APPIANI, Paolo Antonio
Nacque ad Ascoli Piceno il 9 dic. 1639. Dopo aver compiuto un corso regolare di studi, mentre si accingeva ad andare a Bologna per laurearsi in diritto fu convinto da Girolama Veramonti, nobildonna ascolana di grande religiosità, a farsi gesuita. Ricevuto in noviziato a Roma il 10 apr. 1666 e integrato il corso dei suoi studi con un anno di lettere e quattro di teologia, insegnò cinque anni umanità e retorica. Nel biennio 1677-78 fu alla Penitenzieria di S. Pietro in Vaticano; successivamente a Fano e a Firenze, dove entrò in relazione con illustri letterati, come il Magliabechi e il Fagiuoli. Per molti anni predicatore, il 15 ag. 1680 venne promosso alla professione solenne di quattro voti. Nel 1704 entrò fra gli arcadi, con il nome. di Nidemo Nassio.
Morì a Roma il 20 febbr. 1709.
L'A. ebbe cultura eclettica e pubblicò opere di vario argomento (il Sommervogel ne dà dodici numeri, oltre i manoscritti). A suoi panegirici, dei quali si citano Il Braccio forte e benefico, Siena 1683, dedicato a s. Ansano; Il doppio Spirito di s. Filippo Benizi, Firenze 1685; Il bronzo sonante non senza l'oro della carità, Parma 1687, dedicato a s. Filippo Neri, e Il frumento che produce le palme, Venezia 1688, dedicato all'Eucarestia, sono imbevuti dell'enfasi oratoria secentesca. Di suoi scritti biografici sono a stampa la Vita di s. Emidio Vescovo di Ascoli e Martire, Roma 1702; riedito a Roma nel 1704 e ad Ascoli nel 1832; la Vita del p. Nicolò M.Pallavicini Genovese della Compagnia di Gesù, in Vite degli Arcadi illustri, III, 2, Roma 1714, pp., 88-105; una Vita Pacifici, Maximi e una Vita Francisci Stabilis (vulgo) Cecco d'Ascoli, l'una e l'altra estratte dall'inedito A thenaeum Asculanum (v. oltre), la prima premessa all'edizione dei Carmina Pacifici Maximi poetae Asculani, Parmae 1691, la seconda inserita nel terzo volume dell'Historia di tutte l'heresie di Domenico Bernino, Roma 1709. Con quest'ultima l'A. mirò a riabilitare lo Stabili dall'accusa di astrologia ed eresia. Il Mazzuchelli, pienamente convinto dalle argomentazioni dell'A., nella voce dedicata a Cecco d'Ascoli negli Scrittori d'Italia si limita a riassumerne le conclusioni. Il Tiraboschi, rilevando invece gli errori "gravi e manifesti" in cui, a suo avviso, sarebbe caduto l'A., ne sottopose le affermazioni a una critica severa, e col Tiraboschi concordano il Beccaria, il Cian e la critica moderna: il lavoro dell'A., in fondo, è soltanto uno studio acritico, che il tentativo di riabilitare il famoso concittadino colora di ristretto spirito municipalistico. Prima di farsi gesuita, l'A. aveva pubblicato un poemetto intitolato Per la navigazione del card. Flavio Chigi legato in Francia, Orvieto 1665, e un Tributo di ossequio alla famosa memoria di Girolama Veramonti di Ascoli, Roma 1666. Compose anche Le Lune Tolomee, Siena 1685, miscellanea di prose e versi, in occasione di una "accademia" data dal collegio Tolomei di Siena in onore dei principe Francesco Maria de, Medici, governatore di quella città.
Studioso della storia ascolana e regionale delle Marche, negli ultimi anni della sua vita attese a due grandi lavori, rimasti inediti: l'Athenaeum Asculanum, sugli scrittori di Ascoli, che lasciò incompiuto, e un Athenaeum Picenum, in tredici libri, dei quali abbozzò solo una parte fino al sec. XII. Lasciò manoscritti anche due volumi di versi, "sacri, morali, encomiastici e musicali", in massima parte giovani, alcuni dei quali pubblicati nella Biblioteca volante del Cinelfi (Scanzia VII, Parma 1692, p. 106 e XIV, Venezia 1699, pp. 27, 65): prove poetiche che il Quadrio trovava pregevoli, ma che il Mazzuchelli e il Cantalamessa giudicarono viziate dal pessimo gusto del tempo.
Bibl.: F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, Milano 1741, pp. 39 s.; II, 2, ibid. 1742, p. 284; IV, 6, ibid. 1749, p. 39; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 884 s.; G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città di Ascoli nel Piceno, Ascoli 1830, 45-55 e passim; F. Palermo, I manoscritti Palatini di Firenze, II, Firenze 1860, pp. 227-231; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, I, Bruxelles-Paris 1890, coll. 476-478; XII (supplemento di E. M. Rivière), Louvain 1960, coll. 926; A. Beccaria, I biografi di Maestro Cecco d'Ascoli e le fonti per la sua storia e per la sua leggenda, in Mem. d. R. Accad. d. Scienze di Torino, classe di scienze mor., stor. e filol., s. 2, LVIII (1908), pp. 1-94; V. Cian, recensione ad A. Beccaria in Arch. stor. ital., s. 5, XLIV (1909), pp. 180-188; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, col. 1056.