specie di cella o santuario posto internamente al tempio della Croce Fogliata; in esso è raffigurato, sotto forma molto stilizzata di Croce l'albero mitico Vahom Che su cui è posto l'uccello Quetzal. A ogni lato dell'albero sta una figurazione umana, forse un sacerdote, in atto di offerta. Due lunghe iscrizioni in glifi maya completano il quadro.
L'arte di Palenque si distacca da quella degli altri centri urbani dell'epoca per la straordinaria vita data alle figurazioni umane rappresentate nei suoi bassorilievi e per la sobrietà (sempre relativa all'arte maya) dei suoi motivi.
Bibl.: Th. Gann e E. Thompson, The History of the Maya, Londra 1931; A. Maudslay, Archaeology, in Biologia centrali americana, Londra 1889-1902; W. H. Holmes, Archaeological studies among the Ancient Cities of Mexico, Field Columbian Mus. Publ., 8, vol. I, n. 1, p. 1, Chicago 1895-97; G. V. Callegari, L'Antico Messico, II, ii, Rovereto 1908.