PALLADIO degli Olivi, Gian Francesco
PALLADIO degli Olivi, Gian Francesco. – Nacque a Udine tra il 1610 e il 1615 da Alessandro e da Elena di Strassoldo.
Gli Annales di Udine il 4 dicembre 1609 annoverano l’aggregazione della famiglia, proveniente da Portogruaro, tra i nobili della città.
Palladio frequentò l’università di Padova, dove si laureò in giurisprudenza nel 1638. Rientrato in patria, si dedicò per un breve periodo alla professione forense; divenuto abate, ottenne il beneficio ecclesiastico della pieve di Latisana. Si iscrisse, con il nome di Ferace, all’Accademia udinese degli Sventati, fondata tra gli altri dallo zio paterno Enrico. Nel 1658 e nel 1659 pubblicò a Udine due opere di Enrico: il De oppugnatione Gradiscana libri, sul conflitto che oppose tra il 1615 e il 1617 la Repubblica di Venezia e l’Austria, noto con il nome di guerra di Gradisca, e i Rerum Foro-Iuliensium ab orbe condito usque ad an. Redemptoris Domini nostri 452 libri undecim, rimasti interrotti alla presa di Aquileia da parte degli unni. Palladio decise di continuare l’opera dello zio, non più in latino ma in volgare, partendo dal punto in cui si era interrotta, l’anno 452, per arrivare sino al 1658.
La cronaca, Historie delle provincie del Friuli, è composta secondo il metodo annalistico e fu pubblicata in due volumi a Udine nel 1660. La narrazione, pur essendo fondata su un’ampia documentazione, ripete alcuni luoghi comuni concernenti in particolare l’origine delle città e dei loro casati più eminenti. L’autore difese in particolare l’antichità di Udine riprendendo parte degli argomenti proposti da Gian Domenico Salomoni e ripresi da Enrico Palladio, i quali identificavano Udine e non Cividale nell’antica Forum Iulii di cui parla Paolo Diacono, attribuendo in tal modo a Udine l’egemonia sulla regione dopo la distruzione dell’antica sede metropolita di Aquileia. Riprendendo quanto detto da Salomoni, Palladio riconduceva la fondazione di Cividale sul fiume Natisone al periodo successivo alla vittoria del duca Wechtari, o Vettero, sugli Slavi, descritta nel capitolo V della Historia Langobardorum di Paolo Diacono.
Palladio sostenne con diverse argomentazioni l’esistenza di un antico vescovato udinese indicando in un presunto vescovo Teodoro da Udine il destinatario della lettera Regressus ad nos del 21 marzo 458, sulle donne sposate con uomini rapiti dai barbari, inviata da papa Leone Magno a Niceta, vescovo di Aquileia; attribuì poi a Udine i vescovi di Zuglio citati nei sinodi dei secoli VI-VII e in Paolo Diacono. La Historia, pur presentando i limiti comuni alla storiografia prodotta nel corso del XVII secolo, fornisce dunque numerosi dati che contribuiscono alla ricostruzione della storia friulana. Nella metà del Settecento Paolo Fistulario criticò severamente i passaggi nei quali è creata un’origine delle illustri famiglie cittadine priva di qualsiasi fondamento. La la famiglia comitale degli Strassoldo, per esempio, sarebbe discesa da Rambaldo di Strassau, descritto come il «supremo direttore delle armi» ai tempi dell’imperatore Valentiniano III (vol. I, p. 5). L’opera conobbe ulteriori critiche nel secolo successivo da parte di Antonio Zanon, che rimproverò Palladio di avere scritto una storia parziale, nella quale veniva data voce solamente al punto di vista espresso dalla nobiltà e non al ceto borghese cittadino, che trovava invece spazio in altre opere che circolavano al tempo, quali i Dialoghi di Romanello Manin, rimaste manoscritti.
Palladio morì nel 1669.
Scrisse anche altre opere in prosa e in versi per l’Accademia degli Sventati, ancora di proprietà degli eredi al tempo di Giuseppe Liruti, e alcuni testi di contenuto giuridico. Nella Biblioteca civica di Udine sono conservate alcune rime, intitolate latinamente Carmina (Fondo principale, 1076) e una Collectanea legalis (Joppi, 623), redatta secondo voci organizzate in ordine alfabetico e solo in parte compilate.
Fonti e Bibl.: Udine, Biblioteca civica, Mss.: V. Joppi, Letterati friulani, c. 77v; G.D. Salomoni, Difesa del capitolo de’ canonici della città di Udine agli ill.mi et rever.mi signori cardinali della sacra congregatione Sopra i riti di S. Chiesa, Udine 1596; G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da letterati del Friuli, IV, Venezia, 1760, p. 459; A. Zanon, Dell’agricoltura, dell’arti e del commercio in quanto unite contribuiscono alla felicità degli stati, Venezia 1766, pp. 191-229; P. Fistulario, Discorso sopra la storia del Friuli detto nell’Accademia di Udine, addì X maggio dell’anno MDCCLIX, Udine 1769; F. Di Manzano, Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani dal secolo IV al XIX, Udine 1884, p. 147; F. Fattorello, Storia della letteratura italiana e della coltura nel Friuli, Udine 1929, p. 157; E. Petrarca, Storici minori del Friuli. Palladio Gian Francesco, in La Guarneriana, X (1967), pp. 71 s.; L. Milocco, L’Accademia udinese degli “Sventati” (secoli XVII-XVIII), in Più secoli di storia dell’Accademia di scienze, lettere e arti di Udine (1606-1969), Udine 1970; L. Cargnelutti, P. degli Olivi, G.F., in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, III, a cura di C. Scalon - G. Greggio, Udine 2009, pp. 1903-1905.