PALEOLOGI
. Nome gentilizio della dinastia che resse l'Impero d'Oriente nell'ultimo periodo della sua esistenza, cioè dal 1261, anno in cui i Greci rioccuparono Costantinopoli abbattendovi il dominio latino, fino al 1453, quando la città cadde in potere degli Ottomani. Il nome dei P. appare nelle storie bizantine a partire dal sec. XI. Gli scrittori greci ricordano come alcuni di essi si segnalassero specialmente nelle armi e s'imparentassero con le famiglie imperiali dei Comneni, dei Ducas e degli Angeli; ma non ci danno precise indicazioni sui loro vincoli di parentela, sì che non è possibile seguire le diramazioni della famiglia fino al secolo XIII, né dire da chi propriamente discendesse il fondatore della dinastia, Michele. Certo è una favola che egli provenisse, come affermano alcuni scrittori occidentali, da una famiglia di Viterbo trapiantatasi in Oriente sugl'inizî del sec. XIII. Infondata è altresì l'opinione di un recente studioso, il quale fa discendere Andronico, padre di Michele, da Stefano Nemanja kral di Serbia. Che Michele provenisse dai P. greci del sec. XI-XII è indubitato e risulta, oltre che dall'esplicita affermazione degli storici greci a lui contemporanei, dal fatto che tanto lui quanto i suoi discendenti al nome gentilizio proprio associarono spesso quelli dei Comneni, dei Ducas e degli Angeli, ai quali nel passato, come abbiamo rilevato, i P. s'erano imparentati. Al trono i P. arrivarono con la violenza e col tradimento, essendosi Michele VIII (v.) prima fatto associare al potere come collega e tutore del minorenne Giovanni IV Lascaris, poi sbarazzato di lui accecandolo e relegandolo in un castello della Bitinia. Mantennero il potere per 192 anni, e ciò appare quasi un miracolo, ove si pensi, da un lato, ai molti e formidabili nemici che in quel tempo assalirono l'impero; dall'altro, alla mediocrità di quasi tutti i principi della dinastia, eccezione fatta del fondatore, alle interminabili e meschine lotte che scoppiarono fra loro per l'esercîzio del potere e alle scarse risorse in uomini e denaro dell'impero. La ragione della lunga durata si deve in parte al progresso dell'idea di legittimismo, dovuto principalmente all'accresciuto antagonismo fra Greci e Latini, in parte alla prolificità dei.P. che poterono, appunto per questo, stabilire numerosi legami di parentela anche coi principi nemici, ritardando in tal modo la rovina propria e quella dell'impero. Come è stato notato, nessuno dei successori di Michele VIII si elevò, come uomo politico, al disopra della mediocrità, ma alcuni di essi, come Andronico II (v.) e Manuele II (v.), si segnalarono per la loro cultura e per il gusto per le arti. È da notare a questo riguardo come sotto i P., mentre l'impero s'avviava verso la rovina, l'arte abbia attraversato un periodo di rinnovamento, acquistando, prima d'estinguersi, un nuovo splendore. La successione dei P. e i loro vincoli con le altre case regnanti risultano dal seguente quadro:
Bibl.: Il periodo dei Paleologi è il meno studiato della storia bizantina. Quanto alla storia della famiglia, oltre alle indicazioni contenute nelle opere di carattere generale sulla storia dell'Impero d'Oriente, citate alla v. bizanina, civiltà, cfr. Ducange, Historia byzantina, Parigi 1680, p. 230 segg.; F. Rodriguez, Origine, cronologia e successione degli imperatori Palologo, in Rivista di araldica e genealogia, anno I, Napoli 1933, fasc. 4-5.