PAOLINO II patriarca di Aquileia
Nulla sappiamo delle sue origini; Carlomagno lo chiama grammatico, donandogli il 17 giugno 776 alcuni beni confiscati ai seguaci del ribelle duca Rodgaudo del Friuli. Seguì Carlo in Francia, dove fu amico di celebri personaggi, fra cui Alcuino e Pietro da Pisa. Alla morte di Sigualdo patriarca di Aquileia (verso il 787), Carlo diede il patriarcato a P.; il quale partecipò nel 792 al concilio di Ratisbona radunato per condannare Felice di Urgel, e ottenne in questa occasione da Carlo due diplomi in favore della sua chiesa (4 agosto).
Nel 794 partecipò al concilio di Francoforte, in cui l'adozionismo fu condannato, e presentò con i vescovi italiani il suo libellus sacrosyllabus; ma non si sa quali fossero le idee di Paolino a proposito della venerazione delle immagini, di cui pure si trattò nel concilio. Le vittorie riportate sugli Avari nella Pannonia nel 791 e nel 795, posero il problema dell'evangelizzazione di quel popolo, e nel 796 fu tenuta sul Danubio un'adunanza di vescovi a cui intervennero P. e Arnone vescovo di Salisburgo, insistendo sul metodo pacifico da usare con quei barbari. Ritornato in Friuli, P. tenne a Cividale il concilio provinciale della sua metropoli e ne rimane un importante gruppo di canoni, in cui è approvata l'inserzione del Filioque nel Simbolo, è regolata la disciplina degli ecclesiastici e del matrimonio, sono inculcati la santificazione delle feste e il pagamento delle decime. Inviò poi un esemplare di questo sinodo anche a Carlomagno, e per comando di lui mise mano nel 798 ad un trattato teologico contro Felice di Urgel, che portò a compimento nell'800 (in Patrol. Lat., IC).
Morì l'11 gennaio 802, e fu sepolto a Cividale. A Udine è venerato come santo e la sua festa vi si celebra il 9 febbraio.
Bibl.: C. Giannoni, Paulinus Patriarch von Aquileia, Vienna 1896; G. Ellero, S. P. d'Aquileia, Cividale 1901; P. Paschini, San P. patriarca, Udine 1906; Miscellanea di studi storici e ricerche critiche, ecc., Milano 1905.