palude
Nel suo significato proprio, il termine designa la " distesa di acqua stagnante " c'ha nome Stige (If VII 106; cfr. Virgilio Aen. VI 323 " Cocyti stagna alta vides Stygiamque paludem "), formata dal tristo ruscel dall'acqua buia (If VII 107 e 103): è pingue, cioè melmosa (XI 70), e maleodorante ('l gran puzzo spira, IX 31; cfr. anche lorda pozza, VII 127).
Per estensione, la parola indica anche l'Acheronte (livida palude, III 98): " E chiama ora ‛ palude ' quello che di sopra [v. 81; cfr. anche v. 78] chiama ‛ fiume ', e questo fa di licenza poetica, per la quale... si pone un nome per un altro, sì veramente che quel cotal nome abbia alcuna convenienza con la cosa nominata, come è qui, che il fiume è acqua e la palude è acqua, e talvolta in alcuna parte corre il fiume sì piano che egli par non men tosto palude che fiume " (Boccaccio). Ma della ‛ licenza ' il Serravalle dà altra spiegazione: " quia ista aqua statim facit paludem quae dicitur Styx ", riprendendo la chiosa analoga di Benvenuto, che però sembra vedere nel livida l'analogia tra Acheronte e Stige: Caronte " transportat animas per Acherontem, cuius aqua est livida. Vel hoc dicit, quia ex Acheronte nascitur livida palus Stygia... ".
Con lo stesso valore, al maschile, nelle parole di Iacopo del Cassero, che rievoca la sua fuga: quando fu' sovragiunto ad Orïaco / ... Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco / m'impigliar sì ch'i caddi (Pg V 82): onde " possiamo comprendere che al tempo di lui l'acqua marina e i paludi arrivavano insino alla villa d'Oriaco che è su la Brenta " (Daniello).
Nella predizione di Cunizza - tosto fia che Padova al palude / cangerà l'acqua che Vincenza bagna, Pd IX 46 - p. è il " pantano " (Buti) che " in quei tempi era quivi vicino alle mura della terra, per la qual esso Bacchiglione passava " (Vellutello). Per l'esegesi di tutto il passo, v. CANGIARE.
Senza alcun riferimento geografico il termine ricorre ancora in Rime CVI 103 vedete gir nudi / per colli e per paludi / omini innanzi cui vizio è fuggito: l'espressione starebbe a indicare luoghi " che richiedono maggior fatica al viandante, che non la normale pianura " (Barbi-Pernicone); ma forse è un modo per dire semplicemente " dappertutto ".