Vedi PALINURO dell'anno: 1963 - 1996
PALINURO (v. vol. V, p. 892)
Nuove campagne di scavo si sono svolte soprattutto in località S. Paolo e sulla Tempa della Guardia, a monte del villaggio moderno di P., dove in passato erano stati esplorati il muro di cinta, piccoli settori dell'abitato e la necropoli. La ripresa dell'indagine nell'abitato, oltre a restituire, ai piedi della collina, lo zoccolo di fondazione in pietra di una capanna e a confermare la data, intorno agli inizi del V sec. a.C., dell'abbandono dell'abitato, ha permesso di indagare uno scarico votivo presso una sorgente, dove si trovano tracce di frequentazione dall'età arcaica fino al III sec. d.C. Le terrecotte votive, la ceramica e le monete rimandano all'orizzonte di Velia, al cui territorio P. sembra appartenere almeno dagli inizi del V sec. a.C.
Riconsiderando la documentazione si osserva, infatti, che il centro indigeno di P. si sviluppa come abitato autonomo soprattutto nella seconda metà del VI sec. a.C. per l'arrivo di genti dal Vallo di Diano, discese sulla costa seguendo le valli del Mingardo, del Bussento e del Noce (nei pressi di Praia a Mare). P. è in questo periodo nell'orbita di Sibari, come si evince dalla moneta d'argento incusa, in tutto, tranne che per l’epìsemon (il cinghiale con la criniera depressa, in luogo del toro retrospiciente) assimilabile alla monetazione di Sibari. Come è noto la moneta reca la doppia leggènda Pal-Mol in cui si è, a torto, vista la symmachìa tra P. e Molpa.
Di solito l'abitato di P. viene identificato nel sito riconosciuto con gli scavi prima citati e Molpa con il costone roccioso omonimo, situato a poche centinaia di metri. Anche nel caso in cui queste identificazioni fossero corrette, difficile appare la teoria della symmachìa tra due centri italici così vicini. In realtà l'abitato antico, che gravita sul fiume Lambro (da identificare con il Melpes di Plinio, Nat. hist., III, 71), è Molpa, nome italico (analogo a Molfa, Melfi, ecc.), mentre P. altro non è che il nome del promontorio. Malgrado le numerose ricerche, le prospezioni e qualche saggio di scavo, nessuna traccia di abitato antico (tranne i fori di capanna preistorica segnalati sulla Molpa e i resti di una fattoria ellenistica nello stesso sito) è stata rinvenuta né sul promontorio di Ρ. o sulla Molpa. Nell'area si trova, dunque, solo l'abitato sulla Tempa della Guardia e la moneta reca la doppia leggenda, ricordando il nome indigeno del sito (Molpa) e quello greco, significativo e molto più celebre, del promontorio, e non due distinti abitati. È probabile che, dopo la caduta di Sibari, l'area, attraente per la comodità dell'approdo, sia stata occupata dai Focei di Velia, forse con la forza, se si può scorgere qualche verità dietro l'episodio della pestilenza narrato da Servio (Aen., VI, 366) a commento del famoso incontro agli Inferi tra Enea e il suo timoniere.
Recenti scavi sulla Tempa della Guardia hanno permesso l'individuazione di un insediamento neolitico con strati contenenti materiali della cultura di Serra d'Alto e molti frammenti di ossidiana.
Bibl.: E. Greco, Velia e Palinuro. Problemi di topografia antica, in MEFRA, LXXXVII, 1975, pp. 81-108; C. A. Fiammenghi, La necropoli di Palinuro. Elementi per la ricostruzione di una comunità indigena del VI sec. a. C., in DArch, s. III, 1985, 2, pp. 7-16; M. Romito, Un insediamento neolitico a Palinuro, in II Neolitico in Italia. Atti della XXVI Riunione Scientifica dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze 1985, II, Firenze 1987, pp. 691-695; E. Greco, Serdaioi, in AnnAStorAnt, XII, 1990, pp. 39-57.