PALERMO 1108, Pittore di
Ceramografo attico, attivo entro il terzo decennio del V sec. a. C. J. D. Beazley lo considera operante sotto l'influenza di Makron e gli assegna tre grandi vasi e una coppa. Il piccolo gruppo di opere riconosciute non consente altro che di intravedere una notevole personalità artistica nel cui segno nitido e scorrevole non rimangono in verità molte tracce della calligrafia ridondante e barocca di Makron. In particolare il cratere a calice di Palermo, da cui gli viene il nome, appare un'opera così equilibrata e tersa da ricordare il Pittore di Berlino.
Bibl.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 224; id., Red-fig., p. 191.