palpare
In Rime CXVI 64, con valore estensivo: qui vivo e morto, come vuoi, mi palpi: il soggetto è Amore, che in mezzo l'alpi " tratta duramente ", " maltratta " D. (palpi è rima rara, unica in tutte le Rime di D., e anche nella Commedia c'è solo alpe e talpe, in Pg, XVII 1 e 3).
Ancora in rima con alpi e scalpi, ma con diverso valore, in Rime dubbie VII 4 Iacopo, i' fui, ne le nevicate alpi, / con que' gentili ond'è nata quella / ... per che tu, parlando anzi lei, palpi, " palpiti ". Cfr. il Contini: " il verbo, nel senso che i lessicografi del tempo rendono con ‛ tremere, moveri, salire, anelare ', non è dantesco (si trova in testi del tre e quattrocento, anche poetici), ma si spiegherebbe in rima, per la tecnica delle rimas caras. (Lo si veda invece, nell'accezione consueta benché sempre in funzione di rima rara, in Amor, da che convien, v. 64) ".