PANAMÁ (XXVI, p. 163)
Ordinamento politico e amministrativo (p. 167). - Una legge del luglio 1941 ha introdotto alcune modificazioni nella divisione amministrativa del paese che risaliva al 1920. Lo stato si suddivide ora in sette provincie (in luogo di 9), una comarca e 36 distretti (in luogo di 62). La provincia di Darien è stata soppressa e aggregata a quella di Panamá. Le provincie di Herrera e Los Santos sono state riunite in un'unica provincia (Los Santos), che ha per capoluogo Chitré (capitale, in precedenza, della provincia di Herrera). Il distretto di San Carlo è passato dalla provincia di Panamá a quella di Coclé e, in cambio, Panamá ha aggregato i distretti di Bejuco, Capiza e Chama.
Popolazione (p. 166). - I dati del censimento eseguito nel 1940, fanno assommare la popolazione a 622.576 ab., cioè 8,9 per kmq. Da posteriore valutazione, del 1946, essa risultò di 678.000 ab. circa.
Etnicamente, risultava nel 1940 così costituita: 68.897 bianchi, 82.871 negri, 55.987 amerindî, 3.882 orientali, 406.814 meticci e 4.125 di altri gruppi raziali.
Condizioni economiche (p. 166). - Le banane hanno rappresentato negli ultimi anni più della metà delle esportazioni (232.000 q. nel 1944), seguite dal cacao (14.500 q. nello stesso anno). Nel Coclé, presso Aguadulce, va diffondendosi la coltivazione della canna da zucchero.
Commercio (p. 166). - Gli scambî commerciali, anche negli ultimi anni, non sono stati attivi e le importazioni superano sempre le esportazioni come mostra il seguente specchio.
Finanze (XXVI, p. 167; App. I, p. 919). - Si riportano qui di seguito le cifre dei bilanci:
Al 30 giugno 1947 il debito pubblico estero ammontava a 15,8 milioni e quello interno a 7,7 milioni. La parità aurea del balboa comunicata al Fondo monetario internazionale è quella stessa del dollaro, gr. 0,888671 di fino. La circolazione del balboa è tuttavia limitata alle sole monete divisionarie, facendosi uso per le maggiori transazioni del dollaro statunitense, che ha corso legale nel paese. Non esiste il controllo dei cambî. A fine giugno 1948 le disponibilità a breve termine negli Stati Uniti ammontavano a 79,7 milioni di dollari. Alla stessa data i depositi presso le banche nazionali ascendevano a 49,3 milioni, di cui 29 a vista.
Storia (p. 163). -Sotto la presidenza di Juan Demóstenes Arosemena, venne risolta (1937) la controversia per i confini con la Colombia; la modifica delle annualità relative alla Zona del Canale (430.000 dollari invece di 250.000 dollari-oro) venne ratificata dal senato degli S. U. solo nel 1939, dopo una certa tensione diplomatica. Ma con la guerra europea, e la dichiarazione di neutralità, riprese la stretta collaborazione tra i due paesi, anche dopo che all'Arosemena (morto il 16 dicembre 1939) succedette il primo vicepresidente A. S. Boyd, già ambasciatore a Washington, sotto il quale i lavori per la difesa del Canale e per la strada automobilistica tra Panamá e Colón compensarono la diminuzione degli introiti turistici. Le elezioni del 2 giugno 1940, ritiratosi il candidato di opposizione, l'ex-presidente R. J. Alfaro, che allegò la mancanza di libertà, portarono alla presidenza, il 1° ottobre, Arnulfo Arias. Questi preparò una nuova costituzione che prolungava la durata in carica del presidente da 4 a 6 anni, con più ampî poteri, toglieva l'elettorato ai Negri non di lingua spagnola e proibiva l'immigrazione di "Africani" e di Asiatici. L'Arias condusse in porto varie riforme (organizzazione giudiziaria, assicurazioni sociali, ecc.), ma provocò una certa opposizione per la soppressione della libertà, l'atteggiamento xenofobo e una certa simpatia per le potenze totalitarie. Nel marzo, cedendo a considerevoli pressioni interne ed esterne, autorizzò gli S. U. a costruire apprestamenti difensivi del Canale anche fuori della Zona; ma in settembre vietò di amare le navi panamegne, tra cui circa 125 piroscafi di proprietà nordamericana, registrati in Panamá per eludere la legge di neutralità degli S. U. Un pacifico colpo di stato (si disse, organizzato dagli S. U.) lo spodestò; sfruttando abilmente le circostanze e la lettera della costituzione, una serie di manovre portò alla presidenza R. A. de la Guardia. Questi permise di armare le navi e, il 9 dicembre 1941, dichiarò guerra al Giappone e il 10, alla Germania e all'Italia, sequestrando varî piroscafi, tra cui il transatlantico Biancamano. Si sottoposero a stretta vigilanza gli stranieri nemici, venne espulso l'incaricato d'affari spagnolo conte de Bailén, e si concesse agli S. U. di costruire varie basi; la presenza di numerose truppe americane e i lavori per il potenziamento e la difesa del Canale compensarono i mancati introiti del turismo. Il 4 gennaio 1943 l'Assemblea nazionale rinnovò il mandato al De la Guardia per 2 anni, e questi di fronte all'agitazione dei seguaci dell'Arias, il 29 dicembre sospese la costituzione, sostituì i ministri, soppresse le manifestazioni contrarie. Ma la fine dei lavori del Canale e la conseguente disoccupazione, cui si cercò di porre rimedio con un programma di costruzioni edilizie e di sviluppo agricolo, aumentò il disagio, aggravato ormai anche dalla scarsezza di generi alimentari. L'arbitrato del Chile permise di risolvere definitivamente la controversia con la Costarica e il 18 ottobre (festa nazionale cilena) 1944 i presidenti dei due paesi si incontrarono sul nuovo confine. Intanto però cresceva l'opposizione al presidente: il partito liberale, capeggiato da F. Arias Pamedes, (morto poi a Medellín, in Colombia, nel luglio 1946) chiese una costituente; mentre A. Arias eccepiva l'incostituzionalità della nomina del De la Guardia, un'assemblea di notabili chiedeva le sue dimissioni. Egli sciolse l'assemblea, tenne il 6 maggio 1945 le elezioni, che riuscirono favorevoli al partito governativo e, concessa un'amnistia, si dimise il 15 giugno, succedendogli come presidente provvisorio L. A. Jiménez. Il nuovo govemo permise il ritorno ad A. Arias ma, di fronte alle agitazioni politiche, lo fece arrestare. In giugno, furono stabilite relazioni diplomatiche con l'URSS, in settembre il Panamá riconobbe il govemo repubblicano spagnolo in esilio. L'Assemblea nazionale approvò il 28 febbraio 1946 la nuova costituzione, e prorogò fino al 30 settembre 1948 i poteri del presidente provvisorio. Un vasto piano di opere pubbliche si realizzò solo in parte (aeroporto, centrale elettrica di Panamá), però le condizioni del bilancio impedirono di pagare il contributo annuale all'UNRRA nel 1946 e in dicembre si dovettero diminuire gli stipendî ai dipendenti dello stato. Nel luglio 1946, la Corte Suprema assolse A. Arias dall'accusa di avere istigato la rivoluzione del dicembre 1945.
La questione più grave fu quella delle basi e altri impianti bellici nordamericani. Gli S.U. ne restituirono al Panamá 71 fino dal 1946, e si apprestavano a restituirne altre 27 su 134 (oltre piccole istallazioni termiche), ma desideravano conservarne 14, tra cui quella per bombardieri a Rio Hato, presso Panamá. Lunghi negoziati condussero all'accordo del 10 dicembre 1947, cui l'assemblea nazionale, il 23, negò ad unanimità la ratifica: nel gennaio 1948 le truppe nordamericane si ritirarono entro la Zona del Canale.
Le elezioni del 9 maggio 1948 furono accompagnate e seguite da vicendevoli accuse di broglio, da turbolenze, dallo stato d'assedio: il 12 luglio, l'assemblea nazionale con 26 voti contro 25, nominava presidente provvisorio E. Obarrio: elezione dichiarata però incostituzionale dalla Corte suprema. Intanto il Tribunale elettorale, il 7 agosto, dichiarò eletto D. Díaz Arosemena, con 78.212 voti, contro 75.848 ad A. Arias, che, rifugiatosi all'estero, il 17 agosto venne arrestato in Costarica, accusato di preparare un'invasione rivoluzionaria. Il 1° ottobre il Díaz prese possesso della carica, e tolse lo stato d'assedio.