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PANCIOTTO

di Gabriella Aruch Scaravaglio - Enciclopedia Italiana (1935)
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PANCIOTTO (fr. gilet; sp. armilla; ted. Weste; ingl. waistcoat)

Gabriella Aruch Scaravaglio

Antichissimo è l'uso di un indumento maschile, senza maniche, da portarsi sotto altre vesti; esso mutò fogge e nomi, ma solo nel sec. XVII lo si nota nel costume di Gilles (da cui si vuol far derivare "gilet"), personaggio del teatro popolare francese, che indossa infatti una specie di giacca senza maniche; tuttavia la caratteristica del panciotto consiste nell'essere fatto di due stoffe diverse: il dorso di fodera, il davanti di stoffa ricca e preziosa. L'abito francese diede origine al panciotto, derivato dal giustacuore; esso fu dapprima (sec. XVII) di damasco o di stoffa tramata d' oro o d' argento; nel sec. XVIII diventa indumento di gran lusso: di raso, di velluto, ricamato a paesaggi, a fiori, ad animali, con motivi simbolici ed emblemi mitologici dipinti e ornati di strass, guarnito di bottoni d'oreficeria o di smalto, a imprese e con immagini varie. In Italia il panciotto appare verso gli ultimi del Seicento; la "camisiola" veneziana portata sotto la "velada" è la prima trasformazione del giustacuore-panciotto e diventa subito l'espressione del lusso più raffinato, tanto da meritare l'intervento del magistrato delle pompe con proclami ammonitori, fin dal 1690. Di stoffe ricchissime, finemente ricamata, lunga fino al ginocchio, munita di tasche chiuse da alette ricamate e sagomate, la "camisiola" viene allacciata sul dorso per mezzo di stringhe; più tardi, verso la fine del '700, questo indumento si modifica, diventa più corto, a doppio petto e ornato di risvolti; nel 1786 era di moda ricamare sul panciotto le scene dei drammi in voga. La rivoluzione, abolendo il lusso, semplifica anche il panciotto; abolito quasi del tutto dalla "carmagnola", torna dopo breve tempo di moda il panciotto "alla Robespierre", di stoffa bianca, a gran rovesci, con bottoni ornati di ghigliottine cesellate; e poco dopo i muscadins portano tre o quattro panciotti sovrapposti sotto l'abito attillato. Il panciotto rosso deí "romantici", alla prima dell'Ernani di Victor Hugo (1829), diviene il simbolo di una ribellione letteraria. Durante la prima metà del sec. XIX il panciotto segna ancora una nota fantastica ed elegante nel costume maschile: velluti a fiori, sete rigate o scozzesi dai colori vivaci, ornati con bottoni di vetro, madreperla, o avorio, corti e molto aperti, o accollatissimi e attillati, caratterizzano la ricercata eleganza maschile ottocentesca.

Bibl.: C. Piton, Le costume civil en France, Parigi s. a., p. 240; G. Morazzoni, La moda a Venezia nel sec. XVIII, Milano 1931, pp. 52-53.

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abbigliamento La varietà degli oggetti usati per vestirsi e adornarsi. Rientrano in questa denominazione non solo gli indumenti propriamente detti, ma anche gli accessori e i gioielli. 1. storia L’abbigliamento, bene primario legato ad ataviche necessità dell’uomo di distinguersi dalla nudità, indica visivamente ...
Vocabolario
panciòtto
panciotto panciòtto s. m. [der. di pancia]. – Indumento maschile senza maniche, più comunem. detto gilè. ◆ Dim. panciottino; accr. panciottóne.
camiṡiòla
camisiola camiṡiòla s. f. [dim. del ven. camisa «camicia»]. – Lungo panciotto ornato di grandi tasche, bottoni e ricami, portato dagli uomini veneziani sotto la toga e sotto la velada dalla fine del sec. 17° a tutto il sec. 18°.
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