PANNOCCHIESCHI
. Famiglia comitale del Volterrano, ricordata già nel sec. X; si divise in più rami, che tennero signoria di castelli in quel di Pisa, di Volterra, di Massa Marittima: furono tra questi i signori della Pietra e i conti d'Elci. Dapprima, stretti dalle necessità economiche, alienarono terre in favore della chiesa volterrana; poi formarono una potente consorteria intorno al vescovo Galgano (1150-1170 circa), che raccolse nelle sue mani un numero grande di feudi e, passato dalla parte papale all'imperiale, ebbe dal Barbarossa l'investitura della città e del comitato (1164); ma fu ucciso dai cittadini, che tendevano a sottrarsi al dominio vescovile. Ildebrando, anch'egli vescovo di Volterra (1184-1211), ricostituì saldamente il dominio, ebbe dagl'imperatori conferma del privilegio (1185), diritto di battere moneta (1186), poteri di messo regio e di Conte palatino con giudizio sulle cause di prima istanza e di appello spettanti all'Impero (1194); poi, distaccatosi da questo, ebbe grande parte nella lega di S. Ginesio e ottenne immunità e privilegi da Innocenzo III (1199). Pagano (1212-1239), riconosciuto da Federico II conte palatino e creato vicario in Toscana (1220), passò la maggior parte del suo episcopato a combattere, stretto con i consorti, contro Volterra e S. Gimignano. Quando Siena si estese nella Maremma, i P. dovettero lottare con essa e nel 1263 farle atto di soggezione; ma, contro la città ghibellina, i più di loro furono guelfi. Fu tra essi quel fiero Paganello o Nello di Pietra (1250 circa 1322), che fu podestà di Volterra, di Lucca e di altre città, capitano dei Senesi ridivenuti guelfi e della lega di Toscana, marito, dell'infelice Pia de' Tolomei, amante dell'avventurosa contessa Margherita Aldobrandeschi. Compresi nella pace del 1317, i P. furono nel 1319 esclusi dal popolo volterrano da ogni carica pubblica; ma alcuni di loro ebbero uffici in Siena e in Pisa; furono riconosciuti da Carlo IV come conti palatini (1355), creati nel 1624 marchesi di Monticiano. Orso (morto 1636) fu ambasciatore in Spagna (1608) e compreso nel Consiglio di reggenza di Ferdinando II; Scipione-d' Elci (morto 1670) fu governatore di diverse città dello stato papale, vescovo di Pienza (1631), arcivescovo di Pisa (1636), nunzio a Venezia (1646) e a Vienna (1652) e autore di interessanti relazioni di nunziatura, cardinale (1657), legato di Romagna; Francesco arcivescovo di Pisa (1663-1702); Ranieri (morto 1761) nunzio in Francia (1731), cardinale e arcivescovo di Ferrara (1738), decano del S. Collegio (1756); Francesco (1707-1787), cardinale nel 1773; Angelo Maria (v.) raccoglitore di una biblioteca preziosa, che donò alla Laurenziana. La famiglia vive tuttavia in varî rami, a Siena e a Firenze.
Bibl.: E. Repetti, Dizionario... della Toscana, VI (App.), Firenze 1848, p. 72; F. Galvani e L. Passerini, Sommario storico delle famiglie celebri toscane, Firenze 1864. Per il periodo più antico, F. Schneider, Regestum Volaterranum, Roma 1907; R. Davidsohn, Geschichte von Florenz, II e III, Berlino 1908-12, e Forschungen, II-IV, Berlino 1900-1908. Su Nello, Giorn. degli archivi toscani, 1859, e Bull. senese di st. patr., XXXIX (1932), p. 249 segg. Su personaggi più recenti, Acc. Lincei, Rendic. sc. mor., ser. 5, XXV (1916); L. Pastor, Storia dei papi, XIV, Roma 1932.