PANEZIO (Παναίτος, Panaetius) di Rodi
Pensatore greco, nato intorno al 183, morto nel 110 o 109 a. C. Con Posidonio, che è suo scolaro e che peraltro lo supera di gran lunga quanto a universalità d'interessi scientifici, è il principale rappresentante della cosiddetta "media Stoa", cioè dell'età dello stoicismo eclettico, intermediaria fra l'"antica Stoa" e la "tarda Stoa". Scolaro di Diogene di Seleucia, è per qualche tempo a Roma insieme con Polibio (e questi pare abbia subito il suo influsso specialmente per quel che concerne l'ideale della costituzione mista, a sua volta venuto all'eclettico P. dalla tradizione platonico-aristotelica); e contribuisce così, più che ogni altro, alla diffusione delle concezioni stoiche nell'aristocrazia romana e particolarmente nella cerchia ellenizzante degli Scipioni. Anche la cultura filosofica di Cicerone deriva in larga misura da lui, sia direttamente sia attraverso il suo scolaro Ecatone di Rodi. Tornato ad Atene dopo il soggiorno romano, P. succede nel 129 ad Antipatro di Tarso nello scolarcato della scuola stoica.
Degli scritti di P. è superstite assai poco; per un elenco dei titoli noti (p. es., Περὶ τοῦ καϑήκοντος "Sul dovere", Περὶ προνοίας "Sulla provvidenza") v. A. Schmekel, Die Philosophie der mittleren Stoa, Berlino 1892, p. 8 segg. La migliore silloge dei frammenti è finora quella di H. N. Fowler (P. et Hecatonis fragmenta, Bonn 1885). Tipica delle concezioni di P. è la tendenza ad attenuare il rigorismo dell'antica Stoa, accogliendo ecletticamente motivi di provenienza diversa, in primo luogo platonico-aristotelica. Così egli abbandona, p. es., la rigorosa contrapposizione stoica della virtù alla follia, sostituendo all'assoluto ideale del saggio quello del προκόπτων, cioè del "progrediente" verso il bene; limita la svalutazione dei piaceri e dei beni esterni; rigetta le teorie della mantica, della conflagrazione cosmica e dell'immortalità (anche nella forma ristretta in cui era professata dallo stoicismo classico); torna nella concezione dell'anima a un dualismo di tipo platonico-aristotelico, distinguente il razionale dall'irrazionale.
Bibl.: In generale si veda l'opera sopra citata dello Schmekel, fondamentale per la media Stoa e quindi anche per P. Per la bibliografia speciale v. Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Phil., I, 12ª ed., Berlino 1926.