PANDROSO (Πάνδροσος, Pandrosus)
Figlia di Cecrope e di Aglauro, sorella di Herse, Aglauro e Erisittone.
Secondo la tradizione più diffusa, Atena aveva affidato alle tre figlie di Cecrope una cista chiusa, vietando loro di aprirla. Pausania (i, 18, 2) racconta che Herse e Aglauro disobbedirono e aprendola vi trovarono Erittonio, destinato all'immortalità, protetto da un serpente per fuggire al quale si gettarono dall'acropoli; P. invece ubbidì al volere della dea.
Secondo Ovidio invece (Met., ii, 558) Aglauro riuscì a convincere entrambe le sorelle ad aprire la cista. Di P. si raccontava anche che era stata amata da Hermes (Poll., viii, 103 ss.). P. aveva un santuario sull'Acropoli, vicino a quello di Atena Poliàs, il Pandroseion (Paus., i, 27, 2) che si trovava a N-O dell'Eretteo (mentre a S-O stava il Kekropeion), e in cui era conservato l'olivo sacro ad Atena, che era rinato in una sola notte dopo la distruzione dei Persiani. Nel santuario si trovaya anche l'altare di Zeus Herkèios. P. è rappresentata abbastanza frequentemente: insieme al padre Cecrope assiste alla contesa di Atena e Posidone nel frontone occidentale del Partenone e in una idria di Kerč e probabilmente anche in un frammento di vaso attico dall'Acropoli. In questo frammento è conservata la parte superiore del corpo di due donne avvolte in un mantello, una delle quali è identificata dall'iscrizione come P., mentre l'altra può essere Aglauro o Herse. A destra delle donne una figura maschile barbata con lo scettro, nello stesso atteggiamento di giudice del Cecrope dell'idria di Kerč e vicino una testa di cavallo, una testa maschile barbata e il nome di Posidone.
P. è quasi sempre presente nelle rappresentazioni della nascita di Erittonio. Su un frammento da Ostia ai Musei Vaticani è rappresentato il momento anteriore alla nascita: Efesto raccomanda il silenzio a una delle Cecropidi, ma dovevano esservi rappresentate anche le altre due.
La corsa verso il luogo della nascita è raffigurata su una kỳlix a figure rosse da Tarquinia, del Pittore di Kodros, ora nei Musei di Berlino (circa 440 a. C.). P. fra i re attici Eretteo ed Egeo, vestita di un chitone a pieghe, tende le mani verso il luogo della nascita di Erittonio a cui è vicino Herse: la testa di. P. manca. Su una kỳlix della maniera del Pittore di Brygos a Francoforte è la scena dell'apertura della cista: P. corre a braccia tese incontro alle sorelle che, inseguite dal serpente, fuggono verso il palazzo di Cecrope, seduto vicino al figlio Erisittone. La figura di Atena fra le fanciulle che hanno trasgredito il suo ordine è conservata su un frammento di pelìke proveniente da Gela, ora a Lipsia, dove era raffigurata la scena della nascita di Erittonio.
Su un rhytòn a forma di sfinge, da Capua al British Museum, P. sta davanti a Erittonio, mentre le sorelle fuggono e una Nike versa una libagione a Cecrope. La stessa scena della nascita era anche raffigurata sulle metope xiii e xiv del lato S del Partenone (P. insieme al padre Cecrope si trovava nella xiii), e secondo alcuni anche nel fregio N dell'Eretteo e nel cosiddetto Theseion di Atene.
Troviamo inoltre P. nella scena del rapimento di Orizia, figlia di Eretteo, da parte di Borea su due anfore simili da Vulci, una a Monaco, l'altra a Berlino, mentre corre insieme alle sorelle a portare la notizia del rapimento ad Eretteo e Cecrope, e su una pelìke di Würzburg mentre fugge con Aglauro verso Cecrope.
Monumenti considerati. - Frontone del Partenone: M. Collignon, Parthénon, Parigi 1910-12, p. 133, tav. 54; G. Becatti, Problemi fidiaci, Milano-Firenze 1951, p. 25, tav. 4, fig. 8. Idria di Kerč: Roscher, ii, col. 1021. Frammento dall'Acropoli: Graef-Langlotz, Vasen Akrop. Athen, i, Berlino 1909, p. 63, n. 585. Frammento di Ostia: B. Sauer, Theseion, Lipsia 1899, p. 60 ss.; Ch. Picard, Manuel Arch., ii, Parigi 1939, p. 718. Kỳlix di Tarquinia: K. A. Neugebauer, Führer Antiquarium Berlin, Vasen, Berlino 1932, p. 102, 2537; J. D. Beazley, Red-fig., p. 739, 2. Kỳlix a Francoforte: H. Schaal, Griech. Vasen Frankfurt. Samml., Francoforte s. M. 1923, p. 58, tav. 31 a; J. D. Beazley, op. cit., p. 397, 40. Rhytòn di Capua: Cat. Vases Brit. Mus., iii, E 788; C.V.A., British, 4, tav. 40, 1 e 42, 1. Metope Partenone: G. Becatti, op. cit., p. 17 ss., tav. 3. Eretteo: Ch. Picard, L'Erechteion, Parigi s. d., p. 44, fig. 44; L. Pallat, in Jahrbuch, lii, 1937, p. 24, Beil. 1. Theseion: B. Sauer, op. cit., p. 8o ss., tav. ii; Ch. Picard, Manuel Arch., ii, Parigi 1939, p. 718 ss. Anfore da Vulci: Furtwängler-Reichhold, ii, p. 186 ss., tavv. 94-95, figg. 66-69; J. D. Beazley, op. cit., pp. 324-25. Pelìke di Würzburg: E. Langlotz, Griech. Vasen Würzburg, Monaco 1932, n. 511, tav. 180; J. D. Beazley, op. cit., p. 421, 37.
Bibl.: H. Lewy, in Roscher, III, i, 1897-909, c. 1530 ss., s. v.; R. Hanslik, in Pauly-Wissowa, XVIII, 3, 1949, col. 553 ss., s. v.