Vedi PANOPOLIS dell'anno: 1963 - 1996
PANOPOLIS (Πανόπολις: Strabone; Χέμμις: Erodoto; Panopolis; odierna Akhmīm)
Località dell'Alto Egitto, sulla riva destra del Nilo, fu uno dei centri del culto di Min (v.) assimilato poi con Pan (v.). Erodoto (ii, 91) riferisce che in questa città si innalzava un tempio di pianta quadrata consacrato a Perseo - figlio di Danae, in onore del quale si svolgevano giochi - con immensi propilei, a decorazione dei quali, in facciata, figuravano due grandi statue in pietra. Un'iscrizione (Lepsius, Denkm., Text, ii, p. 163) ricorda le vestigia di un tempio di Domiziano. Strabone (xvii, 813 [41]) scrive che la popolazione di P. si componeva, per la maggior parte, di tagliatori di pietre e tessitori. Plinio (Nat. hist., xi, 2) annovera P. tra le principali città egiziane del suo tempo. La città è frequentemente ricordata anche nella letteratura posteriore, copta e araba.
Dei templi della città resta ben poco: uno risale alla XVIII dinastia, un altro all'età tolemaica (lo Champollion lo attribuisce a Tolomeo Filopatore) e fu compiuto nel 121 d. C. da Traiano, come si apprende da un'iscrizione (Lepsius, op. cit., ii, p. 162 ss.). All'imperatore Claudio pare da attribuirsi la costruzione di una porta della città (Bruce, in Letronne, Inscript., i, p. 104).
La città di P è circondata tutt'intorno da una vasta necropoli (della quale le fonti non fanno menzione) le cui tombe rupestri risalgono alla VI dinastia ma continuarono ad essere usate sino in periodo copto; in seguito gli Arabi usarono la zona come cava di pietre. Lo scavo della necropoli iniziò nel 1881 ad opera di G. Maspéro che ne dette parziale notizia nel 1885; da essa provengono numerosissimi tessuti copti che hanno formato l'oggetto dei primi studî sulla produzione tessile in territorio egizio (v. ad esempio R. Forrer, Die Gräber und Textilfunde von Achmim-Panopolis, Strasburgo 1891). E come poco più tardi per i trovamenti di Antinoe, divulgati dagli scavi del Gayet, ci fu per molto tempo la tendenza ad attribuire al centro di P. un gran numero di tessuti, invero di provenienza ignota.
Di fronte a P., sulla riva sinistra del Nilo, è la località di Sohag, dove sono i resti di due tra i più noti ed interessanti monasteri copti, la cui costruzione iniziale risale al V sec. d. C.: il Convento Bianco e il Convento Rosso (v. convento; copta, arte) così denominati dal colore del materiale da costruzione, rispettivamente il calcare bianco e il mattone. Non lontano sorgeva il centro di Athribis, da dove proviene un busto in porfido di età tetrarchica, ora nel Museo Egizio del Cairo.
Bibl.: E. Schiaparelli, Chemnis (Akhmîm) e la sua antica necropoli, in Études à M. C. Leemans, Leida 1885, p. 85 ss.; K. Sethe, in Pauly-Wissowa, III, 1899, c. 2233, s. v. Chemmis; M. Kees, ibid., XVIII, 1949, c. 649 ss., s. v.; F. v. Bissing, Tombeaux d'époque romaine à Akhmîm, in Annales Service Ant. Égypte, L, 1950, p. 547 ss.