PANEZIO (Παναίτιος, Panaetius)
Filosofo stoico, nato a Rodi, allievo a Pergamo di Cratete di Mallo, e in Atene di Diogene di Babilonia e di Antipatro di Tarso. A Roma verso il 144 a.C. entrò nella cerchia di Scipione Emiliano, accompagnandolo poi nella missione diplomatica in Oriente. Nel 129 assunse la direzione della Stoà ad Atene, dove morì nel 109.
La notizia che P. tra il 170 e il 150 a.C. era stato sacerdote di Posidone Hìppios a Lindo ha sollevato l'eventualità che alla sua cultura omerica sia dovuta la ripresa dei temi epici nella plastica rodia, dopo la crisi del 166 (v. rodia, arte: Scultura). L'ipotesi pone il Santuario di Lindo (che godeva di un'economia indipendente dallo scalo di Rodi) al centro della committenza che produsse gli originali in bronzo della Scilla di Sperlonga e del Laocoonte (v.). In particolare la nave di Odisseo è analoga alla tremiolìa scolpita da Pythokritos sulla rupe di Lindo, e Laocoonte era stato sorpreso dalla morte mentre sacrificava a Posidone in presenza del Cavallo di legno: un soggetto confacente alla funzione religiosa di Panezio.
Come ipotesi di lavoro, si potrebbe ravvisare il ritratto di P. nel filosofo noto da un busto agli Uffizi, la cui identità di struttura e di carica patetica con il figlio maggiore di Laocoonte aveva già fatto riconoscere come opera rodia degli stessi anni.
Bibl.: Ritratto di filosofo, Firenze, Uffizi: G. Hafner, Späthellenistische Bildnisplastik, Berlino 1954, pp. 20-21, n. R 15, tav. VI; G. A. Mansuelli, Galleria degli Uffizi. Le Sculture, II, Roma 1961, pp. 31-32, n. 17; P. Moreno, Scultura ellenistica, II, Roma 1994, pp. 559, 609, 639, fig. 778 (identificazione con Panezio). - Sulla vita di P. e la cultura del tempo: A. Erskine, The Hellenistic Stoa, Political Thought and Action, Londra 1990, pp. 211-214.