PALLANO (Pallanum)
Località della IV Regione augustea d'Italia, nel territorio frentano, menzionata unicamente dagli itinerarî stradali e dai geografi. Recentemente è stata identificata con uno dei maggiori centri preromani dell'entroterra di Histonium, sito sulla montagna omonima, incuneata tra le valli del Sangro, dell'Osento e del Sinello.
L'abitato, finora mai investigato, si estendeva su di un altopiano formidabilmente difeso dalla natura, alla quota media di 900 m. Resta un imponente settore di mura megalitiche, in cui si aprono, alla distanza di 36 e 60 m, tre posterule identiche, larghe m 0,80 e coperte in piano da architravi litici. Nei pressi è venuto alla luce nel Settecento un ripostiglio di monete argentee della Magna Grecia. Un'epigrafe osca, verosimilmente proveniente dalla zona, chiama la località al locativo palanúd, la comunità in genitivo aggettivale lúvkanateís (cfr. il toponimo Lucania usato per il territorio nei diplomi medievali). Problematica è l'attribuzione delle monete osche di bronzo con leggenda Palacinu. Ad epoca romana risalgono alcune poche epigrafi funerarie. In età carolingia la montagna fu occupata dai Saraceni, che vi martirizzarono i santi tedeschi Stefano e Compagni, fra cui l'abate dell'importante monastero di S. Stefano in Lucania, presso Tornareccio, donato da Ludovico il Pio nell'829 all'abbazia di Farfa.
Bibl.: A. De Nino, Briciole letterarie, I, Lanciano 1884, p. 32 ss.; G. Colonna, Pallanum, una città dei Frentani, in Arch. Class., VII, 1955, p. 164 ss.; id., Testa di candelabro da m. Pallano, ibid., VIII, 1956, p. 212 ss.; V. Cianfarani, Terra italica, Torino 1959, p. 26 ss.