PALLONE
. Il giuoco del pallone è di origine antichissima, e va senz'altro ricollegato ai giuochi di palla più in uso nell'epoca classica (v. palla).
Data la sua grande semplicità, si conservò press'a poco uguale durante il Medioevo e sino all'Ottocento, praticato dalle classi nobili e dal popolo. Solo nel sec. XIX assunse carattere decisamente ed esclusivamente popolare. Lo si giuocava sia in campi naturali (per lo più presso alti muraglioni, alla periferia delle città) sia, come s'usa di solito oggi, in appositi sferisterî. Ebbe un periodo di gran voga nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi anni del secolo XX (se ne interessarono in tale periodo uomini famosi, primo fra tutti il Leopardi, e poi l'Aleardi, il Brofferio, il De Amicis); mentre attualmente non gode molto favore in Italia. La sua regolamentazione moderna data dai primi del secolo XIX. Si distinguono peraltro alcuni modi particolari di giuocarlo, tipici di varie regioni ("pallone toscano", "pallone piemontese", giuoco delle "cacce", ecc.).
Il giuoco del pallone, in ogni sua specialità, si pratica su un campo di circa m. 90 ÷ 95 × 16 ÷ 17, limitato ai lati minori da reti; uno dei lati maggiori è riservato per il pubblico ed è protetto anch'esso di solito da una rete. Pali e righe di mattoni segnano i limiti del campo, un "cordino" lo divide trasversalmente in due zone. Le squadre, composte da tre o da quattro giocatori ("battitore", "spalla" e uno o due "terzini"), prendono posto ognuna in una metà del campo. Il battitore dispone di uno speciale corridoio detto "trampolino". I punti si calcolano a 15 per volta sino ai 30, poi si va ai 40, e dopo i 40 si segna un "giuoco" a favore della squadra in vantaggio, annullando i punti eventualmente fatti dall'altra in precedenza. Una partita può disputarsi ai 10, 12, 15 e persino ai 19 giuochi. I punti si fanno: a) se il pallone va oltre l'estremo limite del campo avversario ("volata"); b) se il pallone ha sorpassato la metà campo ma non è stato raccolto dall'avversario; c) se l'avversario ha mandato il pallone fuori dai lati maggiori; d) se l'avversario non ha mandato o rimandato il pallone oltre la propria metà campo
Gli attrezzi per il giuoco del pallone sono: a) una palla di cuoio con una camera d'aria interna; b) bracciali di legno a riparo del pugno, muniti di punte smussate, tali da impedire che il pallone scivoli allorché viene colpito con violenza. Il pallone è di 12 cm. di diametro e di gr. 339 nel giuoco del pallone toscano; il bracciale ha 7 file di 14 denti ed è alto circa 47 cm.; nel giuoco del pallone piemontese la sfera è più piccola (cm. 9 a 10, gr. 175) e anche il bracciale ha peso e dimensioni minori. Il pallone toscano si giuoca con tre giocatori per squadra, il pallone piemontese con quattro, e col metodo delle "cacce", ossia con un sistema assai complicato di giuocate e di scambî di campo. Nel giuoco del pallone toscano il battitore è servito da un assistente ("mandarino"), il quale lancia la palla in modo ch'egli possa colpirla a volo; mentre il "mandarino" manca nel giuoco piemontese. Si omettono naturalmente molte regole minori.
In Italia il giuoco del pallone non è controllato da una speciale federazione, ma fa parte delle attività organizzate dall'Opera Nazionale Dopolavoro.