PALERMO
(XXVI, p. 59; App. I, p. 915; II, II, p. 487; III, II, p. 355)
Per dati statistici provinciali v. sicilia (Tabelle), in questa Appendice.
Architettura e urbanistica. - Tra il 1951 e il 1991 la popolazione residente del comune è passata da 490.692 a 698.556 unità e l'area urbanizzata da circa 20 km2 a oltre 50. Quasi l'intera Conca d'Oro appare impegnata dal fenomeno della crescita urbana. Maggiore città della Sicilia per estensione e numero di abitanti P. svolge, per la sua tradizione storica e di capoluogo dell'isola, una precipua funzione amministrativa e terziaria. Pur conservando un impianto urbanistico e architetture storiche di grande qualità e prestigio, non riesce a esprimere, né attraverso una valorizzazione e un uso dei manufatti storici, né per il suo recente sviluppo, caratteri di centralità e direzionalità corrispondenti al ruolo amministrativo. Chiusa la felice congiuntura che vide all'inizio del 20° secolo la fioritura di alcune attività industriali, la città è cresciuta essenzialmente attraverso un movimento d'immigrazione interna all'isola, e basa le sue funzioni e le principali attività nel commercio e nel pubblico impiego. È sede di una grande università, seconda nell'Italia meridionale solo a quella di Napoli.
La città ha così mutato nel tempo le sue aree centrali più importanti. Dal polo dei Quattro Canti di città (Piazza Vigliena) e dal sistema definito dagli assi Cassaro-Maqueda (il centro storico), la centralità si era spostata (in epoca post-unitaria) verso le due grandi piazze che ospitano i teatri Massimo Giuseppe Verdi e Politeama Garibaldi, e si era estesa (già prima della seconda guerra mondiale) lungo il viale della Libertà. In epoca recente si sono aggiunte le nuove centralità della via Notarbartolo, che segna la prima forte crescita edilizia successiva al dopoguerra, e dei viali Strasburgo e Regione Sicilia, che definiscono la più recente espansione degli anni Settanta e Ottanta. La forma della città appare ancora determinata dai due assi storici tra loro ortogonali. A queste linee geometricamente ordinatrici, attraverso il Piano di ricostruzione del 1947, avvalorato dal PRG adottato nel 1959 e approvato nel 1963, si è aggiunta la grande linea ad ansa della Circonvallazione, pressoché parallela all'andamento delle colline che chiudono la Conca d'Oro. All'esterno di questa linea, e nelle aree nordoccidentali, i quartieri di edilizia economica e popolare hanno segnato il margine estremo della città concentrando lo sviluppo urbano tra gli anni Sessanta e Settanta verso le aree della Piana dei Colli. L'edilizia privata, spinta da forti interessi fondiari, ha riempito il sistema dei suoli che derivava dalle grandi linee delle vie Libertà e Circonvallazione e dalle congiungenti che da mare a monte, da nord a sud, hanno preso forma.
Nonostante questo forzato e repentino sviluppo dell'edilizia, che ha dato luogo a un patrimonio edilizio statisticamente eccedente e con il 15,5% di vani non occupati sul totale esistente al 1981 (era il 3,7% nel 1951; v. tab.), appaiono ancora riconoscibili le principali qualità del sito e le caratteristiche complessive delle permanenze storiche. A nord la massa di Monte Pellegrino occupa la linea di costa ancora come forte elemento della natura, guardiano delle due conche che si aprono a est verso la città e a ovest verso Mondello. I monti che coronano la Conca d'Oro, anche se le prime pendici cominciano a essere occupate da fabbricati, disegnano ancora il confine naturale del paesaggio palermitano. La costa appare tormentata da interventi incerti e da grandi aree di abbandono, in particolare nel tratto a est della via Messina Marine. Il centro storico, in grave e progressivo abbandono (i residenti, 125.481 nel 1951, erano 34.670 nel 1988), presenta i suoi principali elementi di riconoscibilità nell'impianto viario, nei monumenti e nel tessuto edilizio minore. La via Libertà ha perduto buona parte dei segni dell'architettura ottocentesca e liberty, pur permanendo l'impianto con residui del primitivo decoro, mentre molti dei nuovi edifici presentano caratteri di buona architettura.
Alcune ville della Piana dei Colli sono scomparse, altre affogate nell'edilizia nuova comunque permangono, ma specialmente lungo la via del Fante che costeggia la Villa Favorita, realtà come la Villa Castelnuovo, la Villa Niscemi (di proprietà comunale) e altre ancora rimandano a una qualità storica dell'ambiente. Inoltre, la città si è arricchita di progetti significativi di architettura contemporanea. Tra questi i restauri di palazzo Abatellis (C. Scarpa) e di palazzo Chiaramonte (C. Scarpa, R. Calandra), la nuova sede ENEL (G. Samonà, A. Samonà, G. Marcialis), la sede dell'UMC (A. De La Rica, L. Urbani), la sede dei dipartimenti della facoltà di Chimica (V. Gregotti, G. Pollini), e numerosi edifici pubblici o di abitazione (Studio B.B.P.R., G. Pirrone, P. Culotta, G. Laudicina, P. Di Stefano e altri).
Dagli inizi degli anni Ottanta la città ha cominciato ad affrontare un corso nuovo che non si è ancora compiuto. Tra i numerosi problemi irrisolti il più rilevante, che da anni viene dibattuto, è quello del centro storico. Un piano di nuova concezione, il Piano Programma (G. De Carlo, U. Di Cristina, G. Samonà, A. M. Sciarra), nel 1983 definiva i criteri d'intervento nel centro storico ribadendo il principio della conservazione e dell'intervento architettonico attento all'interpretazione del passato. Successivamente l'università, su mandato dell'amministrazione comunale, ha redatto il Piano dei Servizi, e nel 1988 è stata avviata la stesura del Piano particolareggiato di attuazione (L. Benevolo, P. L. Cervellati, I. Insolera). Un altro importante progetto è rappresentato dal Piano Urbanistico per la sistemazione della Cala e del Foro Italico (M. Nicoletti, 1982-83). Contestualmente sono stati redatti piani di recupero per alcune aree d'intervento urgente. Attraverso il Progetto speciale n. 32 della Cassmez si è dato avvio a massicci interventi sulle linee viarie e di trasporti della città. Tra questi è importante la trasformazione della circonvallazione in strada veloce e, in alcuni tratti, in sopraelevata. Sono inoltre in corso di attuazione, o già attuati, i sottopassi della circonvallazione al centro storico, la linea metropolitana di collegamento della città con l'aeroporto di Punta Raisi, l'adeguamento della zona sportiva in occasione dei Mondiali del 1990, e ancora, per intervento dello stato attraverso il decreto Sicilia, il progetto di Parco dell'Oreto e il sistema di attrezzature e di viabilità relativo alle aree del quartiere ZEN. Fra le opere architettoniche realizzate, da ricordare Palazzo Moncada di Bagheria (1982-85) e il Nuovo Policlinico (1982-84), ambedue su progetto di M. Nicoletti.
Bibl.: G. Pirrone, Architettura del XX secolo in Italia, ii. Palermo, Genova 1971; S. M. Inzerillo, Urbanistica e società negli ultimi duecento anni a Palermo, in Quaderno dell'Istituto di Urbanistica della Facoltà di Architettura di Palermo, Palermo 1984; AA.VV., Verso un disegno per Palermo, Cefalù 1986; O. Cancila, Palermo, in Collana di Storia delle città italiane, Bari 1988; Dossier Palermo, a cura di G. Cinà, in Spazio e Società, 11 (1988), n. 41.