TOGLIATTI, Palmiro (App. II, 11, p. 1000)
Dopo il 1948 guidò il PCI all'opposizione, nelle condizioni della guerra fredda e in sintonia con gl'interessi dell'Unione Sovietica (opposizione al Patto atlantico, alla NATO e alle prime istituzioni comunitarie europee). Nel 1950, con l'acuirsi del dissidio interno (Secchia e Longo), Stalin offrì a T. la segreteria del Cominform; ma nel 1951, dopo aver formalmente accettato la carica, il leader del PCI rientrò in Italia dove l'VIII congresso del partito lo riconfermò segretario politico. Con la morte di Stalin (1953), T. ebbe partita vinta sugli oppositori interni e nel 1954 teorizzò la collaborazione con i cattolici, sottolineando contemporaneamente l'importanza dei rapporti con essi nei paesi dell'Europa orientale. Al XX Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica (1956), T., conosciuto il rapporto segreto di Chruščëv su Stalin, pur minimizzandone il contenuto ne approfittò per affrontare il tema del policentrismo, la necessità cioè per ogni paese di trovare una propria via al socialismo. Fu anche uno dei leaders comunisti che maggiormente intuirono i pericoli connessi al processo di destalinizzazione, e durante gli avvenimenti in Polonia e Ungheria si mosse con cautela e abilità per non condannare l'operato sovietico e per contenere la spinta degl'intellettuali del partito, fortemente critici nei confronti della repressione armata. Parallelamente entrò in crisi l'alleanza con il Partito socialista italiano, che si avvicinava progressivamente all'area di governo; tuttavia solo nel 1960 T. si pronuncerà contro il centro-sinistra, evitando al tempo stesso una rottura con i socialisti. Nel novembre 1960, alla conferenza dei 12 partiti comunisti europei, T. difese nuovamente la propria teoria sul policentrismo e nel 1961, con il rilancio della destalinizzazione (XXII congresso del PCUS), avviò il distacco dalle posizioni incondizionatamente filo-sovietiche. Tale distacco egli accentuò durante il conflitto russo-cinese, rifiutando decisamente l'idea di una conferenza internazionale per condannare le tesi cinesi, alle quali, d'altra parte, non risparmiò le sue critiche. Da quel momento la linea togliattiana sull'autonomia di ogni partito, sulla non-interferenza e sul rispetto delle minoranze all'interno di ogni partito divenne la linea comune a molti comunisti europei.
Venne a morte improvvisamente a Ialta (22 agosto 1964), ove si era recato per un periodo di riposo e ove redasse il Memoriale (analisi della situazione internazionale, delle contraddizioni del sistema capitalistico, delle tendenze centrifughe e del rinascente nazionalismo nei paesi socialisti), che costituisce l'ultimo atto politico di un'intensa attività nazionale e internazionale. Tra le sue principali pubblicazioni: Gramsci (Firenze 1955), Problemi del movimento operaio internazionale (1956-61) (Roma 1962), Momenti della storia d'Italia (ivi 1963), La questione siciliana (Palermo 1965, a cura di F. Renda), L'emancipazione femminile (Roma 1965), Gramsci (ivi 1967, a cura di E. Ragionieri), La politica di Salerno. Aprile-dicembre 1944 (ivi 1969), Il Partito comunista italiano (ivi 19702), La formazione del gruppo dirigente del Partito comunista italiano (1923-24) (ivi 19712).
Bibl.: M. M. Ferrara, Conversando con Togliatti, Roma 1953; G. Bellini, G. Galli, Storia del Partito comunista italiano, Milano 1953; B. Cantinori, B. Peroni, Nota biografica, in Rivista Storica Italiana, CLXXI, 1959; E. Ragionieri, Introduzione alle Opere (voll. pubblicati, 3), Roma 1967-1973; A. Pozzolini, Che cosa ha veramente detto Togliatti, ivi 1970; Autori vari, Problemi di storia del Partito comunista italiano, ivi 1971; G. Bocca, Palmiro Togliatti, Roma-Bari 1973; P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, vol. V, Torino 1975; E. Ragionieri, Palmiro Togliatti, Roma 1975.