PANORMOS (Πάνορμος)
Personificazione della città (v. palermo).
La leggenda Panormos compare su alcune monete dell'omonima città, presumibilmente coniate non prima della cacciata dei Cartaginesi a seguito della battaglia di Imera (480 a. C.). Queste serie monetali, che si scaglionano fra il 480 e il 409 a. C., mostrano sul dritto la testa di un giovane dai corti capelli tenuti fermi da una tenia, e la scritta retrograda Panormos. Sul rovescio è un giovane ignudo, seduto all'amazzone su un toro androcefalo nuotante; talora appare solo la parte anteriore del toro a testa umana, con sotto le zampe una conchiglia, in cui lo Head e il Poole vedono la personificazione di un dio fluviale. La stessa leggenda P. compare su una moneta d'argento (Poole, p. 121) recante sul dritto una testa di ninfa con sul di dietro una svastica, e sul rovescio un cane riguardante all'indietro. Da notare che il cane, la conchiglia e la croce uncinata, sono elementi comuni alle monete di P. come a quelle di Erice, Mozia e Segesta, della fine del V sec. a. C.
Bibl.: Höfer, in Roscher, III, i, 1897-909, c. 1550, s. v.; K. Ziegler, in Pauly-Wissowa, XVIII, 3, 1949, c. 666-7, s. v.; R. S. Poole, A Catalogue of the Greek Coins in the British Museum, Sicily, Londra 1876, p. 121, nn. 3-5 e figg.; G. Macdonald, Catalogue of Greek Coins in the Hunterian Collection University of Glasgow, I, Glasgow 1899, p. 202, n. 2, tav. XV, n. 10; A. Holm, Storia della Sicilia nell'antichità, III, 2, Torino 1906, p. 83, n. 112, p. 206, nn. 468-469; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, pp. 161-163.