Vedi PALLANTION dell'anno: 1963 - 1996
PALLANTION (v. vol. V, p. 897)
Nel 1984 la Scuola Archeologica Italiana di Atene ha ripreso, in collaborazione con l'Istituto Svedese di Atene, gli scavi sull'acropoli. Il materiale recuperato va dal VII sec. a.C. fino all'età bizantina; dei periodi precedenti l'unica testimonianza è costituita da un'ascia bronzea tardoelladica, con un'iscrizione dedicatoria del VI sec. a.C.
Entro la cinta delle mura, parzialmente conservata, sono stati portati alla luce quattro edifici sacri di epoca arcaica che rappresentano la concentrazione più notevole della regione. Il sacello primitivo A, costruito in un intaglio del pendio meridionale, era una semplice costruzione rettangolare (9,20 x 6,10 m c.a) di mattoni crudi su uno zoccolo di pietrisco. Una porta, in posizione eccentrica presso l'angolo SE, dava accesso a un ambiente unico che racchiudeva un altare e un piccolo complesso cultuale di carattere primitivo. I muri, sottili e probabilmente bassi, sostenevano un tetto a tegole. L'edificio si collega a tradizioni geometriche (notevoli i confronti con i templi di Dreros e di Hera Limenìa a Perachora), e sembra risalire al VII sec. a.C. Di poco più tardo (inizio VI sec.?) è il tempio B, sulla cima della collina vicino al muro di cinta; ha dimensioni simili, ma più allungate (4,16 x 10 m). L'interno è diviso in una cella senza tracce di arredo di culto e un àdyton con le fondazioni di un bancone dietro il muro divisorio; il passaggio tra i due ambienti, e probabilmente l'ingresso all'edificio, erano in posizione eccentrica. Al tempio si collegano alcune stanze addossate al muro di cinta, dove negli scavi del 1940 furono recuperati oggetti votivi.
Il più grande tempio C, collocato su un risalto naturale del terreno artificialmente ampliato nel pendio meridionale, fu iniziato in epoca arcaica (c.a metà VI sec. a.C.) come una cella semplice, di forma molto allungata (5,19 x 17,67 m, lunghezza ricostruita). L'ambiente unico dell'interno accoglieva nella parte posteriore un basamento rettangolare, probabilmente per statue di culto, dietro il quale due colonne di legno su basi di pietra definivano l'ambiente di fondo, aperto e sgombro, come un àdyton (prefigurando la soluzione del tempio classico di Bassae). Intorno alla pella fu aggiunta, verso il 500 a.C., la fondazione per una peristasi di 6 x 13 colonne (misure esterne 11,63 x 25,75 m)> di poco più grande del tempio contemporaneo di Atena e Posidone ad Asea e probabilmente ispirata da questo, che non fu mai realizzata. Un lastricato fittile dentro e intorno alla cella fu aggiunto probabilmente in età ellenistica, e precede un muro che attraversa il tempio dietro la cella e si piega a formare le ante sulle fondazioni esterne; si tratta forse di una ristrutturazione (anch'essa incompiuta) di età romana, per trasformare il tempio in un perípteros sine postico di tipo italico.
Il tempio D sulla cima della collina, molto rovinato, sembra abbia subito un analogo ampliamento di un sacello primitivo, molto modesto, al quale fu aggiunta la fondazione esterna (10 x 17,50-18 m c.a) per una peristasi mai realizzata, forse prevista come 6 x 10 colonne. I templi C e D, collegati dalle medesime vicende di ampliamento e ristrutturazione, dalla stessa tecnica di costruzione delle fondazioni esterne e dall'identico orientamento, facevano chiaramente parte, fin dalla prima fase, di un unico progetto, probabilmente dedicato agli «dèi puri» menzionati da Pausania.
Le indagini del 1940 nella città bassa hanno parzialmente scoperto due chiese di V-VI sec. d.C., costruite con largo uso di materiale architettonico classico. Nella navata principale della chiesa maggiore fu trovato un mosaico pavimentale, con decorazioni geometriche policrome e figure di animali. Frammenti decorativi e oggetti minori (ceramica, oreficeria) proseguono fino al X-XI secolo.
Bibl.: G. Libertini, Chiese bizantine nell'area dell'antica Pallanzio, in Πεπραγμενα του Θ' Διεθνούς Βυζαντινολογικου συνεδρίου, Θεσσαλονίκη 1953, Atene 1955, p. 250 ss·; R. Stiglitz, Die grossen Göttinnen Arkadiens, Vienna 1967, p. 67 ss.; Ν. Papachatzis, Παυσανιου Ελλάδος περιηγησις, IV, Atene 1980, ρ. 384 ss.; P. G. Kalligas, Χάλκινος πελεκυς απο την Αρκαδία, in Στηλη. ΤομοςειςμνημηνΝ. Κοντολεοντσς, Atene 1980, ρ. 351 ss.; E. Ostby, in ARepLondon, 31,1984-85, p. 22 s.; M. Jost, Sanctuaires et cultes d'Arcadie, Parigi 1985, p. 67 ss.; E. Ostby, The Temples of Pallantion, in The Norwegian Institute at Athens. The First Five Lectures, Atene 1991, p. 41 ss.