CRISTIANI, Paolo Antonio
Nacque a Brescia l'11 nov. 1697. I nomi dei genitori non risultano nelle fonti; secondo il Mazzuchelli, comunque, la famiglia risiedeva a Brescia da lungo tempo e il padre era un noto perito agrimensore. Dopo una prima formazione, ricevuta probabilmente in famiglia, a nove anni il C. iniziò a frequentare le scuole pubbliche della sua città, e segui gli studi fino all'adolescenza, quando si manifestò in lui un'irrequietezza, da riferire forse ad incomprensioni con la famiglia, e che per alcuni tratti ricorda certo tipico avventurismo del Settecento più avanzato. Nel 1711, allo scopo di assistere al passaggio per Mantova dell'imperatore Carlo VI, fuggì dalla casa patema e a Mantova entrò al servizio d'un gentiluomo al seguito dell'imperatore, col quale andò fino a Trento. Di qui tornò a Mantova e, solo dopo un anno trascorso al servizio di altri, decise di rientrare in famiglia e di riprendere gli studi; seguì corsi privati di letteratura e filosofia tenuti da religiosi, mentre approfondì da solo la geometria pratica, nel verosimile intento di seguire l'attività paterna.
Datano da questi anni anche degli interessi poetici rimasti poi costanti; l'impegno di studio non fu però la premessa per un inserimento stabile nella vita bresciana, perché il C., desideroso di viaggiare, ottenne dal padre nel 1718 il permesso di recarsi a Roma, dove arrivò nel mese di aprile munito di alcune lettere di presentazione per personaggi autorevoli come il veronese F. Bianchini e il conterraneo O. Borgondio, che era professore di matematica nel Collegio Romano. Costoro lo utilizzarono come amanuense, e l'introdussero negli ambienti letterari romani (erano entrambi arcadi); fu la frequenza di questi ambienti a fare uscire il C. dai moduli letterari secentisti in cui s'era formato. Tomato a Brescia nel maggio 1720, egli vi rimase pochissimo tempo (alcune fonti accennano a screzi con personalità influenti), trasferendosi poi ad Alessandria dove si arruolò nel reggimento siciliano creato da Vittorio Amedeo II. Nell'anno stesso il reggimento passò in Savoia, dove il C. ebbe modo di farsi notare dal suo comandante, il principe siciliano Valguarnera, che lo scelse come segretario; questo fatto segnò l'inizio d'un mutamento nelle sue prospettive, dato che, tomato il reggimento a Torino alla fine del 1720, il C. divenne precettore d'un figlio di Bernardo Strada, poi presidente della scuola dei pittori e scultori, che gli ottenne il congedo.
Iniziò quindi ad insegnare privatamente matematica, studiando contemporaneamente il francese, e nel 1725, sposatosi nel febbraio con la torinese Giovanna M. Massa, tornò a Brescia passando ad insegnare questa lingua nel collegio di S. Antonio e, ancora privatamente, matematica. Queste due attività didattiche individuano anche i settori in cui fu in seguito attivo come autore: quanto al primo, il C. pubblicherà nel 1735 a Venezia il Grammatico, ovvero delle false esercitazioni nelle scuole, seguito a Brescia nel 1746 dalle Lettres critiques au sujet d'un sonnet en françois.
All'operetta, che ebbe una seconda edizione accresciuta col titolo Lettres systematiques, ou l'on donne un Essai de la poésie, et de la langue françoise avec des remarques critiques, historiques et littéraires (Brescia 1753, rec. in Novelle della rep. letter., XXXI [1759], pp. 19-20 e 43-44), il C. aggiunse un poemetto: La poesia. Sogno del Sig. P. A. Cristiani. Le Lettres nacquero dalla polemica con un altro aspirante alla cattedra bresciana di francese: partendo dalla critica ad un componimento poetico di questo il C. svolse un discorso ampio di stilistica, lingua e storia letteraria, che ebbe una discreta diffusione. Oltre alla Poesia, appartengono alla produzione poetica del C. un Poemetto in lode di Carlo Merlo, s. n. t., e vari componimenti occasionali stampati in raccolte, i cui titoli furono elencati dal Peroni, unitamente ad altri inediti compresi tra i suoi manoscritti in possesso della famiglia.
Il C. fu uno dei membri dell'accademia fondata dal Mazzuchelli, e si tenne al corrente della produzione letteraria dell'epoca. Tuttavia, in una considerazione retrospettiva, l'attività per la quale la sua personalità è più considerevole non è quella letteraria, bensì quella di agrimensore, geometra ed idraulico pratico che intraprese sull'esempio patemo: fu ragioniere del Pio Monte di Brescia, pubblico ingegnere della città e nel 1751 il commissario veneto ai confini, Pietro Correr, lo nominò ingegnere ai confini della Lombardia veneta, affidandogli la rilevazione della linea confinaria con la Lombardia austriaca lungo l'Oglio e nelle zone tra Bergamo e Crema (nei lavori il C. collaborò con l'ingegnere cremonese G. B. Costa; entrambi firmarono un resoconto dal titolo Relazione accessoria ai confini pacifici e controversi dello Stato di Milano e Stato Veneto di contro al Bergamasco, conservato a Venezia, Bibl. del Civico Museo Correr, Mss. Morosini-Grimani 317, 4a, cc. 153-193). A lui lo Stato veneto ricorse anche per studiare la possibilità di praticare dei rettifili nell'Oglio, poi sviluppata a fondo dal figlio Girolamo Francesco, e per dirigere alcuni interventi sullo stesso fiume; a questa attività di idraulico appartengono una dissertazione Della velocità delle acque cadenti (edita a Brescia senza indicazione di anno) ed alcuni inediti citati dal Peroni, tra cui uno Sul fiume Oglio, opera storica, politica, economica e tipografica, e un Manuale idrometrico. Dati questi compiti, il C. fu in contatto frequente sia col governo sia con i gruppi scientifico-tecnici padovani e veneziani, e il suo carteggio, se conservato, sarebbe certo stato una tessera importante per ricostruire il mosaico di certi processi di razionalizzazione tecnica e amministrativa compiuti a metà Settecento (due sue lettere a Giovanni Poleni sono nelle carte di questo a Bassano del Grappa, Bibl. civica, ms. 603).
Il C. morì a Brescia il 2 marzo 1779.
Fonti e Bibl.: Una notizia biografica sul C. redatta da G. M. Mazzuchelli per la parte inedita dei suoi Scrittori d'Italia èin Bibl. Apostolica Vaticana, cod. Vat. lat. 9267. ff. 462-466v. Si veda inoltre: A. Brognoli, Elogi di Bresciani... del sec. XVIII, Brescia 1785, p. 420; G. F. Cristiani. Vita di P. A. C., Verona 1802; G. A. Moschini, Della letter. veneziana..., I, Venezia 1806, p. 88; V. Peroni, Biblioteca bresciana. I. Brescia 1818, pp. 306-8; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia, App., Venezia 1857, p. 165.