pancia
In senso proprio nell'occorrenza di If XXV 52, che ci conduce al primo momento dell'orribile metamorfosi, l'immedesimazione in uno stesso corpo dell'uomo e del serpente; è appunto il serpente il soggetto dell'azione: Co' piè di mezzo li avvinse la pancia. Così anche in Fiore CV 1 di buon morselli i' sì m'empio la pancia, dove Falsembiante esprime la sua avidità e golosità.
In Pg XX 75 il termine è in contesto figurato, e fa parte di una violenta immagine: Carlo di Valois, il Senzaterra, che aggredisce Firenze con la lancia del tradimento, la lancia / con la qual giostrò Giuda, e quella ponta / sì, ch'a Fiorenza fa scoppiar la pancia: " eo tempore Florentia erat valde corpulenta, piena civibus, inflata superbia, et iste Carolus scidit eam per ventrem, ita quod fecit inde exire intestina vitalia, scilicet praecipuos cives, de quorum numero fuit iste praeclarus Poeta " (Benvenuto).