Pallavolo
L'autorevole dimensione internazionale della p. italiana, sancita ampiamente negli ultimi anni del 20° sec. a livello di rappresentative azzurre, ha tentato di riproporsi, nei primi anni del nuovo millennio, tanto in ambito maschile quanto in quello femminile (situazione, questa, non certo comune alla maggior parte delle discipline sportive), pur con fisiologiche fasi critiche e difficoltà create dal nutrito calendario delle manifestazioni. Proprio questo aspetto è quello che maggiormente caratterizza l'espressione tecnica, ma anche la dimensione socioeconomica dell'attuale volley internazionale. La ricerca di occasioni agonistiche nuove nasce dall'esigenza di garantire gare e visibilità a numerose federazioni, affiliate alla FIVB (Fédération Internationale de Volleyball), la cui attività a livello nazionale si riduce a pochi mesi l'anno. A questo si aggiunge il vivo interesse mostrato verso la p. dal mercato giapponese, fatto che in termini pratici significa vendita dei diritti televisivi su determinate manifestazioni, incassi importanti per la federazione e quindi promozione di tutto il movimento. Negli ultimi anni del 20° sec. e nei primi del 21° si è creata in Oriente una notevole fruizione passiva della p., e sono diventati acquirenti di eventi importanti anche Paesi la cui dimensione tecnica, in questo sport, è storicamente trascurabile.
Tra le rassegne recenti si segnala la World League, torneo maschile annuale, che prevede, per parteciparvi e anche per ospitarlo, requisiti non soltanto tecnici ma anche logistici, mediatici, economici; questo autentico banco di prova per giovani talenti che richiede strategie di gioco alternative e notevoli capacità organizzative della nazione ospitante, ha subito l'introduzione di nuove regole proprio allo scopo di vivacizzare e spettacolarizzare lo sport; è stato inoltre affiancato dal World Grand Prix, suo equipollente in chiave femminile. Caratteristiche in tal senso analoghe possiede anche l'European League. Altra grande manifestazione che si alterna ai Campionati mondiali e alle Olimpiadi è la Coppa del mondo, che precede di un anno l'evento olimpico e funge da torneo di qualificazione. A essa si aggiungono vari Gala, la World Grand Champions Cup e altri tornei, ma sicuramente le due rassegne più importanti per tracciare una sorta di linea di tendenza restano i Giochi olimpici e i Campionati mondiali.
Le Olimpiadi del 2000
Ai Giochi di Sydney la p. maschile italiana arrivava da grande favorita, alla luce dell'ottimo rendimento mostrato negli appuntamenti internazionali che avevano preceduto la rassegna olimpica. Il torneo australiano (che si svolse dal 17 settembre al 1° ottobre) era il primo disputato con la formula del rally-point system (vittoria dei set a 25 punti escluso l'eventuale quinto, che si conclude ai 15; ogni palla vale un punto indipendentemente dal cambio in battuta); il tecnico azzurro, da poco alla guida della nazionale, era A. Anastasi. In semifinale, dove erano arrivati senza sconfitte, gli azzurri si imbatterono in una Iugoslavia determinata e forse più matura del previsto, che sia pure con molta fatica vinse i primi due set e si impose poi più facilmente nel terzo, con un secco 3-0 conclusivo. Gli atleti iugoslavi trovarono così in finale la Russia (ritenuta alla vigilia l'ostacolo più difficile nell'eventuale cammino azzurro verso la medaglia d'oro), che sconfissero conquistando meritatamente il titolo olimpico. L'Italia conquistò il bronzo nella finale per il terzo e quarto posto contro l'Argentina (3-0). Svaniva così ancora una volta la possibilità dell'oro olimpico per la nazionale italiana, che già in passato aveva dominato la scena mondiale ma alle Olimpiadi era stata sempre sconfitta. Minori sorprese riservò il torneo olimpico femminile (16-30 sett.), in cui Cuba e Russia, che partivano ancora una volta come grandi favorite per il titolo, onorarono ampiamente il pronostico, soprattutto nelle due emozionanti ed equilibrate semifinali che le videro vincitrici rispettivamente contro Brasile e Stati Uniti. In finale partì meglio la Russia, ma Cuba con una entusiasmante rimonta si aggiudicò l'incontro e con esso la terza medaglia d'oro consecutiva alle Olimpiadi. Il Brasile conquistò quella di bronzo. L'Italia, alla sua prima partecipazione olimpica, si classificò al nono posto.
I Campionati mondiali del 2002
L'Italia si presentava ai Campionati mondiali di p. maschili di Buenos Aires (28 sett.-13 ott.) come campione in carica, dal punto di vista formale, ma in pratica con una squadra ricca di incognite e, seppur ad alti livelli, alla ricerca di una nuova identità. Dopo un avvio stentato gli azzurri regalarono il meglio di sé nei quarti di finale, contro il Brasile, pur perdendo alla fine un match equilibrato ed emozionante fino al termine. Si trattò di un simbolico passaggio di consegne ai nuovi protagonisti della scena mondiale, potenti fisicamente e a volte spettacolari nel gioco e in certe individualità (G. Amauri de Godoy Filho, più noto come Giba, e N. Tavares Bitencourt). In finale il Brasile superò la Russia per 3-2, mentre il terzo posto andò un po' a sorpresa alla Francia (3-0 sulla Iugoslavia). Alla vigilia del torneo disputatosi a Berlino dal 30 agosto al 15 settembre, il pur competitivo gruppo delle pallavoliste azzurre non era particolarmente accreditato di possibilità di successo finale. Invece la squadra guidata dal tecnico M. Bonitta, trascinata da E. Togut, pur incontrando qualche difficoltà (le sconfitte contro Russia e Cuba prima dei quarti di finale), reagì molto bene e, superate Repubblica di Corea e Cina, si ritrovò in finale contro gli Stati Uniti, che avevano a loro volta eliminato, piuttosto sorprendentemente, Cuba e Russia, nell'ordine. In finale un'altra splendida prova delle atlete italiane (3-2) regalava la prima vittoria azzurra della p. femminile in un Campionato del mondo.
Le Olimpiadi del 2004
Al torneo olimpico di Atene, in ambito maschile il Brasile si è presentato come l'autentica guida tecnica, squadra leader del volley mondiale. In sede di pronostico l'Italia si collocava subito dopo, tra gli avversari potenzialmente più ostici per i sudamericani, insieme a Russia e a Serbia-Montenegro. Gli azzurri, guidati da G. Montali, sono riusciti ad arrivare alla gara conclusiva del torneo, grazie soprattutto a una splendida semifinale in cui hanno superato la Russia, vincitrice a sua volta su Serbia-Montenegro nel turno precedente. Il Brasile, giunto con una certa facilità in finale, ha ribadito la propria superiorità, nonostante l'impegno degli azzurri, vincendo meritatamente (3-1) la medaglia d'oro. Terza si è classificata la Russia che ha superato gli Stati Uniti per 3-0. Per l'Italia, oltre all'argento, sono rimaste la consapevolezza di avere perso solo contro un avversario fortissimo e la soddisfazione di ribadire la propria continuità ad alti livelli. Tra gli atleti azzurri meritano una menzione L. Mastrangelo, A. Sartoretti, S. Papi, V. Vermiglio, ma soprattutto il capitano A. Giani, non solo per le sue prestazioni in questa occasione ma per il fatto che quella di Atene è stata la sua quinta Olimpiade.
Il torneo olimpico femminile di p., il cui esito era ritenuto alla vigilia molto incerto, è stato vinto, a vent'anni dal suo primo successo olimpico, dalla Cina, che ha superato al tie-break la Russia al termine di una gara emozionante e rocambolesca. Per due set infatti le ragazze russe avevano dominato la scena, imponendo il proprio gioco, ma poi la Cina si è esaltata in una prepotente rimonta concretizzatasi con il successo al quinto set. Curiosamente le atlete russe erano andate in vantaggio per 2-0 anche nella finale olimpica precedente, quella australiana giocata e persa contro Cuba; mentre, in questa edizione, erano state loro a rimontare contro il Brasile in semifinale. Proprio Cuba e Brasile sono state in lizza ad Atene per il terzo e quarto posto: le atlete caribiche si sono imposte per 3-1 grazie a una gara giocata con grande determinazione. La stessa Cuba aveva eliminato nei quarti di finale la nazionale azzurra, campione del mondo in carica ma assai rinnovata nell'organico. Il quinto posto finale dell'Italia ha lasciato comunque deluse le atlete italiane.
I Campionati mondiali del 2006
Ai Campionati mondiali femminili di Osaka (31 ott.-16 nov.) la vittoria della Russia sul Brasile in finale, al termine di una gara combattuta e serrata, risolta al tie-break, ha indirettamente nobilitato anche il volley azzurro in quanto la nazionale russa è stata portata al successo dal tecnico italiano G. Caprara. L'Italia, proveniente da un periodo delicato per alcune difficoltà interne, è stata guidata in questa rassegna da M. Barbolini; le azzurre hanno disputato diverse buone gare, battendo tra l'altro il Giappone, padrone di casa, ma perdendo nelle occasioni più importanti: prima nella semifinale contro la Russia (bravissime le russe L. Šaškova, E. Godina ed E. Gamova) e poi, nella finale per il terzo e quarto posto, con minori giustificazioni, contro la Serbia, in entrambi i casi per 3-0.
Nello stesso scenario giapponese i Campionati mondiali maschili, svoltisi dal 17 novembre al 3 dicembre, hanno riservato a loro volta qualche amarezza ai colori azzurri. Partiti male contro la Bulgaria, infatti, gli atleti italiani si sono riscattati con una bella serie di sei vittorie consecutive prima di imbattersi nel Brasile, che si è rivelato ancora una volta superiore: il 3-0 finale e la formula del torneo obbligavano l'Italia, per poter passare in semifinale, a superare la Francia nell'incontro successivo, nella speranza che contemporaneamente la Bulgaria vincesse proprio contro il Brasile. Tramontata subito quest'ultima possibilità, gli azzurri, ormai demotivati rispetto ai traguardi maggiori, sono stati sconfitti anche dai transalpini, aprendo di fatto un periodo di crisi per il volley azzurro. Il quinto posto finale, infatti, conquistato grazie a due gare impeccabili contro Russia e Francia, ha costituito una soddisfazione relativa rispetto alle speranze iniziali. Il Brasile ha rispettato i pronostici favorevoli, superando prima la Bulgaria (giunta poi terza) in semifinale e poi sbarazzandosi della Polonia nell'atto conclusivo del torneo (3-0). I sudamericani hanno così conquistato il secondo titolo mondiale consecutivo.